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Pizza, spaghetti, mandolino e...mafia. Gli stereotipi nutriti dai nostri vicini europei che dipingono l'Italia della pasta asciutta e della malavita non sono certo una novità: ricordiamo titoli e copertine della stampa tedesca che in piena emergenza Coronavirus si premurava - dalle colonne del Die Welt e Der Spiegel - di non consegnare i fondi europei nella mani della mafia nostrana. Ma questa volta lo scivolone è assai curioso: il giornale francese Le Figaro dedica alla Sicilia un numero speciale di 170 pagine, intitolato "Sicilia eterna", per celebrarne lo splendore dei paesaggi e la ricchezza dei monumenti. Un'operazione lodevole, se non fosse che a metà della scheda di presentazione del volume arriva l'inciso: la terra dove «la mafia pratica il crimine e l’estorsione secondo le regole di un impenetrabile codice d’onore». Un commento «che appare del tutto decontestualizzato rispetto al resto del testo in cui si sottolineano le bellezze e le peculiarità della nostra terra», scrive su Facebook l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà. «Una frase che ritengo non condivisibile - aggiunge l’esponente del Governo Musumeci - e non certo per negare la presenza di Cosa Nostra o per sminuirne la portata criminale, ma perché, se proprio si voleva fare riferimento alla mafia, a mio parere si sarebbe semmai dovuto sottolineare che la Sicilia è la regione italiana che negli anni ha pagato il più alto tributo di sangue nella lotta alla mafia, proprio per il considerevole numero di persone assassinate da Cosa Nostra e di vittime che si sono sacrificate per dire no alle sue logiche criminali». «Lo dico senza polemica, ma ritengo fuori luogo che ancora oggi si pensi a stereotipi che ripropongono lo stantio binomio Sicilia-mafia, come sembra emergere da quella frase, che francamente stride rispetto al resto del testo - peraltro molto bello - di questa presentazione», conclude Samonà. Nella presentazione, infatti, si legge di una Sicilia unica e affascinante, l'isola del Mediterraneo che, come «crocevia della nostra storia», ha accolto «Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni e Spagnoli»: tutti popoli che ne hanno «scoperto la dolcezza del vivere». La terra - conclude la recensione - prediletta da «principesse e cineasti», ricca di ogni attrazione: tra cui non si trascura di menzionare la morbosa fascinazione per le cosche locali.