E infine, arrivò la resa dei conti. Dopo la cocente sconfitta in Liguria la segretaria del Pd, Elly Schlein, vorrebbe dedicare anima e cuore alle prossime due regioni al voto, Emilia-Romagna e soprattutto Umbria, dove il centrosinistra rischia molto di più, eppure la leader dem è occupata dalle beghe interne. Una su tutte, quelle che riguarda un’altra regione al voto, ma nel 2025, cioè la Campania.

Dove il Pd governa da dieci anni grazie a Vincenzo De Luca, il quale vuole ricandidarsi nonostante il diktat imposto dal Nazareno che prevede lo stop al terzo mandato. Ma l’ex sceriffo di Salerno non ha intenzione di mollare la presa e domani, in Consiglio regionale a Napoli, se ne vedranno delle belle.

All’ordine del giorno c’è infatti proprio la norma “salva” De Luca, le modifiche alla legge elettorale regionale e il ddl per modifiche alla legge Calderoli sull’autonomia differenziata. La discussione più attesa è ovviamente quella sulla proposta di legge presentata da Giuseppe Sommese di Azione e approvata in I Commissione (con voto favorevole della maggioranza di centrosinistra, contrario del centrodestra e del Movimento 5 Stelle) che prevede il recepimento della norma nazionale che vieta il terzo mandato consecutivo da presidente della Regione Campania, ma al contempo prevede che il computo dei mandati decorra a partire dall’entrata in vigore della legge regionale. In caso di approvazione, quindi, De Luca avrebbe la possibilità di candidarsi anche alle elezioni regionali del 2025 pur avendo concluso due mandati consecutivi.

Ormai da mesi Schlein ribadisce però la sua contrarietà, da ultimo ieri sera a Che tempo che fa, e anche la responsabile Giustizia del partito, Deborah Serracchiani, auspica una ricomposizione tra le parti. Che per il Pd significa un passo indietro di De Luca. «Speriamo che si ricomponga, c’è tempo e modo di recuperare, non ci possiamo permettere di consegnare alla destra la Campania - ha detto Serracchiani- Noi, come Pd, siamo contrari in generale ma ci sono tutti i tempi, i modi e i luoghi per recuperare questa situazione». Ricordando poi che «i nostri consiglieri regionali sanno come la pensa il partito», che sa un tantino di minaccia.

De Luca comunque può contare su una maggioranza di massimo 33 voti, quindi quelli del Pd potrebbero essere decisivi nel caso in cui il gruppo si dovesse spaccare. Resta alla finestra il M5S che, in caso di rottura e di ricandidatura di De Luca senza il simbolo del Pd, potrebbe giocare le sue carte per costruire il campo largo, magari mettendo in campo due profili come l’ex presidente della Camera Roberto Fico, l’ex ministro Sergio Costa o l'attuale sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sui quali si potrebbe trovare un’intesa anche con i dem. Nomi sui quali, tuttavia, sarebbe molto difficile creare un asse con la componente moderata della coalizione.

Il centrodestra, intanto, sfrutta le tensioni nel campo opposto e si lancia all’attacco di De Luca e dei dem. «Ci sono due Pd, quello di Roma e quello di Napoli. Semplicemente ridicoli», ironizza il commissario regionale di FdI, Antonio Iannone. Una strategia utile per accentuare le frizioni nel campo opposto e, allo stesso tempo, per mascherare le divisioni interne sulla scelta del candidato.

Perché tra Fi e Fdi ormai è guerra aperta e tutte le volte che, negli ultimi mesi, la discussione si è spostata sul nome da scegliere per le regionali, il livello di scontro si è subito alzato. Dopo l’affaire Sangiuliano-Boccia, che ha di fatto cancellato le possibili ambizioni dell’ex ministro della Cultura, i due nomi al momento più accreditati sono quello del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, in quota FdI, e di Fulvio Martusciello.

Il capodelegazione di FI al Parlamento europeo non ha mai nascosto le sue aspirazioni e, nelle ultime settimane, ha moltiplicato gli attacchi a De Luca e al Pd, arrivando anche a chiedere la fine anticipata della consiliatura qualora venisse bocciata la norma sul terzo mandato. «De Luca è una faccia di bronzo e avrà la medaglia di bronzo, ormai è chiaro: arriverà terzo - ha detto l’esponente azzurro - Quello che dispiace è che De Luca, ci arriverà trascinando la Regione in uno scontro politico istituzionale senza precedenti».

Martusciello ha poi lanciato un avvertimento ai consiglieri regionali campani.«Quelli che domani voteranno a favore del recepimento della norma del terzo mandato - ha tuonato - non troveranno poi candidature nel centrodestra, quando inizierà il fuggi fuggi generale». Ma se Martusciello non nasconde le sue aspirazioni, più prudente è Cirielli. «A livello di partito mi hanno chiesto la disponibilità ma onestamente io sono molto felice di fare il viceministro degli Esteri, è il mio sogno - ha commentato l’esponente di FdI - Però sono anche un uomo di partito e se fosse necessario...».

Nel frattempo entrambi, tra poche ore, saranno incollati al tabellone dei voti per capire quale sarà il futuro di De Luca (e dunque anche un po’ il loro).