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Il senatore della Lega è molto agitato, quando prende la parola per annunciare il voto favorevole del suo partito alle legge anticorruzione. Si chiama Pasquale Pepe. E’ un giovane senatore della Basilicata. Ce l’ha col Pd. Dice che è responsabile della legge Severino che ha accorciato la prescrizione. Dai banchi del Pd protestano. Perché la Severino non era del Pd e soprattutto perché non ha accorciato la prescrizione ma un pochino l’ha allungata. La presidente dell’assemblea, la cinquestelle Paola Taverna si arrabbia, e con la sua voce profonda e romana rimprovera il Pd. Chiede silenzio. Se la prende con la senatrice Bellanova e col capogruppo Marcucci. Se ne esce con una frase buffa. Dice: «Non ho intenzione di sentire discussioni in quest’aula!». Vabbè.
Pepe va avanti. Sempre con aria decisa e aggressiva. Se la prende con il garantismo a singhiozzo del Pd. Il quale Pd, in quest’occasione è contrario all’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, e dunque al processo eterno. Pepe dice che il Pd è garantista solo quando gli fa comodo. Per esempio è stato garantista per Pietrostefani, Bompressi e Sofri. E qui Pepe fa il capolavoro. Grida: «A proposito di Sofri, ora speriamo che il presidente Bolsonaro lo faccia rientrare nelle patrie galere a scontare i crimini schifosi dei quali è responsabile».
Bolsonaro? Il Presidente del Brasile? Si, proprio così: il senatore Pepe chiede ufficialmente a nome della Lega l’estradizione di Adriano Sofri dal Brasile. Ma Sofri non è in Brasile. E’ a Pisa. Forse non è mai andato in Brasile in vita sua. E soprattutto Sofri non è ricercato dalla giustizia italiana. Se questo è il Senato... ( gaffe, gaffe, gaffe a ripetizione)
Il Povero Pepe ha fatto una gran confusione. In Brasile c’è il caso Battisti. Cesare Battisti non c’entra niente con Sofri, credo che non si siano mai visti in vita loro. Battisti è ricercato in Italia perché è stato condannato in contumacia per vari omicidi commessi da un gruppo terroristico ( Pac: proletari armati per il comunismo) a cavallo tra gli anni 70 e 80.
Ora Battisti è in Brasile e il Brasile ha rifiutato l'estradizione ( come già aveva fatto la Francia) perché ritiene illegittima la condanna di Battisti. E però il futuro presidente Bolsonaro - entrerà in carica tra un mese - ha annunciato che cercherà di ritirare il salvacondotto a Battisti.
Ok: ma tutto ciò non c'entra niente con Adriano Sofri, che invece è il fondatore di Lotta Continua, ha subito una condanna per l’omicidio Calabresi, l’ha scontata pur dichiarandosi sempre innocente, e ora scrive su diversi giornali.
Non è possibile immaginare che il povero Pepe abbia avuto solo un lapsus. Perché il discorso era ben preparato, tutto costruito sul caso Sofri, e infatti Pepe ha citato non solo Sofri ma anche gli altri coimputati Pietrostefani e Bompressi. E’ proprio che Pepe, evidentemente, di quelle storie lì sa niente. Gliele avranno raccontate gli amici, e lui le ha mischiate tutte.
Del resto i suoi alleati al governo, e cioè i 5 Stelle, recentemente hanno querelato proprio Luigi Calabresi per diffamazione, e Luigi Calabresi è esattamente quel commissario di polizia ucciso nel 1972, per la cui morte Sofri ha scontato vari anni di prigione. I 5 Stelle ce l’avevano invece con Mario Calabresi, che è il figlio di Luigi. Evidentemente c’è proprio un problema di conoscenza della storia recente che riguarda un po’ tutti i partiti di governo.
Il bello è che quando il sentore Pepe ha chiesto l’estradizione di Sofri, si è sentito uno scroscio di applausi. I compagni di Pepe hanno trovato molto efficace la sua polemica. Quindi Pepe non è il solo a pensare che Sofri sia fuggitivo in Brasile. E la vicepresidente Taverna - che non ama le discussioni in Senato... - lo ha anche interrotto, ma non per pregarlo di non dire stupidaggini, ma per garantirgli che la magistratura italiana farà tutto quello che deve fare ( evidentemente per ottenere l'estradizione di Sofri).
Voi pensate che io scherzi, su queste gaffe. Che mi venga da ridere. Tutt’altro. Mi viene il magone a pensare che il Senato della Repubblica sia ridotto così. E mi viene anche da pensare che effettivamente l'idea di Renzi di abolirlo, il Senato, non era così peregrina come è sembrata al 60 per cento degli italiani.