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In un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump, ha affrontato le polemiche che hanno seguito il suo saluto con braccio teso durante la Convention dei conservatori Usa, un gesto che molti hanno definito un “saluto nazista”. "È un gesto che faccio frequentemente con il mio pubblico, non ha alcun significato politico. In questo mondo di guerra dell’informazione, come nazionalista populista, soprattutto se sei di destra, è fondamentale opporsi ai media. Non puoi mai inginocchiarti davanti a loro", ha spiegato Bannon, cercando di chiarire il suo comportamento.
Riguardo alla decisione di Jordan Bardella di non parlare più all'evento, Bannon ha sottolineato la sua percezione che questo gesto dimostrasse una mancanza di determinazione e forza: “Ha mostrato di non avere la grinta per vincere e per guidare la Francia, una nazione con problemi enormi, tra cui immigrazione e difficoltà economiche. Si è messo in una posizione di vulnerabilità di fronte a qualcosa che è così palesemente falso. Non sarà mai un leader”, ha affermato in modo deciso.
Bannon ha anche commentato l'intervento della premier italiana Giorgia Meloni, che, in un video messaggio, aveva suggerito che “se mi avesse ascoltato negli ultimi due anni, non sarebbe stata in difficoltà per le dichiarazioni di Trump sull’Ucraina”. Secondo Bannon, “questa situazione dovrebbe servire da sveglia per lei. Spero che la faccia riflettere”.
Passando alla questione della guerra in Ucraina, Bannon ha affermato che “non c’è una decisione da prendere”. E ha continuato: “L’Italia può permettersi di inviare risorse illimitate, truppe o denaro? Senza l’America, l’Italia è finita. A Parigi si sono fatti solo discorsi vuoti. Volete appoggiare i britannici che mandano truppe? Avete le risorse per farlo? No, non ce le avete", ha ribadito, enfatizzando il suo punto di vista.
In chiusura, Bannon ha dichiarato: "Non importa cosa dice l'Europa. Trump è magnanimo, ma noi, come populisti, non vogliamo più inviare soldi né truppe. Il sangue versato in questa guerra è sulle mani di chi l’ha iniziata, e ora stiamo tornando al punto di partenza, se non peggio, perché i russi potrebbero non accettare di ritirare i loro carri armati dalle posizioni attuali”.