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“Il presidente Berlusconi anche questa volta ha dimostrato di essere il migliore interprete della contemporaneità, di essere in sintonia con il Paese che chiede un forte segnale di discontinuità con il passato. Tutti noi, classe dirigente di Forza Italia, siamo pronti ad assumerci la responsabilità di questa sfida bellissima e improcrastinabile, con la fierezza di appartenere a un grande Movimento, con una grande Storia, e nella consapevolezza che dobbiamo un poco trasformarlo per poterlo tramandare. La nomina di Antonio Tajani a vicepresidente di Forza Italia non è solo un segno di orgoglio azzurro, ma è soprattutto la dimostrazione del fatto che noi crediamo nelle nostre politiche, quelle lanciate da Silvio Berlusconi quando siamo nati, 24 anni fa. Sono quelle politiche moderate e rivoluzionarie insieme che Tajani prima da Commissario - ricordo lo straordinario lavoro all’Industria - poi da presidente del Parlamento europeo ha saputo realizzare grazie alla capacità di mediazione e all’autorevolezza di chi ogni giorno lavora sui dossier per difendere l’interesse nazionale, sempre evitando la critica sterile capace solo di alzare la voce” Annagrazia Calabria, 36 anni, leader dei giovani di Forza Italia, è da dieci anni in parlamento. Proprio con Tajani, a soli 18 anni, 18 anni fa, si candidò consigliere comunale di Roma, presentandosi nella lista “Roma nostra” a sostegno della corsa a sindaco del cofondatore di Forza Italia, che sfidò con onore, arrivando a più del 40 per cento, quell’autentica “macchina da guerra” di consensi che era Walter Veltroni. Ora Calabria non può che salutare con gioia la nomina di “Antonio” a numero due del partito.
On. Calabria, lei nei giorni scorsi aveva sollevato in un’intervista a “ Il Corriere della sera” la necessità del rilancio di Forza Italia. La nomina di Tajani è di fatto una risposta al protagonismo della Lega di Matteo Salvini che ha sorpassato Fi?
Io voglio restare al tema del rilancio di Forza Italia, deve essere questa la nostra priorità: la ricostruzione della nostra casa, del partito che amo e nel quale sono nata e cresciuta. Piantai il mio primo gazebo a 15 anni, lo ricorderò sempre con grande orgoglio. Forza Italia deve essere più consapevole della propria storia, della propria identità e dei propri valori che restano quelli di 24 anni fa, in nome dei quali Berlusconi scese in campo. Valori che ora, con la nomina di Tajani, il Presidente rilancia: libertà dell’individuo, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato, difesa della famiglia e delle radici cristiane. Principi combinati con la nostra ricetta liberale: la diminuzione delle tasse, la lotta alle tenaglie burocratiche che opprimono le aziende e il Paese, il taglio del cuneo fiscale per aiutare le imprese ad assumere i giovani. E mi sembra che la questione giovanile non sia molto presente nell’agenda del Governo.
Ma è un fatto che tutta la classe dirigente dei partiti liberali e conservatori, raggruppati dal Ppe, da Angela Mekel in poi sono in crisi, subiscono il protagonismo dei cosiddetti sovranisti. Salvini da Pontida ha lanciato la “Lega internazionale” che vi darà filo da torcere alle Europee del prossimo anno.
Resto convinta che l’Italia sia un Paese fondamentalmente moderato, riformatore, saldamente ancorato alle alleanze atlantiche e ai valori del popolarismo europeo. E’ per questo che Forza Italia non cambia pelle, non insegue posizioni drastiche, ma ragiona. Sono certa che la nostra posizione tornerà presto ad essere maggioritaria. L’Italia non può fare a meno dell’Europa e l’Europa non può fare a meno dell’Italia. La critica all’Unione non può implicare l’isolamento: la famiglia del Partito Popolare Europeo rimane un fondamentale ambiente di confronto.
C’è anche la nomina di Adriano Galliani, ex ad del Milan, a capo dei dipartimenti. Che significato ha?
Questa è la dimostrazione che Forza Italia ha una classe dirigente di grande livello in tutti i campi. Galliani è un manager che ha vinto tantissimo e saprà riportare in Forza Italia la giusta ambizione. E insisto sul rilancio della nostra azione sul territorio, sulla mancata valorizzazione di dirigenti validissimi che ora, a livello locale, potranno rivendicare il giusto protagonismo.
Lei è l’unica deputata di centrodestra che ha vinto un collegio uninominale a Roma. Ha preso più di 54.000 voti nel collegio romano di Castel Giubileo. Che morale trarne?
Sì, in una città complicata come Roma ho vinto, distaccando il M5S di molto. In alcune zone del mio collegio, come nel XV Municipio, anche grazie a una capacissima squadra sul territorio Forza Italia ha raggiunto oltre il 18%. Una sfida difficile che però dimostra che se si fa politica sul territorio, in mezzo alla gente, ascoltando le persone, gli obiettivi si possono raggiungere.
Lei è nata a New York dove lavorava suo padre, il multiculturalismo della Grande Mela lo ha respirato. Come giudica la stretta che il ministro Salvini ha dato all’immigrazione?
La necessità di porre un limite ai flussi migratori era parte del programma del centrodestra. Ma la soluzione più efficace e ancora valida è stata indicata dall’operato del Presidente Berlusconi con i suoi governi, e cioè controllo sugli sbarchi, rimpatri più veloci, un grande Piano Marshall per l’Africa, accordi con i Paesi sulla sponda del Mediterraneo, lotta all’immigrazione clandestina. E come ha dimostrato Tajani, da ultimo attraverso il ruolo decisivo che ha avuto per sbloccare il vertice di Bruxelles e rimettere in discussione l’accordo di Dublino, i risultati si ottengono faticosamente con la mediazione, non battendo solo i pugni sul tavolo.