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«Anche se non dovesse essere assolto, Rixi rimarrà al suo posto». Parola di Massimiliano Romeo capogruppo della Lega al Senato. Insomma, forte del 34 e passa per cento conquistano nelle urne - ma anche del risicato 17% grillino - il Carrocio chiarisce che non ci sarà un altro caso Siri, il sottosegretario leghista dimesso dal premier Conte su mandato del vicepremier grillino Luigi Di Maio. Una vicenda digerita a fatica da Matteo Salvini che ha ceduto dopo settimane di braccio di ferro. Ma a distanza di poco più di due settimane lo scenario è completamente cambiato, tanto che una eventuale condanna dell’altro sottosegretario leghista Rixi - coinvolto nell’inchiesta “spese pazze” - sembra impensabile. Eppure da ambienti grillini sembra arrivare la stessa intransigenza: «Noi non cambiamo linea: se condannato, per noi Rixi è fuori. In questo Di Maio è stato chiaro, il M5S non si snatura» dopo il crollo alle urne «a anche il contratto con la Lega ci da ragione perché saremmo favanti a una condanna», dice una fonte di governo M5S all’Adnkronos, commentando le parole di Romeo, che aveva appena blindato il sottosegretario leghista. Serafico, almeno per il momento, Matteo Salvini: «Su Rixi non parlo. Per ora».