Questione di ore. Il ministro per gli Affari europei, le Politiche di Coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, una volta rassegnate le dimissioni ricoprirà, da domani, l’incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alle Politiche di coesione.

L’esponente di FdI è stato “congedato” dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la cerimonia per la firma dell’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione tra governo e Regione Puglia a Bari. «Sono orgogliosissima per il lavoro che hai svolto come ministro e che svolgerai come nuovo vicepresidente esecutivo della Commissione», ha detto l’inquilina di palazzo Chigi abbracciando poi Fitto, che ha ricambiato non nascondendo qualche lacrima di commozione.

Commozione replicata in sede di Cdm, dove Fitto è stato salutato dai colleghi e nel quale tuttavia non si è affrontato il tema della sua successione. Anche perché, al netto dei nomi che girano ormai da giorni, l’impressione è che Giorgia Meloni voglia tenere per sé l’interim degli Affari europei, nominando più avanti un sottosegretario per quella veste, e ripartendo il pacchetto di deleghe che fino ad ora Fitto ha gestito in solitaria puntando innanzitutto su Palazzo Chigi, dove la presidente del Consiglio può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di “regista”.

A facilitare le cose il fatto che i dirigenti che attualmente lavorano per il ministro uscente e neo vicepresidente della Commissione Ue, impegnati in prima linea sul Pnrr e sui fondi di coesione, resterebbero al loro posto. Per loro ben poco cambierebbe, se non che, dopo il trasferimento del ministro a Bruxelles, a leggere lo spartito e dirigere l’orchestra sarà di fatto Palazzo Chigi.

«Di nuovi ministri - spiegano alcune fonti di governo - al momento non se ne parla», e questo nonostante continui a circolare il nome di Elisabetta Belloni, «se poi più avanti cambieranno le cose è chiaro che un ministro di Fdi va sostituito con un ministro che veste la stessa maglia». Vale a dire, nessuna concessione per Fi e Lega, tanto più alla luce delle «schermaglie» (copyright Meloni), tra i due alleati.

Ma quello di Belloni, direttrice del Dis (Dipartimento per l’informazione e la sicurezza) in scadenza, sherpa di Meloni al G7 e già in corsa per la Presidenza della Repubblica nel gennaio 2022, quando poi venne rieletto Sergio Mattarella, è un nome del quale sicuramente si è parlato, così come quelli di Edmondo Cirielli, al momento, viceministro meloniano degli Esteri, e di Giulio Terzi di Sant’Agata, anch’egli nella scuderia di FdI e già ministro degli Esteri nel governo Monti.

«Giorgia Meloni nominerà una persona che si occuperà di quelle deleghe, ma se esce uno di quella squadra entrerà uno di quella squadra - ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini - Noi non abbiamo nulla da rivendicare». Sulla stessa linea Forza Italia. «Al dopo Fitto ancora non abbiamo pensato, e la decisione la prenderà Meloni - ha spiegato il leader Tajani - C’è tempo, quanto al futuro di Belloni non mi sembra un affare di stato».

Ma il ricambio agli Affari europei si inserisce anche nei giochi per le Regionali, per il fatto che Cirielli potrebbe essere escluso dalla lista in quanto Meloni vorrebbe candidarlo come nome unitario del centrodestra in Campania nel 2025. E qui entra i gioco Fi, perché quella casella è già stata “prenotata” da Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo e re delle preferenze di Fi in Campania. «Il mio nome sarà in campo», ha più volte ribadito Martusciello lasciando poco spazio alle interpretazioni.

E dunque, in caso di accordo tra alleati attorno al suo nome, ecco che quello di Cirielli potrebbe tornare fortemente in corsa per la casella lasciata scoperta da Fitto, magari per occuparla più avanti quando Meloni deciderà di lasciare l’interim. Il boccone è di quelli gustosi, visto che oltre agli Affari europei sulla scrivania di Fitto c’è un dossier da 194 miliardi e mezzo di euro in investimenti del Pnrr, dei quali al momento ne sono stati spesi poco più di un quarto.