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GUIDO ALPA
«La solidarietà non è soltanto un valore, ma anche una regola giuridica alla quale si devono uniformare i comportamenti. Non è del tutto univoco nella interpretazione dei giuristi se la solidarietà sia vincolante anche a livello europeo. Il fatto che questo principio sia inserito però nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è la riprova che stiamo parlando di un principio non soltanto valido da un punto di vista sociale o etico, ma anche da un punto di vista giuridico». Con queste parole il professor Guido Alpa evidenziò, in occasione dell’uscita del suo saggio intitolato “Solidarietà. Un principio normativo” (Il Mulino), una traccia fondamentale di studio per i professionisti del diritto e per il legislatore.
Lo sguardo attento del giurista deve tenere conto dei cambiamenti della società e dei momenti storici che si vivono. «Questa – dice al Dubbio l’avvocato Pierluigi Tirale, già consigliere Cnf – è stata una delle caratteristiche che hanno reso Guido Alpa un grande del diritto, un giurista apprezzato in tutto il mondo». Tirale ha conosciuto bene Alpa: tante le occasioni di confronto, soprattutto durante l’esperienza condivisa insieme nel Consiglio nazionale forense. «Sono stati – aggiunge Tirale – anni indimenticabili dal punto di vista umano e professionale».
Avvocato Tirale, con la scomparsa di Guido Alpa si crea un vuoto nella comunità giuridica italiana e non solo?
Proprio così. Guido Alpa è stato un grande maestro. È stato uno dei più grandi studiosi del diritto che l’Italia abbia potuto esprimere. Si è occupato di diritto civile, era la materia in cui eccelleva, con tanti altri approfondimenti svolti su più temi. I suoi studi, le sue riflessioni hanno toccato sia il diritto contrattuale sia il diritto delle persone, soprattutto si è occupato di tutela dei diritti delle persone fragili. Un’attenzione e una amorevole dedizione che rispecchiavano il suo temperamento. Voglio anche ricordare che l’impegno del professor Alpa, avendo interessato il diritto dei contratti in Europa, ha dimostrato la necessità di rivolgere lo sguardo oltre i confini nazionali. Ricordo un interessante convegno organizzato con lui alcuni anni fa, dedicato al progetto di una Costituzione europea. È un tema molto delicato che si innesta alla perfezione nell’attuale momento storico. Mi consenta di aggiungere a tal riguardo un’altra riflessione.
Prego, dica pure…
Quanto sta accadendo induce a ritenere sempre più importante un’autentica coesione fra i Paesi europei. Una coesione non soltanto militare, ma prima di tutto di tipo socio-politico, che unisca gli Stati dell’Europa sotto un’egida e con un programma comune. Guido Alpa era favorevole alla costruzione di una Europa animata da questo spirito e io sono assolutamente convinto che sia giunto il momento di occuparsene con grande attenzione e con grande serietà.
Il professor Alpa, come ricordato, è stato un giurista sempre attento ai cambiamenti della nostra società. Di estremo interesse il suo contributo, esposto neanche un anno fa durante il G7 delle avvocature organizzato dal Cnf, in materia di Intelligenza artificiale.
Uno studioso lungimirante?
Esattamente. Alpa si è occupato di tutto ciò che di nuovo si presentava all'orizzonte e non ha tralasciato neppure il tema attualissimo dell’Intelligenza artificiale. Un’altra qualità che lo contraddistingueva era la sua apertura alle novità che avrebbero creato cambiamenti sociali e al tempo stesso normativi. Anche per questo il tema nuovo come quello dell’Intelligenza artificiale lo ha riguardato da vicino. L’IA non sostituisce l’intelligenza umana, ma è uno strumento utile. Il tratto distintivo della sua opera è stato l’essersi occupato di moltissime materie, di quasi tutto lo scibile del diritto civile. A caratterizzare la sua opera, poi, è stata l’attenzione in materia di tutela delle persone e in particolare la tutela dei soggetti deboli. Questo, secondo me, è uno dei settori in cui Alpa più si è distinto rispetto ad altri giuristi.
Lei ha condiviso tanti momenti con il compianto professore, durante l’esperienza nel Consiglio nazionale forense…
Sono stato consigliere del Cnf dal 2001 al 2011 circa. Guido Alpa era allora vicepresidente, poi sarebbe andato alla presidenza del Consiglio nazionale forense. Negli anni in via Del Governo Vecchio c’è stata una collaborazione intensa e perfetta. Ho avuto con lui una grande sintonia che è continuata negli anni successivi anche quando ho avuto l’esigenza di confrontarmi su svariate questioni giuridiche e su vicende giudiziarie che ho seguito direttamente come avvocato. Ho avuto pure l’onore in alcune circostanze di ricevere alcune richieste di consigli su dei casi particolari. Sono sempre rimasto un po' stupefatto da questa cosa. Ho un altro ricordo molto bello.
Quale?
Negli anni scorsi, io e altri collegi abbiamo costituito a Brescia un'associazione impegnata nell’ambito della formazione esclusivamente in presenza. L’obiettivo è favorire la conoscenza e il confronto tra avvocati; momenti che oggi vanno un po' diradandosi. Dopo la pandemia, il sistema di svolgimento delle udienze, soprattutto nel civile, è cambiato e si è passati alla trattazione scritta. Una modalità che non rispecchia il vero modo di trattare il processo. Ogni volta che Alpa veniva coinvolto nelle nostre iniziative, rispondeva sempre affermativamente ai nostri inviti. Un modo per sottolineare l’amicizia che ci legava. Ricordo anche che all’inizio di quest’anno, a metà gennaio, gli chiesi se potevamo organizzare ancora qualcosa insieme. Mi disse che le sue condizioni di salute non glielo consentivano. Nonostante fosse provato nel fisico, non fece mancare un segno di attenzione verso l’avvocatura bresciana. Un modo di fare sempre attento e garbato, che mi ha commosso. Questo era Guido Alpa.