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Il sottosegretario Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano in audizione sul caso Cecilia Sala davanti al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica COPASIR presieduto da Lorenzo Guerini PD Camera dei Deputati a Roma
Ancora segnali tra Italia e Iran, nella complicatissima trattativa diplomatica per arrivare al rilascio, da parte di Teheran, della nostra giornalista Cecilia Sala. L'ultima mossa del regime degli Ayatollah è arrivata ieri, quando il portavoce del ministro degli Esteri, Esmail Baghaei, ha fatto sapere che il caso dell'arresto della cronista è attualmente oggetto di un'inchiesta. «La giornalista italiana», ha sottolineato Baghaei, «è stata arrestata per “violazione delle leggi della Repubblica Islamica", come ha affermato in un comunicato il dipartimento dei media esteri del ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico».
«L'annuncio sugli ultimi sviluppi e i dettagli del caso», ha aggiunto, «spetta al portavoce della magistratura». La parte più importante delle parole del portavoce del capo della diplomazia iraniana, però, sono quelle in cui si afferma che «l'Iran si aspetta che il governo italiano non permetterà che i rapporti bilaterali vengano influenzati dagli Stati Uniti», mostrando una certa ambiguità, dato che il riferimento è ovviamente all'arresto, avvenuto a Milano lo scorso 16 dicembre, dell'ingegnere Mohammad Abedini Najafabadi su richiesta degli Usa. Allo stesso tempo, però, l'esponente del governo di Teheran afferma che il trattenimento di Cecilia Sala non è una conseguenza di quello di Abedini: «La giornalista italiana», afferma, «è stata detenuta per violazione delle leggi iraniane, mentre la misura presa dagli Stati Uniti contro Abedini è una sorta di presa di ostaggi».
La palla, dunque, è nel campo italiano, e la scadenza più importante, in quest'ottica, è quella del 15 gennaio, quando è stata fissata l'udienza davanti a un collegio della Corte d'Appello di Milano, sulla richiesta dei domiciliari avanzata nei giorni scorsi dall'avvocato di Abedini, Alfredo De Francesco.
Nessun segnale da via Arenula, per il momento, sulla possibilità di revocare la misura cautelare per l'ingegnere iraniano, facoltà che il nostro ordinamento prevede che il ministro della Giustizia possa utilizzare, come già avvenuto in alcuni casi anche nel recente passato. Abedini è accusato dagli Usa di aver fornito supporto tecnico al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerata dagli americano un'associazione terroristica, per un attentato che ha provocato in Giordania la morte di tre militari statunitensi.
L'accusato si è già dichiarato innocente, e la Corte d'appello milanese deciderà, ma appare evidente ai più che la partita si gioca prevalentemente sul piano diplomatico e politico.
Proprio su quest'ultimo fronte, ieri è stata la giornata dell'audizione del sottosegretario con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano, di fronte al Copasir, proprio sul caso Sala, avvenuta per soddisfare la richiesta delle opposizione di essere informate sulla strategia del governo per arrivare al rilascio della giornalista.
Mantovano ha riferito al Comitato per circa due ore e mezza, ed è altamente probabile che nel corso della seduta (come di consueto a porte chiuse) sia stato interpellato anche sulle dimissione da Direttore del Dis, da parte di Elisabetta Belloni, che non hanno mancato di provocare reazioni politiche. Il sottosegretario ha risposto ai cronisti che lo hanno interpellato a margine dell'audizione, sulla questione del ventilato accordo da un miliardi e mezzo tra il nostro governo ed Elon Musk, per la fornitura di tecnologie avanzate per la sicurezza nelle telecomunicazioni, accordo per il momento non confermato da Palazzo Chigi, che in una nota diffusa ieri mattina a tenuto a precisare che non sono stati «firmati contratti o conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. La stessa Presidenza del Consiglio smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l’incontro con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump».