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Non accenna a ridursi l'eco dell'inchiesta per corruzione internazionale, per i presunti scambi di denaro da Mosca in favore della Lega. Al centro dell'intrigo, Gianluca Savoini, leghista e presidente dell'associazione Lombardia-Russia, che in particolare il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, si è affrettato a scaricare in tutta fretta con un "Savoini chi?". L'uomo, la cui voce è stata registrata nell'audio reso noto dal sito americano Buzzfeed, è stato parte della delegazione italiana nel viaggio in Russia ed era presente alla Farnesina e a villa Madama durante la cena offerta dalla Presidenza del Consiglio in occasione della visita del presidente Vladimir Putin. Tra foto e dichiarazioni, collocare Savoini come un imbucato non desiderato è sostanzialmente impossibile. La stessa Presidenza del Consiglio, nel chiarire le ragioni della sua presenza alla cena, ha dichiarato in una nota che: "Dopo aver compiuto tutte le verifiche del caso - continua la nota - si precisa che l’invito del sig. Savoini al Forum è stato sollecitato dal sig. Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del VicePresidente Salvini, il quale, tramite l’Ufficio di VicePresidenza, ha giustificato l’invito in virtù del ruolo dell’invitato di Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del Presidente del Consiglio di inoltrarla agli organizzatori del Forum. L’invito alla cena del sig. Savoini è poi stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum". Insomma, il pass è stato indubitabilmente fornito dal ministero dell'Interno. Intanto, ieri l'avvocato Gianluca Miranda, in una lettera a Repubblica, ha aggiunto nuovi particolari alla vicenda. Anche la sua voce si sente nell'audio e lui ieri ha spiecificato di essere stato presente all'incontro all'Hotel Metropol o-fondatore dello studio Sq-Law con sede a Roma e a Bruxelles, ha partecipato alla riunione del Metropol come “general counsel di una banca d’affari anglo-tedesca (...) interessata all’acquisto di prodotti petroliferi di origine russa”. Ha confermato l'esistenza di una trattativa per del petrolio, poi però non andata a buon fine. Anche il legale sarà sentito dalla Procura di Milano, che sta indagando su Savoini, come persona informata sui fatti. Intanto, Salvini continua a ostentare tranquillità e ieri ha rispedito al mittente ogni richiesta di andare a riferire in Parlamento: “Le indagini facciano il loro corso, facciano in fretta. Io vado in Aula a parlare di quello che succede realmente, non di supposizioni e fantasie”.