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È giallo a Milano per la misteriosa morte di Carlotta Banusiglio, stilista 37enne trovata impiccata ad un albero in piazza Napoli a Milano, allalba di martedì scorso, 31 maggio. Dubbi vengono sollevati su quello che in un primo momento sembrava avere tutte le caratteristiche del suicidio. E che invece potrebbe essere un altro femminicidio.La donna era stata trovata da un passante appesa a un albero con una sciarpa ma i suoi piedi toccavano terra, poco distante dalla casa dove abitava.Quella che proprio non è convinta del suicidio di Carlotta è la sorella Giorgia che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Perdonatemi se non sto più rispondendo ai messaggi e se non sto più postando nulla sulla pagina, ma una tragedia inimmaginabile ha colpito la mia famiglia... Sono distrutta... ».La vita sentimentale di Carlotta Banusiglio nellultimo periodo era travagliata. La stilista, infatti, era andata più volte negli ultimi mesi al pronto soccorso dopo dei litigi col fidanzato. In uno di questi episodi aveva sporto una denuncia. Giorgia Banusiglio ha aggiunto: «Io e la mia famiglia vogliamo la verità. Del fidanzato non voglio parlare, noi eravamo contrari per precisi motivi alla relazione». La famiglia ha nominato un consulente per assistere allautopsia che verrà effettuata oggi e un avvocato per seguire linchiesta. Il fidanzato di Carlotta stato sentito come persona informata sui fatti, insieme ad alcuni familiari e amici della vittima.Tra gli elementi in fase di analisi anche quelli nella stanza della donna: il computer attivo e con la musica accesa; una confezione di farmaci contro lansia senza 4 pastiglie. Tra gli altri elementi al vaglio degli inquirenti ci sarebbe la borsetta, lasciata accanto al corpo, dove sono state trovate alcune prescrizioni mediche per farmaci omeopatici prescritti da un chirurgo oncologo, che farebbero propendere per un gesto disperato della donna. Al momento, però, non risultano indagati.Carlotta Benusiglio era la sorella maggiore di Giorgia che da giovane rischiò di morire dopo aver preso una mezza pastiglia di ecstasy e si salvò grazie a un trapianto di fegato. Dopo quella esperienza ha scritto il libro «Vuoi trasgredire? Non Farti! » e ha incontrato tanti studenti per raccontare la sua storia e fare prevenzione.