La riforma sull’autonomia differenziata continua a dividere il panorama politico italiano. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, si è detto pronto a intervenire per rispondere alle osservazioni, ma ha ribadito che la riforma «ovviamente va avanti». Intervistato da Libero, Salvini ha sottolineato che l’autonomia garantisce «servizi migliori a tutti i cittadini, premia il merito di chi amministra, taglia gli sprechi e punisce i politici incapaci». Ha poi definito la riforma una «rivoluzione pacifica e positiva».

Fontana: «Niente referendum, avanti con la riforma»

Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, ha espresso la sua contrarietà a un referendum sull’autonomia, definendolo «viziato dalle bugie raccontate». Intervistato da Radio Anch’io su Rai Radio1, Fontana ha criticato aspramente chi si oppone alla riforma, accusandoli di non voler ammodernare il Paese per interessi di partito. «Questa strada è stata tracciata dalla sinistra stessa e ora viene definita illegittima. È una vergogna», ha affermato.

Fontana ha inoltre ricordato che l’accordo iniziale, firmato il 28 febbraio 2018, prevedeva un iter semplificato tra Regioni e Governo, senza ulteriori passaggi parlamentari. «Dire che il mondo è cambiato dal 2018 è qualcosa di cui ci si dovrebbe vergognare», ha aggiunto, replicando alle dichiarazioni dell’ex sottosegretario Gianclaudio Bressa.

Tajani e il ruolo di Forza Italia

Antonio Tajani, vicepremier e segretario di Forza Italia, ha spiegato che il suo partito sostiene la legge sull’autonomia differenziata «così come verrà corretta». Intervistato da 24 Mattino su Radio24, Tajani ha però evitato di schierarsi esplicitamente sul tema dell’astensione o del voto in caso di referendum.

Le critiche dall’opposizione

Dal fronte opposto, Michele de Pascale, presidente della Provincia di Ravenna e figura di spicco del Partito Democratico, ha invitato il governo a «fermarsi». Intervistato da la Repubblica, De Pascale ha evidenziato le divisioni che la riforma potrebbe generare sia a destra che a sinistra, citando la paura al Sud e il favore al Nord per il trattenimento delle risorse sul territorio. «Dobbiamo proprio farlo? Fermiamo questa riforma, che comunque va riscritta da capo», ha dichiarato.