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ELLY SCHLEIN DOVREBBE SCENDERE IN CAMPO A GIORNI
Elly Schlein sarebbe pronta a sciogliere le riserve sulla propria candidatura al congresso nazionale del Pd. Dal suo entourage filtra anche un termine per la decisione finale: una settimana, massimo dieci giorni e la vice di Bonaccini dovrebbe annunciare la sua sfida al governatore dell’Emilia Romagna.
Un ulteriore tempo che si rende necessario per capire su quali forze potrà davvero contare. Il weekend con le iniziative pubbliche dei sindaci Dario Nardella e Matteo Ricci non ha messo nessun pezzo sullo scacchiere. Entrambi hanno preso tempo e se Ricci spera in una candidatura in ticket con Nardella dirottato alla presidenza del partito, il sindaco di Firenze continua a studiare l’orizzonte ricevendo pressioni da quasi ogni parte del Pd. Lo stesso Stefano Bonaccini, che ormai è in piena campagna in vista delle primarie, lo ha invitato a un incontro per capire le possibilità di una corsa insieme. La macchina del governatore va a pieni giri e, dopo l’appoggio di Lorenzo Guerini e di Matteo Orfini, si guarda con attenzione al territorio e soprattutto ai sindaci. Inserire Nardella in squadra potrebbe dare un colpo ulteriore alle speranza degli avversari che già al momento non sanno che pesci prendere.
Spaesata appare soprattutto la sinistra legata all’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando che si sta lasciando andare a lunghi sfoghi social sulle modalità non condivisibili di un congresso che, nella sua visione, sarebbe esclusivamente volto ad un cambio della leadership avendo smarrito completamente l’idea di un vera e propria rifondazione del partito. La verità è che, a tutt’oggi, la sinistra non ha una candidatura da mettere in campo per contrastare realmente la corsa di Bonaccini.
Tramontata l’idea di una candidatura in prima persona dello stesso Orlando, la pista più concreta rimane quella di dare un appoggio a Elly Schlein. Anche perché la suggestione legata alla possibile candidatura dell’ex ministro Enzo Amendola non pare di facile concretizzazione, seppure potrebbe avere anche l’appoggio di Dario Franceschini.
Si prende tempo, insomma, in tutte le aree del Pd che non si riconoscono nella candidatura di Stefano Bonaccini. Ed è un’attesa legata certamente alle decisioni dei singoli e dagli ultimi calcoli sull’effettivo peso dei possibili sostenitori, ma anche ad un certo timore di esporsi ad un effettivo tracollo. Il governatore dell’Emilia Romagna viaggia spedito e se dovesse mettere a punto qualche ulteriore alleanza nei prossimi giorni, a partire da quella con Nardella, potrebbe diventare difficilmente raggiungibile.