È passato un anno e mezzo dalla sua morte, ma l'asprezza della contrapposizione politica sulla figura di Silvio Berlusconi sembra non voler arrestarsi. Al contrario, la polemica si rianima periodicamente e con toni più caldi. L'ultimo episodio riguarda la puntata di Report andata in onda domenica scorsa su Rai Tre, che ha dedicato al Cavaliere e ai suoi presunti rapporti con la criminalità organizzata un'ampia serie di servizi, imperniati su Marcello Dell'Utri e sul suo presunto ruolo di trait d'union tra la mafia e l'imprenditore milanese.

Vicende ampiamente esaminate dai magistrati nel corso dell'ultimo trentennio, ma che l'inchiesta di Report ha rievocato partendo dalle recenti conclusioni della Procura di Firenze riguardo ai trasferimenti di denaro avvenuti da Berlusconi a Dell'Utri. La reazione della famiglia dell'ex-premier e delle forze politiche di maggioranza è stata durissima, tanto da innescare sia la controreplica della redazione di Report che quella delle opposizioni parlamentari, che si sono schierate a difesa della libertà di stampa.

In mattinata è arrivata la nota della Fininvest Spa, nella persona della primogenita Marina, per la quale «il servizio che ieri sera Report ha dedicato a Silvio Berlusconi appartiene alla categoria del peggior pattume mediatico-giudiziario. Rimestando per quasi due ore in un bidone di accuse sconnesse, illogiche, già smentite mille volte, utilizzando addirittura brani di puntate precedenti, e dando voce a personaggi più che screditati, ha tentato di riesumare le infamanti, paradossali accuse di una presunta vicinanza di mio padre alla criminalità organizzata: vecchie un quarto di secolo e tutte regolarmente sepolte sotto le plurime archiviazioni decise - sempre su richiesta degli stessi inquirenti - dai Tribunali di Palermo, di Caltanissetta e di Firenze».

«Accuse», prosegue la nota, «totalmente false finite nel nulla, insomma, così come nel nulla non potrà che finire anche l'ultima di queste inchieste, assurdamente riaperta a Firenze molti anni fa, dopo quattro successive archiviazioni. Per mio padre parlano i fatti: Silvio Berlusconi è sempre stato in prima fila contro tutte le mafie. I suoi governi hanno varato normative e ottenuto risultati che nessun altro esecutivo italiano può vantare: dalla stabilizzazione del carcere duro per i boss mafiosi (il cosiddetto 41 bis) nel 2002, all'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati ai mafiosi nel 2010, fino al primo Codice antimafia nel 2011».

«Ma Report», sottolinea Marina Berlusconi, «resta fedele al proprio dogma di disprezzo per la verità e per le garanzie processuali, oltre a perseverare nel consapevole esercizio del peggior 'disservizio pubblico', che non danneggia soltanto la memoria di Berlusconi, ma tutti coloro che avrebbero diritto a un'informazione basata sui fatti. Con l'aggravante di accanirsi su un uomo che, scomparso oltre un anno e mezzo fa, non può più difendersi. Report, però, va anche oltre, e nel suo delirio calunniatorio non riesce a trattenersi nemmeno davanti alla morte. I suoi autori non solo hanno scelto di inserire nel loro montaggio alcune riprese del funerale di mio padre senza che ce ne fosse alcuna necessità, ma sono arrivati a irridere quei momenti di cordoglio, sovrapponendo alle immagini del suo feretro una canzonetta ironica: più che una colonna sonora, una colonna infame che viola non solo la deontologia giornalistica, ma il rispetto stesso della dignità umana». «Naturalmente», conclude la nota, «faremo ricorso a tutti gli strumenti legali più idonei per reagire a questo ignobile e vergognoso esercizio di pseudo giornalismo».

Pochi minuti dopo la diffusione della nota Fininvest, ne è arrivata una altrettanto dura di Forza Italia, che si è spinta oltre chiedendo ai vertici della Rai di «intervenire immediatamente per fermare questo scempio che, nella furia di attaccare Forza Italia e anche il nostro segretario Antonio Tajani, arriva anche ad aizzare il sentimento antisemita contro Israele, tacciandolo di essere la causa di tutti i mali del mondo». A fianco della famiglia e del partito di Berlusconi, come detto, si sono schierati Lega e FdI: per il Carroccio il servizio di Report è «a dir poco, indegno», mentre per il partito della premier Giorgia Meloni si tratta di un'«offesa alla credibilità della Rai».

Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha risposto personalmente alle accuse, sottolineando che l'inchiesta è «rigorosa, basata su documenti e dichiarazioni vagliate dai magistrati». «Si è dato conto – ha spiegato Ranuccui - delle novità emerse dalle perizie finanziarie economiche emerse dalla Procura di Firenze dove Silvio Berlusconi era indagato e dove oggi è ancora indagato Marcello Dell'Utri. Si è data possibilità alla famiglia e a Dell'Utri di intervenire e in alternativa si è dato ampio spazio alle risposte dei legali». Solidarietà ai giornalisti è arrivata dal Pd attraverso il responsabile informazione Sandro Ruotolo, che chiede agli «esponenti politici della destra» di smetterla «di fare i censori», mentre il M5s parla di «scarsa tolleranza nei confronti della libertà di informazione».