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MOSCA: «DAL PAPA PAROLE PERVERSE»
Edire che portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov pensava di aver fatto un gesto distensivo annunciando che Mosca è favorevole alla proposta del Vaticano di ospitare i colloqui per far terminare la guerra in Ucraina. «Apprezziamo questa iniziativa», aveva detto Peskov nel consueto appuntamento giornaliero con la stampa, pur facendo notare che la posizione di Kiev renderebbe questa sede impraticabile.
«Sappiamo che un certo numero di statisti e Paesi stranieri hanno dichiarato la disponibilità a fare da sede ( per i colloqui; ndr) e, chiaramente, accogliamo con favore una volontà politica del genere. Tuttavia, tali sedi non possono essere utilizzate considerando la situazione de facto e de jure da parte dell’Ucraina», Ma l’apertura della Russia nei confronti della mediazione vaticana non aveva fatto i conti con l’intervista che papa Bergoglio ha rilasciato alla rivista ufficiale dei gesuiti americani in cui , come mai prima d’ora, prende posizione per Kiev facendo riferimenti non proprio amichevoli al capo del Cremlini: «Perché non nomino Putin? Perché non è necessario; è già noto. Tutti conoscono la mia posizione, con Putin o senza Putin, in questa guerra la Russia è l’aggressore e l’Ucraina l’aggredito. Quando parlo dell’Ucraina, parlo di un popolo martirizzato. Se hai un popolo martirizzato, hai qualcuno che lo martirizza. Quando parlo dell’ Ucraina, parlo della crudeltà perchè ho molte informazioni sulla crudeltà delle truppe russe che entrano», ha proseguito Papa Francesco. «In genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i buriati e così via. Certamente, chi invade è lo stato russo. Questo è molto chiaro. Ho parlato con il presidente Zelensky tre volte per telefono. Ho ricevuto qui in questa sala, tre o quattro volte, una delegazione del governo ucraino. E lavoriamo insieme», ha poi concluso il Pontefice..
Furiosa oltremodo la reazione di Mosca che replica in modo viuolento alle parole di Bergoglio: «Non si tratta neppure più di russofobia, ma di perversione della verità di non so neppure a quale livello», ha tuonato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, «Negli Anni ’ 90 e primi 2000 ci è stato detto esattamente il contrario», ha ricordato Zakharova, «che erano i russi, gli slavi a torturare i popoli del Caucaso e ora ci dicono che è la gente del Caucaso a torturare gli slavi. Deve trattarsi di perversione della verità».