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«È una riforma che mi verrebbe da definire demenziale se non fosse grave». Riccardo Magi, deputato di + Europa non usa giri di parole per definire la riforma costituzionale che taglia 115 senatori e 230 deputati.
Perché definisce «demenziale» il provvedimento?
Perché non risponde ad alcun senso, se non quello di sbandierare un'amputazione di un pezzo di Parlamento.
Non può essere semplicemente una razionalizzazione?
Le tre motivazioni della riforma che i proponenti fin dall'inizio hanno avanzato sono in realtà un inganno per i cittadini. A partire dall'avvicinamento agli standard europei sul numero dei parlamentati. Il nostro Paese ha un rapporto tra elettori ed eletto nella media. Forse un po' al di sopra di Francia e Inghilterra, ma con questa riforma diventeremmo il Paese col peggiore rapporto. Si colpisce solo la rappresentanza e il pluralismo.
I proponenti puntano molto sulla riduzione dei costi...
È la seconda motivazione con cui provano a giustificare questa riforma. Abbiamo un risparmio stimato tra gli 80 e i 100 milioni di euro l'anno. Ma siamo convinti che il recupero di queste risorse valga la pena a fronte della compressione del pluralismo e del taglio di democrazia? Secondo me sono risorse ben spese.
Dicono che così aumenterà anche l’efficienza.
Non so come si faccia a sostenere una tesi del genere. In realtà, il problema del Parlamento non è l'inefficienza, è il ricorso eccessivo alla decretazione d'urgenza e alle questioni di fiducia da parte dei governi. Basti vedere cos'è successo con provvedimenti importanti, come la legge di Bilancio. Il Parlamento, in realtà, non ha tempi adeguati di discussione.
Funziona così da almeno 15 anni.
Certo, ma la crisi del Parlamento sta qui. E poi si rinuncia ad affrontare la vera riforma, cioè le funzioni del bicameralismo.
Sta dicendo che tanto voleva votare il referendum voluto da Renzi?
Se si voleva maggiore efficienza, quel tipo di riforma era sicuramente più funzionale allo scopo.
La maggioranza ha comunque proposto dei correttivi per aggiustare il tiro...
Rischiano di essere delle toppe maggiori del buco. Perché nel momento in cui si equipara l'elettorato attivo e passivo di Camera e Senato e si toglie la ripartizione dei seggi per Palazzo Madama su base regionale, noi avremo un bicameralismo non perfetto, perfettissimo. Avremo due Camere elette dalle stesse persone. A questo punto, meglio fare una sola Camera di 600 membri. Ci sarebbe stata una maggiore attenzione per il pluralismo.
Lei, però, ha votato la fiducia a questo governo, a costo di rompere con Emma Bonino, non lo sapeva che il taglio dei parlamentari fosse una precondizione per la nascita del Conte 2?
Certo che lo sapevo, ma resto convinto che la nascita di questo governo sia stato un atto di legittima difesa rispetto a dei rischi per lo stato di diritto ancora maggiori di quelli che vedremo con questa riforma. Devo dire però che mi sarei aspettato un lavoro all'interno della maggioranza più proficuo rispetto a questi correttivi dell'ultimo minuto. E temo che da domani non sarà facile lavorarci meglio, perché prevarrà l'uso demagogico che il Movimento 5 Stelle farà di questo scalpo portato a casa, senza raccontare ai cittadini la realtà, cioè che ci saranno meno persone con più potere in Parlamento. E più potere avranno soprattutto i capi politici, ci sarà un Parlamento in cui ci saranno poche possibilità di ascoltare voci discordanti, Come hanno fatto i 5 Stelle a convincere tutti i partiti politici a seguirli in questa battaglia?
L'immagine di un Parlamento che in modo quasi totalitario è favorevole a questa riforma, anche con giravolte rispetto a pochi mesi fa, è forse l'immagine più forte della crisi del Parlamento, succube delle tendenze che sembrano incontrare maggiormente il favore dei cittadini, invece di assumersi responsabilità anche impopolari se serve.