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La Sea Watch espulsa. Sarebbero dovute comparire tutte ieri in audizione davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera, a rendere i loro pareri sul Decreto Sicurezza.
Ma dopo l’esclusione della Sea Watch, su richiesta di Lega e Fratelli d’Italia, hanno deciso di disertare tutte le ong convocate, le quali, invece, hanno organizzato una audizione pubblica nella sede della Stampa Estera.
I salvataggi continueranno
Lanciando il loro messaggio al ministro dell’Interno Matteo Salvini: il pattugliamento dle Mediterraneo per salvare vite non si fermerà. A firmare il “messaggio”, oltre Sea Watch, sono stati Tavolo Asilo, Medici senza frontiere, Open Arms, Antigone e Mediterranea Saving Humans. «Carola Rackete è libera e non è una fuorilegge», hanno spiegato in conferenza stampa.
Ricordando al ministro e all’Italia che la Libia non è un Paese sicuro, una verità che ieri, in Commissione Affari esteri, è stata riconosciuta anche dai senatori del M5s.
L’ordinanza del gip di Agrigento, ha sottolineato Alessandro Metz, di Mediterranea, spiega «che c’è uno Stato di diritto, una gerarchia delle fonti, la Costituzione ci dice che le convenzioni internazionali sono dei punti fermi a cui il nostro Paese deve adeguarsi».
Così come evidenziato da Giorgia Linardi di Sea Watch, convinta che «un giudice ragionevole non poteva fare altro che quello che ha fatto».
Le leggi internazionali sono superiori
Al decreto sicurezza bis, invece, mancano i presupposti della straordinaria necessità e urgenza. E prevalgono, sulle nuove norme introdotte, le leggi internazionali sul soccorso e il salvataggio in mare e le convenzioni siglate dall’Italia, hanno evidenziato i volontari presenti al tavolo.
«Questo decreto ha l’obiettivo palese di impedire le attività delle ong di soccorso in mare», ha detto Riccardo Noury, del Tavolo Nazionale Asilo. Secondo Alessio Scandurra di Antigone nel decreto c’è una «disomogeneità dei temi assoluta», visto che si affrontano temi diversi che come «unica cosa in comune hanno una presunta emergenza che non sussiste».
Un decreto che, per Marco Bertotto, di Medici Senza Frontiere, «non porta soluzioni» e punta a comprimere «i principi fondamentali della legge del mare e del soccorso internazionale. Criminalizza in modo ignobile i principi di solidarietà».
Ma l’altro tema è il significato che si nasconde dietro la decisione di escludere Sea Watch dalle audizioni, ovvero il «vizio di chi è al governo di considerare il Parlamento come se fosse casa propria, ascoltando solo chi si vuole», ha detto Filippo Miraglia dell'Arci.