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L’ex generale della Guardia di Finanza, Vito Bardi, è stato riconfermato presidente della Basilicata per un secondo mandato. Bardi, forzista sostenuto dall’intero centrodestra e da Azione e Italia Viva, si è imposto nettamente con il 55% dei voti circa (lo scrutinio è ancora in corso) su Piero Marrese, candidato di centrosinistra e M5S, attorno al 45%.
Hanno votato meno della metà degli aventi diritto, con l’affluenza definitiva al 49,8%, quasi cinque punti in meno delle scorse Regionali del 2019, quando si votò in un unico giorno. A Montalbano Jonico, comune dove Piero Marrese è sindaco al secondo mandato, ha votato il 66,56%, in aumento rispetto al 55,76% di cinque anni fa. Montalbano è il secondo Comune dove c’è stata la maggiore affluenza perché il primo è stato Filiano, il comune di nascita del presidente uscente Vito Bardi, ha votato il 66,69%.
Già dal primo pomeriggio, e per la verità nelle ultime settimane, la vittoria di Bardi è sembrata scontata, visto l’ampio sostegno delle forze politiche e le divisioni nel campo avversario, con i nomi prima di Angelo Chiorazzo e poi dell’oculista Domenico Lacerenza bruciati dal fuoco incrociato di Pd e M5S. «Grazie a tutte e tutti per l'impegno, la passione, il lavoro straordinario», ha scritto Marrese a urne appena chiuse, mentre Bardi, per scaramanzia, ha seguito lo spoglio chiuso in una stanza dell’hotel La Primula di Potenza, assieme a staff e familiari. Nel centrodestra Fratelli d’Italia è risultato il primo partito, seguito da Fi, che supera la doppia cifra, e la Lega, che rimane sotto. Nel centrosinistra Pd sopra al M5S.
«Le previsioni degli uccelli del malaugurio, che dicevano che con la scomparsa di Silvio Berlusconi il nostro partito si sarebbe squagliato non si sono avverate - ha commentato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, fedelissimo del segretario Antonio Tajani - Con Bardi si è ampliata la coalizione, aprendo anche ad Azione e Italia viva. Il centrosinistra, invece, ha fatto un casino». Per lo stesso Tajani «Forza Italia cresce e gode di ottima salute», mentre Giovanni Donzelli, coordinatore nazionale di Fd’I, «i cittadini hanno riconosciuto il buon lavoro di Bardi e del centrodestra». Soddisfatto anche Lupi, per il quale «il centrodestra vince e il Centro cresce e si conferma determinante protagonista» e dopo l’Abruzzo «anche la Basilicata ha confermato le aspettative ed ha premiato Vito Bardi ed il buon governo degli ultimi cinque anni».
Le prime reazioni arrivate dal centrosinistra testimoniano tutta l’amarezza per una campagna elettorale gestita male e finita peggio. «Ringrazio Piero Marrese perché ha fatto una battaglia molto difficile. Ci si è arrivati tardi. Siamo arrivati a questo appuntamento elettorale dopo aver fatto molti errori. È successo di tutto - ha detto Pina Picierno, vicepresidente Pd del Parlamento europeo - Penso che il risultato sia l’effetto degli errori che ci sono stati nella composizione della coalizione. Con M5S c'è la necessità di stabilire alcuni regole che devono valere sempre. Occorre darci un perimetro. Non si può, di volta in volta, decidere in maniera diversa».
E nei commenti post voto si inserisce anche la vicenda del monologo sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati previsto e poi cancellato dalla Rai. «Loro continuano a parlare di fascismo, inventandosi qualcosa che non esiste, mentre gli italiani ci votano», ha detto il vicecapogruppo di Fd’I alla Camera, Alfredo Antoniozzi, mentre sui social compariva un post di Atreju, la sezione giovanile dei meloniani, con su scritto «non ci hanno visti arrivare perché impegnati a rileggere il famoso monologo».
Dopo la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna a fine febbraio, che aveva fatto parlare di “vento del cambiamento” e dato una speranza al campo largo di Pd e M5S, al vittoria larga di Bardi, dopo quella di Marco Marsilio in Abruzzo, rafforza dunque il centrodestra di governo e in particolare Forza Italia, dando sostegno alla tesi per cui in Sardegna, dove le liste di centrodestra hanno ottenuto più voti di quelle di centrosinistra, a essere sbagliato era probabilmente il candidato, cioè il meloniano Truzzu.
Ora il “carrozzone” delle Regionali di quest’anno si sposta in Piemonte, dove si vota in contemporanea con le Europee dell’8 e 9 giugno e dove l’uscente Alberto Cirio, anch’egli forzista, e favorito contro Pd e M5S che corrono separati, e poi in Umbria in autunno, dove la convergenza del campo largo, in sifda all0uscente Donatella tesei della Lega, sembra invece potersi concretizzare.