REPLICA DELLA NATO: «NÈ FALSO MA LA RUSSIA DEVE PERDERE»

«Non si dovrebbe dire che Stati Uniti e Nato non stanno partecipando a questa guerra. Ma invece stanno partecipando direttamente».

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si è espresso così sul coinvolgimento di Usa e Nato nel conflitto tra Ucraina e Russia. Il coinvolgimento degli Stati Uniti e dell'Alleanza Atlantica, ha detto Lavrov in una videoconferenza stampa, non si sviluppa «solo attraverso la fornitura di armi ma anche con l'addestramento di personale. State addestrando i loro soldati sul vostro territorio: nei territori di Gran Bretagna, Germania, Italia e altri paesi per poi mandarli al fronte pèer fare la guerra contro le nostre truppe', ha tuonato il capo della diplomazia russa, come riporta l'edizione online del britannico Guardian.

Lavrov si è anche scagliato contro Papa Francesco, '” colpevole” di aver rilasciato dichiarazioni ' non cristiane' quando ha fatto riferimento alla ' crudeltà' di ceceni e buriati schierati nella guerra contro l’Ucraina.

' Il Papa invita al dialogo, ma di recente ha anche fatto una dichiarazione incomprensibile, completamente non cristiana, individuando due nazionalità russe in una categoria da cui ci si può aspettare atrocità durante le ostilità'. Secondo il capo della diplomazia di Mosca, ' naturalmente questo non aiuta la causa e l'autorità della Santa Sede'.

Pronta la replica dei vertici dell’Alleanza atlantica «La Nato non è parte del conflitto, non ci faremo trascinare nella guerra di Putin. Siamo al fianco dell’Ucraina nel suo diritto di autodifesa, sancito dalla Carta dell’Onu» ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un punto stampa a Berlino con il cancelliere Olaf Scholz. Pur ribadendo entrambi che «Putin deve perdere la guerra in Ucraina a ogni costo».

Per poi ribadire il totale supporto a Kiev, politico, economico e militare: «Putin usa l’inverno come arma e non possiamo permettergli di vincere. A questo punto critico il nostro sostegno all’Ucraina è più importante che mai»