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Le multinazionali del farmaco? «Guadagnano di più senza vaccini». E il rischio per i bambini che non possono vaccinarsi? «Esiste, non si può mettere il diritto all’ignoranza davanti a quello alla salute». Parola di Roberto Burioni, il virologo che ha avviato una vera e propria crociata contro i novax, diventando il loro obiettivo preferito. Al punto di guadagnarsi minacce di morte sul web. «Non mi fanno piacere ma non ho nulla da dire su questo», racconta al Dubbio.
Mandando un messaggio al ministro della Salute Giulia Grillo dopo la sua intervista al Corriere: «Il rischio contro alcune malattie si può ridurre a zero. Non dobbiamo rassegnarci: dobbiamo sconfiggerle».
Dottore, partiamo dall’intervista del ministro Grillo, che le manda a dire: “non puoi illudere la gente che non morirà nessuno”. Come replica?
Io direi che la morte non è prevenibile in generale, ma quella per morbillo sì, perché nei paesi dove si è raggiunta l’immunità di gregge si è già ottenuto l’obiettivo zero casi e se le coperture fossero state adeguate, anche in Italia di morbillo non sarebbe morto nessuno. Non dobbiamo rassegnarci, dobbiamo sconfiggere queste malattie. Per parlare di dati, così come ha fatto il ministro, bisogna ricordare che il tasso di incidenza più alto di morbillo riguarda i bambini con meno di un anno, troppo piccoli per essere vaccinati e, quindi, più esposti.
Il ministro parla di rischio molto contenuto.
Il punto non è se è basso, il punto è che deve essere portato a zero, così com’è nei paesi più sviluppati, perché è possibile farlo. Questi sono i numeri con i quali fare i conti. Noi le cinture di sicurezza le mettiamo sempre, anche se la strada non ci sembra pericolosa.
Il problema del governo sembra essere la coercizione. È possibile raggiungere l’obiettivo senza obbligo vaccinale?
Se fosse possibile allora dovrebbero eliminare la coercizione anche per le tasse o per i limiti di velocità. Sinceramente questo discorso non lo capisco. Portare il casco è un obbligo, c’è coercizione, altrimenti mi viene fatta una multa. Allora dovrebbero spiegarmi perché dovrebbe esserci un diverso trattamento per i vaccini, che rappresentano un presidio fondamentale, la cui utilità non è stata mai messa in discussione.
Eppure molti dei suoi detrattori sostengono che la sua difesa a spada tratta dei vaccini dipenda solo dal fatto di guadagnarci. Come risponde?
Queste persone dovrebbero capire che le multinazionali del farmaco sarebbero molto felici se le persone smettessero di vaccinarsi e non il contrario. Le malattie rendono mol- to di più: un euro in vaccini ne fa risparmiare più di venti in farmaci. Direi che c’è una bella differenza. Sono affermazioni senza basi scientifiche: i vaccini sono i farmaci più sicuri ed economici che abbiamo. Nessuno dei più comuni rimedi in commercio possiede un profilo di sicurezza alto come quello dei vaccini attualmente in uso. Basti pensare che il fatturato complessivo dei vaccini nel 2015 è stato di 317 milioni, secondo i dati Osmed- Aifa, mentre solo i farmaci per ulcera e gastrite si aggirano attorno al miliardo.
La sua frecciata al ministro - «Al primo morto di morbillo lei verrà sbranata» - è stata definita una strumentalizzazione. Cosa voleva dire realmente?
Era un modo di dire! Speriamo ovviamente che non succeda, ma se dovesse succedere è chiaro che si tratterebbe di una morte evitabile, se tutti si vaccinassero. Io penso ci sia una legge che funziona e andrebbe potenziata, non smontata. Questa è la mia opinione scientifica, poi non mi occupo di politica.
A proposito di politica: per molti è diventato un punto di riferimento. Perché non si è candidato?
Non sono mai stato iscritto ad un partito e ho rifiutato la candidatura con il Pd quando mi è stata proposta. Per me la politica - e l’ho spiegato quando ho rifiutato - è la più alta forma di impegno civile, ma io preferisco farla fuori dal Parlamen- to, rappresentando la voce della scienza, mettendo i miei studi al servizio di chiunque combatte per la verità contro le bugie e non di una parte politica, continuando a fare al meglio il mio dovere di cittadino, di padre e professore universitario.
Perché ha scelto la virologia?
Perché ho avuto un maestro molto bravo, il professor Clementi. Questo campo mi è sempre piaciuto. Per altro vorrei dire a chi mi accusa di arricchirmi che in realtà mi occupo di farmaci alternativi ai vaccini. Ecco, mi converrebbe dire che non funzionano. Se c’è un conflitto di interessi sarebbe al contrario. Ma io non posso dire una bugia.
E cosa risponde a chi la minaccia per queste sue prese di posizione?
Ovviamente non mi fa piacere, ma non ho nulla da dire. Nel caso del fotomontaggio dispiace ancora di più, perché la storia di Aldo Moro l’ho vissuta quando facevo il liceo e ho un ricordo molto chiaro di quei giorni terribili. Siamo riusciti a superare quel periodo, credo riusciremo a superare anche questo, che sicuramente è meno difficile.
Cosa potrebbe accadere senza l’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola?
I bambini potrebbero contrarre malattie infettive all’asilo e infettare i loro compagni o troppo piccoli o impossibilitati a vaccinarsi perché immunodepressi e in cura per un tumore. Con questa scelta si metterebbe il diritto dei genitori di non vaccinare i propri figli in nome dell’ignoranza davanti a quello alla salute dei bambini che, invece, non possono vaccinarsi.
Il decreto Lorenzin era efficace?
Sembra funzionare e oltre tutto prevede già di rivedere l’obbligo se le cose dovessero andare meglio tra qualche anno. Io ritengo piuttosto che andasse potenziato, non distrutto. Manca infatti l’obbligo per i sanitari, per chi entra a contatto con i bambini e alla fine si può andare a scuola pagando una multa.
Ci sono state varie uscite politiche contro i vaccini. Cosa si augura?
Ad altre affermazioni grottesche non replico neppure. La cosa importante è che le coperture non scendano e ho la sensazione che chi voglia vaccinare i figli comunque lo faccia. Spero che le cose vengano lasciate come sono, senza indugi e senza rinvii, che francamente stento a capire.