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Un nuovo partito sovranista, in cui confluiranno la sua Destra e Azione nazionale di Gianni Alemanno. Francesco Storace lancia questa nuova fase costituente che punta ad unire la destra «che fa la destra», sulla scia di Donad Trump e «con il sogno di portare tutti dentro, anche Meloni e Salvini».
Presidente, come mai un nuovo partito?
Perché la destra in questi anni si è dispersa ed ora c’è un’esigenza del Paese a cui dare risposta. Attenzione, un’esigenza che è forte e che si sente nel nuovo vento che soffia in tutto il mondo, a partire dal neopresidente Trump. Serve un partito sovranista, che punti a restituire ai cittadini le chiavi di casa loro.
Ma il termine “sovranista” non è stato già preso da Salvini e Meloni?
Vorrei ricordare una bella manifestazione del marzo 2012, in cui la Destra portò in piazza contro il governo Monti 150mila persone. In testa al corteo c’era uno striscione su cui campeggiava la parola “sovranismo”.
La Lega Nord e Fratelli d’Italia saranno alleati o avversari?
Guardi, il mio sogno è fare un partito sovranista che comprenda tutti, quindi anche Salvini e Meloni. L’obiettivo è che la destra torni a fare la destra, senza rincorrere gli altri.
E dunque guardate anche a Forza Italia e Silvio Berlusconi?
Difficilmente un partito che in Europa sta nel Ppe può allearsi con un partito che invece punta a restituire la sovranità agli stati. Ecco, se Berlusconi tornasse sulla lunghezza d’onda di mettere l’Italia al centro del ragionamento politico, allora forse ci sarebbe margine.
A proposito di Europa, sarete un partito euroscettico?
Noi siamo contro un’Europa che è un’unione monetaria e non politica, un’insieme di poteri forti con sempre meno chilometri quadrati da spartirsi nelle segrete stanze. Noi vorremmo un’Europa delle nazioni che punti alla coope- razione tra stati sovrani.
Tornando però all’Italia, rimane davanti a voi lo spettro del 40% che difficilmente riuscirete a raggiungere senza un’alleanza al centro...
Guardi, all’inizio anche Trump era dato per sconfitto in partenza. Il 40% è raggiungibile perché c’è tempo e modo per costruire alleanze, attraverso un percorso politico serio. Il nostro obiettivo sarà riportare alle urne il popolo del referendum del 4 dicembre, che ha dimostrato la grande voglia di partecipazione degli italiani.
E veniamo alla questione della leadership. Anche lei auspica le primarie?
Io credo che le primarie non siano solo un modo, ma che siano l’unico modo per scegliere il futuro leader della destra. Non dobbiamo aver paura di dare la parola ai nostri elettori.
E lei si candiderebbe?
Ma no, io ora voglio fare la politica vera, non ho alcuna velleità di candidature e poltrone.
E dunque chi vedrebbe bene come futuro leader?
Lo vedremo, se le primarie si faranno. Salvini non mi spaventa affatto, se è questo che lei mi sta chiedendo.
Rimane comunque il nodo della legge elettorale. Lei per quale sistema sarebbe auspicabile?
Ricordo che, dieci anni fa, uno dei miei ultimi atti da Senatore fu la proposta di ripristinare il Mattarellum. Sono contento che si stia ripartendo da lì.
Però, se dovesse azzardare una previsione, con quale sistema andremo al voto?
Se dovessi fare un’ipotesi, direi che il Parlamento passerà un anno ad arrotolarsi su se stesso nel tentativo di riformare la legge elettorale. Poi però andremo a votare con la legge attuale, per come è stata modificata dalla Consulta.