Non conosce sosta lo scontro sull’Autonomia differenziata. Sia a livello politico, che fra amministrazioni. Dopo la Lombardia, anche il Piemonte si costituisce infatti davanti alla Corte Costituzionale contro le altre regioni che avevano spinto il ricorso avverso la riforma Calderoli (Puglia, Sardegna, Toscana e Campania).

La decisione della regione piemontese è stata così spiegata dal governatore Alberto Cirio: «Il Piemonte, sull’autonomia differenziata, si muove in coerenza rispetto a quanto ha sempre fatto, difendendo una legge dello Stato, che attua la Costituzione italiana e si inserisce pienamente nel solco di quanto già approvato dal nostro Consiglio regionale».

Per la grande soddisfazione dello stato maggiore della Lega espressa dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari: «Un plauso al Governatore Cirio, all’assessore Bussalino e a tutta la Giunta della Regione Piemonte, che senza tentennamenti hanno deciso di costituirsi in giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale. La legge Calderoli sull’autonomia, come la Lega ha sempre sostenuto, - ha sottolineato ancora Molinari - deve poter essere applicata dalle Regioni che decidono di avvalersene, ovviamente con le modalità, la gradualità e le garanzie previste dalla normativa stessa. Non avrebbe alcun senso stoppare in maniera arbitraria una legge approvata dal Parlamento».

Anche il vicepremier Matteo Salvini è tornato sul tema, dal Salone dell’Auto di Torino, attribuendo ogni responsabilità all’opposizione: «Sull’autonomia differenziata è in corso una battaglia ideologica della sinistra. Autonomia - ha aggiunto - significa premiare l’efficienza, il merito, il taglio degli sprechi, non toglie un euro a nessuno ma permette a chi vuole, dal Piemonte alla Calabria, dalla Lombardia all’Abruzzo, di poter gestire a livello locale quello che oggi lo Stato non riesce a fare».

Ideologico o no, lo scontro in atto sta scatenando una guerra tra Regioni davanti alla Consulta che, di fatto, si è allargato anche ai Comuni. Come dimostra il discorso di insediamento di Roberto Gualtieri che ha appena sostituito l’ex primo cittadino di Pesaro Matteo Ricci alla guida di Ali (Autonomie locali italiane). Gualtieri è stato eletto per acclamazione dai sindaci di tutta Italia e ha definito l’autonomia «un furto con destrezza» di risorse che schiaccerà i Comuni, vittime di un «neocentralismo regionale». Ma Gualtieri si è spinto ancora oltre, definendo l’accordo dei partiti di maggioranza su autonomia e premierato «un patto scellerato che va disinnescato sul nascere». Il riferimento del sindaco di Roma è al referendum abrogativo per il quale sono in corso gli ultimi giorni di una raccolta firme e che ha registrato una grandissima partecipazione.