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Foto Roberto Monaldo / LaPresse 04-07-2022 Roma Politica Sit-in di Amnesty International contro sentenza della Corte suprema degli Usa che ha abolito il diritto all’aborto Nella foto Un momento del sit-in a p.zza Barberini, nei pressi dell’ambasciata Usa Photo Roberto Monaldo / LaPresse 04-07-2022 Rome (Italy) Amnesty International protest against US Supreme Court ruling that abolished the right to abortion In the pic A moment of the protest
La “grana” aborto adesso scoppia nella maggioranza. Dopo le scintille degli ultimi giorni con le opposizioni, lo strappo si è allargato al fronte interno. Quando la battaglia si è spostata nell’Aula della Camera, che oggi ha respinto con 93 voti favorevoli, 117 contrari e 18 astenuti l’ordine del giorno presentato dal Pd al decreto Pnrr.
Un testo con il quale i dem cercavano di contrastare gli effetti dell’emendamento presentato da Fratelli d’Italia, che prevede la presenza dei comitati pro-life nei consultori, assicurando la piena attuazione della legge 194. Le posizioni sono chiare: per il centrodestra il coinvolgimento dei movimenti provita significa attuare pienamente la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza; per le opposizioni, ma anche per i movimenti e le associazioni femministe, quell’emendamento è al contrario simbolo dell’ennesima aggressione al diritto all’aborto, che si vorrebbe ostacolare esercitando pressione psicologica sulle donne.
Meno chiare, da ieri, sono le posizioni sul tema dentro il centrodestra. Che, tabulati alla mano, si è in parte sottratta alle indicazioni del governo sul voto a Montecitorio: quasi metà Lega, e precisamente 15 deputati su 37, si sono astenuti sul testo presentato dai dem. A cominciare dal capogruppo Riccardo Molinari, seguito tra gli altri 18 dalla leghista Laura Ravetto e dal deputato azzurro Paolo Emilio Russo.
«Governo e maggioranza hanno gettato la maschera», ha protestato in aula la deputata del Pd Ilenia Malavasi. Per la quale ci sono tutti gli “indizi”, a cominciare dai tagli alla sanità, per credere che l’obiettivo ultimo sia ostacolare l’aborto. Immediata la replica della deputata di FdI Carolina Varchi, relatrice della legge che vuole rendere la maternità surrogata reato universale. «Se l’unica strada è l’aborto, non è libertà», ha tuonato Varchi. «L’Ordine del giorno con il quale le sinistre hanno provato a impedire a enti del terzo settore di lavorare nei consultori al fianco delle donne, come abbiamo previsto con un nostro emendamento, è figlio del pregiudizio contro queste associazioni e della strumentale lettura della legge 194», ha spiegato Varchi. Per la quale l’idea che «i volontari possano addirittura incidere in modo violento sulla psiche delle donne», rappresenta «un’accusa inaccettabile».
La discussione nasce dall’emendamento FdI approvato in Commissione Bilancio alla Camera in base al quale, nei consultori, le Regioni possono «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». In altre parole, figure pro-life. Che sono notoriamente gradite alla destra, con gli opportuni distinguo. «Come sempre sui temi etici abbiamo lasciato libertà di coscienza, e quindi c’è stato chi ha seguito le indicazioni del governo e chi si è astenuto», ha spiegato Molinari in Transatlantico. Sulle stesse posizioni la collega di partito Ravetto, la quale ritiene che sull’aborto «l’ultima parola spetti alla donna, la 194 non si tocca, va fatta certamente una informazione più equilibrata, ma ci sono anche problemi di privacy ad allargare la platea nei consultori». L’astensione della Lega ha comunque prodotto i suoi effetti, e di certo non è piaciuta a Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, che si dice «stupito» della scelta del Carroccio e definisce «vergognoso» il testo dem, che contrasterebbe con il dettato dell’articolo 2 della 194.
«Se veramente volete così tanto la piena applicazione della legge 194 – ha sottolineato nel suo accorato intervento in aula Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza - cosa fortemente voluta anche dal Pd, allora perché vi accanite solo su questo punto e non vi focalizzate anche su tanti altri punti della legge che vengono completamente disapplicati? Perché non investite risorse per completare la rete dei consultori? Perché non sentite l’esigenza di lavorare sull’obiezione di coscienza? A queste domande la maggioranza non risponde perché l’obiettivo principale e la vera volontà è quella di torturare le donne psicologicamente, dovreste aiutarle le donne alla pratica dell’aborto e non ostacolarle».