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Il segretario nazionale di FI Antonio Tajani, il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto in occasione della conferenza stampa sulla situazione delle carceri in Italia
«Con questa iniziativa, Forza Italia si prende un metro di vantaggio su tutti gli altri nella ricerca di soluzioni reali per il pianeta carcere». Così Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, spiega al Dubbio la ratio della richiesta alla commissione Giustizia di Montecitorio, da parte dei membri azzurri, di un'indagine conoscitiva sullo stato degli istituti di pena del nostro paese, annunciata ieri mattina in conferenza stampa dal segretario del partito Antonio Tajani assieme a lui e ad altri esponenti di Fi. L'annuncio è arrivato nel quadro di un riassunto degli esiti della campagna estiva di visite ai penitenziari, fatte da numerosi parlamentari, che avevano preannunciato, al termine delle stesse visite, una serie di richieste da sottoporre all'attenzione degli alleati per incidere e invertire una tendenza drammatica al sovraffollamento e all'abbandono, che ha già prodotto dall'inizio dell'anno oltre 70 suicidi in cella.
Tra queste, era stata anche citata l'ipotesi di prevedere, per chi avesse un residuo di pena inferiore a un anno e mezzo, di beneficiare di misure alternative alla detenzione carceraria, che potevano includere anche gli arresti domiciliari, stante l'oggettiva difficoltà burocratica e di organico per approntare un numero adeguato di comunità protette o strutture con standard di sicurezza conformi. Nel quartier generale azzurro, invece, anche ieri su questo fronte – a differenza per esempio della cittadinanza - ha prevalso l'attenzione agli equilibri di coalizione e la volontà di non mettersi in rotta di collisione con gli alleati del centrodestra.
Per Sisto, in ogni caso, «l'indagine consentirà soprattutto di comprendere quanto è utile andare nel dettaglio, perché poi i macrotemi si possono affrontare con facilità, ma quando si ha l'indagine puntuale e dettagliata dei singoli problemi di ogni struttura, poi si ha un'idea più chiara di quelle che possono essere le soluzioni di carattere generale, altrimenti si corre il rischio che magari una soluzione di carattere generale non risolva i problemi specifici».
Per quanto riguarda la tempistica dell'indagine, difficile che questa possa vedere la luce entro l'anno, anche a causa della sessione di bilancio: Pietro Pittalis, deputato della commissione Giustizia, ha fatto sapere che la richiesta dell'indagine sarà inoltrata in uno dei prossimi uffici di presidenza, in modo da partire con il ciclo di audizioni dopo la pausa natalizia. E la linea di “non belligeranza” sulla politica carceraria con Lega e FdI è stata chiaramente ribadita ieri dallo stesso Tajani, quando è stato interpellato sulla compatibilità delle norme approvate dal governo nel ddl sicurezza ( in particolar modo quelle sulle mamme detenute) con la linea garantista di Fi: «Pensiamo», ha detto Tajani, «che si debbano eliminare le ragioni del malessere quando riguarda la dignità della persona, ma chi ha sbagliato deve pagare». «Dobbiamo consentire», ha proseguito, «che, specie per la carcerazione preventiva, non stia in carcere chi non ci deve stare. Il lassismo non ha nulla a che fare con il garantismo» . Poi Sisto ha risposto nel merito sulle mamme detenute, sostenendo che «il provvedimento prevede che decida il giudice caso per caso, e quale garanzia è migliore di un giudice?».
In termini generali, il vicepremier ha ribadito quanto già detto al momento delle visite estive agli istituti: «Abbiamo trovato quello che temevamo: sovraffollamento, con una media del 110%. In alcuni istituti, come a Brescia, si arriva oltre il 260%. Abbiamo constatato che la soluzione migliore è far sì che i detenuti tossicodipendenti possano scontare la pena in comunità di recupero. Bisogna poi incrementare il numero dei giudici di sorveglianza per far uscire il maggior numero possibile detenuti che ne hanno diritto di uscire, senza che rimangano dentro per lungaggini burocratiche. Bisogna poi lavorare sulla carcerazione preventiva, perché le medie ci dicono che il 50% dei detenuti in carcerazione preventiva non dovrebbero esserlo. Infine occorre aumentare l'organico della Polizia Penitenziaria».
C'è stato poi spazio per una replica di Sisto sulla questione della nomina a Garante nazionale dei detenuti di Riccardo Turrini, contestata dall'opposizione ma anche da altre istituzioni, come l'Ucpi, a causa della sua pregressa esperienza nel Dap. «Non è mai accaduto», ha detto, «che una nomina non portasse con sé qualche polemica. Il ministro Nordio ha inteso nominare Turrini Vita perché ha esperienza, competenza e capacità, e non possiamo che augurargli buon lavoro». Novità anche sul fronte della separazione delle carriere: il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Nazario Pagano, ha fissato al 23 ottobre il termine per gli emendamenti, e il testo base dovrebbe essere pronto per la fine della prossima settimana.