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FRANCESCO LOLLOBRIGIDA MINISTRO CON LA MOGLIE ARIANNA MELONI
“Sì è vero, non stiamo più insieme da un po'. Per Lollo mi butterei nel Tevere, come si dice a Roma. Ci vogliamo bene, so quanto vale, conosco di che pasta politica sia fatto: uno in grado di lavorare 500 ore al giorno. E' una persona solida, onesta e con una grande preparazione”. Arianna Meloni rompe il silenzio e cede un po’ del suo racconto privato in un colloquio con Il Foglio. Mossa insolita per la sorella delle premier, che rifugge sempre i riflettori e più che mai quest’estate ha finito per attirarli.
Dirigente di punta di Fratelli d’Italia lei, ministro dell’Agricoltura e colonnello di partito lui, al momento vivono separati in casa. Il matrimonio sugellato nella politica non ha retto all’avventura di governo, suggerisce il quotidiano. Ma non per questo le cose cambieranno, tra i fratelli d’Italia. “Il nostro progetto politico va avanti - spiega la responsabile della segreteria di FdI -, i nostri rapporti personali sono ancora solidi, poi l'amore è un'altra cosa. L'affetto e la stima rimangono intatti. Per ora è cosi'. E visto che sono affari nostri e ci sono tante persone che amiamo in mezzo, la finirei qui con la curiosità morbosa. Grazie”.
Chiusa la parentesi tra Palazzo e cronaca rosa, l’intervista però non si esaurisce. E si sposta inevitabilmente sul caso d’agosto. Quello che dopo la svolta liberal di Tajani sullo Ius Scholae fa più discutere nella penuria estiva e che ha per protagonista proprio Arianna Meloni. Alessandro Sallusti ha scritto che i pm vogliono indagarla, forse per traffico di influenze. E con lo scopo di azzoppare il governo, secondo la premier, che ha subito gridato al complotto tra toghe e giornali di sinistra evocando la parabola di Berlusconi.
Arianna Meloni, però, non è così “mitomane” da paragonarsi a “un grande statista” come il Cav. Tanto più che lei, dice, non ha tutta quell’influenza che i giornali le attribuiscono. La “cosa che ha scritto Sallusti – sostiene – prendeva spunto dal libro e dalle dichiarazioni di Luca Palamara, già membro del Csm, su un metodo che evidentemente esisteva, e non so se esista ancora. Speriamo di no, certo. E poi figuriamoci, provo a dirlo bene: lungi da me attaccare la magistratura. L'attacco semmai è nei confronti di un certo giornalismo che mi tira in ballo di continuo descrivendomi alle prese da due anni con nomine e trame di potere. Questo mi avvilisce”, prosegue la sorella della premier. Che vuole restare dietro le quinte. “Continuerò a fare la militante di Fratelli d’Italia”. Ma di certo non una militante qualunque.