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L’ennesima fake news sulla morte di un personaggio famoso, che senza alcuna verifica passa dal tam tam dei social ai media senza alcun filtro e solleva un polverone, per poi essere smentita. Stavolta è toccato a uno dei politici più importanti della cosiddetta Seconda Repubblica, il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, protagonista assoluto della vita politica italiana del post-Tangentopoli, progressivamente ritiratosi a vita privata dopo il grave ictus che lo colpì duramente nel marzo del 2004, seguito nel corso degli anni da ulteriori complicazioni. Nonostante questi problemi, Bossi non ha mai cessato di intervenire, seppure in modo saltuario, nel dibattito politico, ed è rimasto per il popolo del Carroccio un punto di riferimento.
Ma ieri mattina, ad un certo punto, alcuni siti (tra cui “Dagospia”) avevano rilanciato la voce incontrollata del decesso del Senatur, per poi fare marcia indietro quando familiari e amici prossimi di Bossi hanno fatto presente che quest'ultimo era assolutamente vivo e presente a se stesso.
Contattato da quella parte di cronisti (sempre meno, purtroppo) che verificano alla fonte i rumors di cui vengono a conoscenza prima di pubblicare notizie, il primo a rispondere che si trattava di una bufala è stato il figlio del fondatore leghista, Renzo, il quale ha subito smentito la notizia della morte del padre, aggiungendo che «è già successo altre volte, in questo modo gli allungano la vita...». Sono le stesse parole usate dall'ex-ministro della Giustizia Roberto Castelli, che ha aggiunto anche un dettaglio riguardante al giornata del senatore, che quando ha cominciato a circolare la falsa notizia stava «mangiando un piatto di pasta».
Poi è arrivata la telefonata dell'attuale leader leghista, Matteo Salvini (che era impegnato a Palazzo Chigi per il vertice di maggioranza e per il Consiglio dei ministri), che ha diffuso una breve nota nella quale ha reso noto di aver scherzato assieme a Bossi «sull'ennesima sciocchezza giornalistica», aggiungendo di volerlo andare a trovare quanto prima «per aggiornarlo sull'Autonomia e su tutti i risultati che stiamo ottenendo al governo».
Il Senatur, infatti, dopo i dissidi degli ultimi tempi con Salvini, culminata nell'indicazione di voto per Fi alle Europee (per la quale si era profilato un procedimento disciplinare) ha teso una mano a via Bellerio, tenendo a far filtrare il proprio sostegno all'Autonomia recentemente approvata, contro la quale si è espressa la Cei e le opposizioni stanno raccogliendo le firme per un referendum abrogativo.
«È un sostegno molto importante e particolarmente gradito», ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. «L'Autonomia», ha aggiunto, «è il compimento di un percorso iniziato da Bossi e fortemente voluto, con l'esito di un referendum promosso da Roberto Maroni, dalla stragrande maggioranza di chi vive in Lombardia».