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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato - ai sensi di quanto previsto dall'art. 87 comma 11 della Costituzione – un Decreto di concessione della grazia in favore di Umberto Bossi.
L’atto di clemenza individuale ha riguardato la pena detentiva ancora da espiare ( un anno di reclusione) inflitta per il delitto di offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica ( c. d. vilipendio: art. 278 c. p.), in riferimento a fatti commessi nel 2011. A seguito di provvedimento della Magistratura di sorveglianza Bossi è stato affidato in prova al servizio sociale.
Nel valutare la domanda di grazia, in ordine alla quale il Ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria ha formulato un avviso non ostativo, il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del parere favorevole espresso dal Procuratore generale, delle condizioni di salute del condannato, nonché della circostanza che in relazione alle espressioni per le quali è intervenuta la condanna il Presidente emerito Giorgio Napolitano ha dichiarato di non avere nei confronti del condannato “alcun motivo di risentimento”.
Le condizioni di salute dell’ex leader della Lega le ha evidenziate Matteo Salvini: «Umberto Bossi combatte come un leone contro mille malattie, ma la testa c'è e il coraggio pure», dice al Maurizio Costanzo Show. «Quando avevo 17 anni mi innamorai di lui».
I fatti, che risalgono al 2011, raccontano di un Bossi all’attacco di Giorgio Napolitano che definì «terun», gli mandò per saluto i fischi e le pernacchie della piazza leghista di albino ( Bergamo) facendogli pure le corna e avvertì che secessione ci sarebbe stata, come la Padania libera.
Espressioni che i giudici giudicarono ' pesanti, insultanti e aggressive perché' offensive del'istituzione ' che rappresenta l'Unità d'Italia'.