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Oggi la Giunta per le immunità del Senato inizierà a valutare il dossier Gregoretti, ovvero il caso della nave della Guardia costiera italiana cui è stato impedito per giorni l’attracco, con a bordo 131 migranti. Per la decisione, pende sull’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini l’ipotesi accusatoria di sequestro di persona aggravato e il tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere.
Secondo i giudici, Salvini non poteva bloccare l’approdo perchè «poiché i fatti hanno coinvolto una nave della Guardia Costiera Italiana, e quindi, una nave militare, non trovano applicazione le norme contenute nel Decreto sicurezza bis». L’esame del caso durerà per quasi tutto il mese di gennaio, con cinque ulteriori riunioni già calendarizzate ( l’ultima delle quali si svolgerà il 20 gennaio), al termine delle quali la Giunta si esprimerà sul quesito.
Nella sua memoria difensiva depositata il 3 gennaio, il senatore Salvini non ha contestato il reato, ma ha sostenuto che la decisione di sospendere l’approdo della nave Gregoretti non sia stata una decisione presa da lui in via esclusiva, ma una scelta collegiale di tutto l’Esecutivo di allora, il governo Conte 1. La tesi dell’ex ministro è di aver agito «nell'interesse dell’Italia, col pieno coinvolgimento di Palazzo Chigi e dei ministeri competenti», aggiungendo di aver agito in modo perfettamente sovrapponibile al caso della nave Diciotti.
Anche in quel caso era stata chiesta l’autorizzazione a procedere per lo stesso reato e in quel caso il Senato, il 20 marzo 2019, la aveva negata.
Le due fattispecie, dal punto di vista degli eventi, sono quasi perfettamente sovrapponibili: in entrambi i casi, il Viminale aveva negato lo sbarco per giorni a due navi italiane con a bordo migranti. Differente, secondo il tribunale dei Ministri, è il fatto che nel caso Diciotti «si innescò una controversia con Malta in ordine allo Stato obbligato a rilasciare il porto sicuro», mentre «nel caso Gregoretti è assolutamente pacifico che il coordinamento e la responsabilità primaria dell'intera operazione siano stati assunti dallo Stato italiano».
Dal punto di vista politico, inoltre, nel caso della nave Diciotti, il governò bloccò lo sbarco dopo la decisione di un Consiglio dei Ministri, per quello che venne definito “premine nte intere sse nazionale”, perchè nel pieno delle trattative con l’Unione europea per la distribuzione dei migranti. Nel caso della Gregoretti, invece, non ci fu un Consiglio dei Ministri ma solo una decisione del Ministero dell’Interno e, secondo le ricostruzioni di altri membri di quell’Esecuti vo come l’allora ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, «allora la redistribuzione era stata decisa» e dunque l’interesse nazionale nel braccio di ferro con l’Europa non esisteva più.
Mutati rispetto al marzo scorso, infine, sono anche gli equilibri parlamentari rispecchiati nella Giunta per le immunità del Senato. Attualmente, la Giunta conta 6 senatori M5s, uno per il Pd, 3 di Iv e 3 fra gruppo Misto e Autonomie ( Pietro Grasso, Gregorio De Falco e Meinhard Durnwalder).
L'opposizione, invece, è rappresentata da 5 senatori della Lega, 4 di Forza Italia e uno di Fratelli d'Italia. Stando alle anticipazioni di voto già rese da alcuni gruppi, la Giunta dovrebbe autorizzare a procedere contro Salvini con i voti favorevoli di 5 Stelle ( che nel caso Diciotti avevano votato contro, dopo una consultazione sulla piattaforma Rousseau), Pd e Italia Viva.