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"Il 9 maggio e' il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo. "Respinta la minaccia terroristica- aggiunge-, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l'azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro". Ricordare le vittime del terrorismo è un dovere ma bisogna continuare anche a impegnarsi nella ricerca della verità, perché a distanza di anni, in alcuni casi, restano molte zone d'ombra, ha continuato il capo dello Stato. "La Repubblica si inchina davanti alle vite spezzate dal fanatismo politico, dalle violenze di gruppi brigatisti e neofascisti, dagli assalti eversivi alle istituzioni democratiche e alla convivenza civile - ha affermato il capo dello Stato -. Tragicamente lunga è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto. Il legame della memoria rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità". Per Mattarella, "ricordare e' un dovere". "Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l'assetto costituzionale, le complicita' e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall'espandersi del clima di violenza - ha precisato -. Ed e' giusto ricordare il coraggio di chi non si e' piegato, di chi ha continuato a difendere la liberta' conquistata, il diritto e la legalita', le istituzioni che presidiano la vita democratica". Il presidente ha ricordato anche che "il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all'unita' che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civilta'". La storia, ha rimarcato, "ci ha dimostrato che l'unita' e la coesione degli italiani sono gli strumenti piu' efficaci di fronte ai pericoli piu' gravi". Quanto alle responsabilità, ha aggiunto: "gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque e' stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri". Mattarella si è poi soffermato su Moro. "La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico - ha osservato -. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto restera' una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor piu' sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini".