Chiostro del Pio sodalizio dei Piceni, piazza di San salvatore in Lauro, Roma. Esterno giorno. Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, accoglie al Festival delle città organizzato dalle Autonomie locali italiane, di cui è presidente, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. Che poco dopo parteciperà a un panel di presentazione del libro di Gaia Tortora Testa alta, e avanti, assieme all’ex sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, e al sindaco di Bellizzi e presidente di Ali Campania, Domencio Volpe. Ma prima c’è tempo per un paio di battute informali. Qualche convenevole, poi il primo cittadino, sottovoce, va all’attacco. «Come siamo messi sull’abuso d’ufficio? Come sa, noi sindaci ci siamo esposti in tanti...». Tutt’intorno è un gran via vai di amministratori locali, moderatori, camerieri del catering che trasportano pizzette e distribuiscono caffè.

Sisto si guarda intorno e poi rassicura Ricci. «Non dovrebbero esserci problemi», risponde. In quel momento l’esponente dem e il senatore forzista sono faccia a faccia, nessuno sembra interessarsi di loro e così parlano liberamente. Ricci insiste, ricorda «i tanti casi del passato», tra cui quello della stessa Bonaldi, indagata dopo che un bimbo che si era chiuso due dita in una porta tagliafuoco dell’asilo nido comunale, fino alle vicende che hanno coinvolto il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, e l’ex presidente della Puglia, Nichi Vendola. Tutti amministratori locali indagati, talvolta imputati e poi condannati, ma infine in ogni caso prosciolti o assolti da tutte le accuse.

«Qui basta un avviso di garanzia e ci cacciano», insiste il sindaco di Pesaro, del quale Sisto sembra accogliere le preoccupazioni, visto che risponde di essere «perfettamente conscio della situazione». Il tutto dura pochi secondi, poi il confronto si scioglie, Ricci fa gli onori di casa al ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in un’altra sala sarà intervistato poco dopo dalla direttrice del gruppo Qn, Agnese Pini.

Ma la presentazione del libro di Tortora è leggermente in ritardo (la stessa autrice rivelerà di essere stata una delle tante vittime dell’impossibilità di trovare taxi a Roma) e così Il Dubbio intercetta Sisto prima dell’entrata in sala. E alla richiesta di chiarezza sulle diverse sensibilità in maggioranza sul tema spiega che «almeno fino a cinque minuti non c’era alcun problema con gli alleati». Lasciandosi tuttavia scappare un «poi la politica si sa com’è...», che testimonia l’incertezza su cui viaggia una riforma voluta da tutti e osteggiata da alcuni. «Il giustizialismo non ha appartenenza politica», ribadirà Sisto pochi minuti dopo durante l’incontro, lasciando intendere come anche tra la destra che sbandiera il garantismo si annidano sacche d’ispirazione manettara. Poi detta i tempi della riforma, che dovrebbe essere approvata dalla commissione Giustizia del Senato «all’inizio del nuovo anno, una volta espletati gli obblighi della sessione di bilancio».

E rassicurando sugli obblighi europei, perché «la Convenzione di Merida dice che si può valutare se tenere il reato d’abuso d’ufficio», e buttando la palla in tribuna sulle voci di una moral suasion del Quirinale contro la cancellazione del reato. «Posso assicurare che non è arrivata alcuna moral suasion nè a me nè al ministro Nordio - aggiunge - se e quando arriverà faremo le nostre valutazioni». Ma se Sisto non fa altro che ribadire il garantismo tipico di Forza Italia e, almeno a parole, dell’intero centrodestra, ciò che stride rispetto alla visione del proprio partito è la netta convinzione di Ricci a favore della cancellazione, in contrasto con la linea della segretaria del Pd, Elly Schlein. La quale più volte ha ribadito la non necessità di eliminare la fattispecie di reato, mettendo in guardia dai rischi che ne deriverebbero.

Sulla stessa linea Movimento5 Stelle e Avs, mentre Azione e Iv stanno dalla parte del governo. Col quale stanno anche i sindaci, «senza se e senza ma», come ribadito da Ricci parlando a nome delle migliaia di Autonomie locali presenti a Roma. E alle quali Sisto, tra un caffè e un pasticcino, ha dato la sua parola.