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Calenda
Ci sono due cose che ossessionano Carlo Calenda: ricordare a Enrico Letta che se c’è Giuseppe Conte lui non viene e replicare a Matteo Renzi (che quasi mai lo chiama in causa). Tanto che ultimamente non si capisce più quale dei due ex premier stia più sullo stomaco al leader di Azione. Perché se sull’antigrillismo Calenda ha costruito la sua immagine pubblica, sull’antirenzismo vorrebbe consolidarla. Così, appena il capo di Iv parla, twitta o parte per tenere una conferenza all’estero, il suo ex ministro dello Sviluppo economico scatta sull’attenti e commenta. E ieri non si è fatto sfuggire il passaggio dell’E- News in cui Renzi attaccava il superbonus. «Se vi fossero tra noi, ancora, inconsolabili nostalgici del governo Conte vorrei mostrare loro i dati sulle frodi che sono state permesse da leggi scritte malissimo come quelle del Governo Conte (110 per cento ma anche bonus facciate)», ha scritto il senatore di Rignano sull’Arno. «Secondo l’Agenzia delle Entrate, aver scritto male le norme ha prodotto frodi per oltre 4 miliardi di euro. Avete letto bene: oltre 4 miliardi di euro. Una cifra enorme», continua Renzi.
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