«Vorremmo vedere fatti concreti. Se ci fossero, non abbiamo mai negato di poter dare la nostra disponibilità. Se davvero Forza Italia, su temi come lo Ius scholae o le carceri, si mostrasse capace di affrancarsi dalla linea dominante nella maggioranza e agisse in modo serio, il Partito democratico, ripeto, sarebbe disponibile a parlarne». Ma?… «Ma i fatti», chiarisce subito Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia dem, «dicono che Forza Italia avanza propositi e poi torna puntualmente nei ranghi della maggioranza. E sinceramente, noi non abbiamo alcuna intenzione di farci prendere in giro».

Si riferisce al decreto Carceri?

Sembrava che fossero disponibili a sostenere la liberazione anticipata: e invece hanno virato in tutt’altra direzione. Sono stati perfettamente allineati al resto della maggioranza sulle detenute madri. Potrei fare altri esempi.

Li faccia.

Abbiamo riproposto tutte le norme sul carcere adottate durante il periodo covid, sotto forma di emendamenti. Dalle videocall all’aumento del numero delle telefonate e ai permessi. Niente da fare. Respinti tutti. Forza Italia non è mai andata oltre la teoria. All’atto pratico, ci hanno votato contro pure loro. Più chiaro di così...

Avevate riproposto anche la più che ragionevole norma, accantonata dall’attuale governo, che eliminava l’obbligo di rientro serale in cella per i semiliberi?

Certo. Una norma nata per limitare i contagi ma che serve anche a enfatizzare il percorso di reinserimento. Il governo l’ha eliminata subito. Quando l’abbiamo riproposta, tutta la maggioranza è rimasta indifferente. Anche Forza Italia.

Senta, onorevole Serracchiani, possiamo dire comunque che la leggenda nera secondo cui il carcere e il garantismo provocherebbero emorragie di voti è smentita dagli ultimi risultati elettorali? Sia voi, che sul carcere vi siete battuti, sia FI che, almeno nei propositi, ha una linea diversa dal resto del governo, siete andati bene.

C’è sicuramente una grande attenzione dell’opinione pubblica a proposte e soluzioni che fino a poco tempo fa avrebbero suscitato allarme. E però, se è vero che ci sarebbero le condizioni per assumere determinati provvedimenti, è vero pure che finora la maggioranza non è mai andata fino in fondo nel sostenerli. Dimostrano di essere garantisti solo sulla carta.

Custodia cautelare e garanzie per gli amministratori locali. C’è l’ipotesi di modificare il presupposto della reiterazione del reato: secondo il centrodestra, applicarlo a chi è incensurato contrasta con la presunzione d’innocenza.

Aspettiamo di leggere qualcosa che assomigli a una proposta di modifica. A di là delle ipotesi ventilate o vagheggiate, testi non ce ne sono. Comunque bisogna anche stare attenti a non indebolire gli strumenti di cui oggi la magistratura è dotata per contrastare i reati.

Più in generale, si ipotizza la modifica della legge Severino, in particolare con l’addio alla sospensione di quegli amministratori condannati solo in primo grado, dunque presunti innocenti.

Noi sulla Severino abbiamo già delineato una soluzione, che però è diversa dall’ipotesi lasciata circolare dalla maggioranza: riteniamo che si possa eliminare la sospensione dopo la sola condanna in primo grado, ma non per i reati che generano grave allarme sociale. E mi riferisco non solo alla mafia e al terrorismo ma anche ai reati di corruzione.

Lascereste la Severino anche per reati contro la Pa non particolarmente “offensivi”, dalla generica malversazione al peculato d’uso?

Noi abbiamo parlato di fattispecie corruttive. Al momento in cui ci fosse la possibilità di discutere su un provvedimento vero, articoleremmo in modo puntuale la proposta del Pd, che certamente comprenderà, ed è nei testi già depositati, pure la revisione della responsabilità civile e penale degli amministratori. Anche qui però, come per il resto, dobbiamo riferirci, riguardo alla presunta iniziativa della maggioranza, a ipotesi aeree, non a fatti concreti. Di certo, ci pare vi sia la tendenza a un generale allentamento sui soli reati contro la pubblica amministrazione, insieme con una particolare asprezza, capace magari di suscitare consenso, spesso esibita rispetto ai reati che possono essere commessi nell’ambito delle realtà sociali più fragili. Il garantismo di questa maggioranza, quando c’è, riguarda solo i colletti bianchi.

Da ultimo, non possiamo trascurare che a breve entrerà nel vivo l’iter sulla separazione delle carriere. Avrete una linea integralmente oppositiva o, su alcuni aspetti, potreste discutere? Ad esempio, sull’avvocato in Costituzione o sull’ipotesi di derubricare il sorteggio dei togati da integrale a temperato.

Noi siamo nettamente contrari alla proposta di riforma avanzata dal governo. La troviamo irricevibile. Intanto, l’avvocato in Costituzione non c’è.

È vero, ma se nel corso dell’iter tornasse sul tavolo?

Noi saremmo anche d’accordo, con il riconoscimento dell’avvocato in Costituzione. Ma torno a dire: parliamo di qualcosa che nel ddl del governo non esiste. Riguardo al sorteggio, non siamo d’accordo, e anche aspetti sui quali pure in partenza saremmo favorevoli sono stati formulati dal governo in modo sbagliato. Mi riferisco in particolare all’Alta Corte.

Che in effetti è, originariamente, un’idea avanzata da uno dei “padri costituenti” del Pd, cioè Luciano Violante.

Solo che, secondo la nostra impostazione, l’Alta Corte avrebbe dovuto avere un senso ben diverso, innanzitutto perché da introdurre per tutte le magistrature, non solo per quella ordinaria, come invece avviene nel testo del centrodestra. Vi si sarebbe potuto fare ricorso avverso le pronunce della sezione disciplinare del Csm, per esempio, sezione che noi, diversamente dal governo, riteniamo non debba essere portata via al Consiglio superiore. Tanto più che non ci convince neppure la composizione e il metodo di elezione dell’Alta Corte disegnata nel ddl dell’Esecutivo. Infine: i ricorsi avrebbero dovuto riguardare non solo le questioni disciplinari ma anche quelle amministrative, relative per esempio agli incarichi. È tutt’altra cosa, la nostra proposta rispetto al loro ddl. Che invece, me lo lasci dire, ci pare davvero una riforma surreale.