Il giorno dopo il ritorno di Matteo Renzi a una festa dell’Unità dopo anni, colui che l’ha orchestrato, cioè l’ex sindaco Matteo Ricci, ci confida le sensazioni avute dal palco e lancia un avvertimento al leader di Iv: «Se, come spero, appoggerà Orlando è evidente che devono uscire dalla giunta Bucci a Genova - dice l’ex primo cittadino - Non si può stare col centrosinistra in Regione e con il centrodestra in Comune».

Come è stato riaccogliere per la prima volta Matteo Renzi a una festa dell’Unità, dopo anni di assenza?

É stato strano perché ovviamente ci sono molti mal di pancia e c’è un popolo di sinistra che negli anni scorsi ha creduto nella svolta di Renzi e poi è rimasto fortemente deluso, così come un pezzo di sinistra era stato diffidente dal primo minuto e oggi teme il ritorno di Renzi nel Pd. Ma p stata una serata interessante dal punto di vista politico nazionale e certo utile alla discussione che si dovrà fare nei prossimi mesi.

Ci si aspettavano delle contestazioni, che non ci sono state: segno di una base che sta con la segretaria Schlein nella scelta “no veti” o “pubblico amico”?

Pesaro è una città civile e siamo abituati ai confronti. Alla nostra festa si fanno da sempre confronti anche con esponenti di destra e quindi non è una novità. Abbiamo chiamato anche esponenti di partiti di governo ed è rimasto famoso un dibattito Fini- D’Alema sulla politica estera. Dopodiché devo dire che l’accoglienza è stata migliore di quella che ci si immaginava. C’è stata qualche piccola contestazione ma la platea era molto attenta e pur diffidente era interessata a capire quale potrebbe essere la prospettiva futura.

Politicamente sia Renzi che Schlein hanno fatto una scelta precisa: tutti insieme per battere Meloni. Riuscirete a tenere insieme le varie anime del centrosinistra, compreso il M5S?

Non è facile ma non abbiamo alternative. Nel 2022 la Meloni ha vinto senza neanche giocare la partita. La prossima volta dovremmo avere un centrosinistra compatto unito e credibile e che vede nel Pd il suo perno grazie al bel risultato delle Europee. Ma servono altre gambe, quella movimentista di Conte, quella di sinistra e ambientalista di Avs e una gamba di centro moderato e liberale come esiste in tanti pesi europei.

Non basta Iv, abbiamo bisogno di un soggetto nuovo che abbia l’ambizione di raccogliere un 7- 8 per cento e che possa fare concorrenza al centro a Forza Italia e quindi rafforzare la proposta del Pd. Abbiamo detto al Congresso che torneremo al governo solo dopo aver vinto le elezioni

e per farlo serve prendere un voto in più degli altri. Storicamente la destra prende il 40- 45 per cento e noi dobbiamo fare di più. Non parlando soltanto contro la Meloni ma dando un’alternativa al paese.

Ci sono alcune particolarità, come la Liguria, dove il matrimonio sembra più complicato: questioni risolvibili o in casi specifici si può ancora andare divisi?

In Liguria il candidato più forte è Andrea Orlando e attorno a lui bisogna costruire un nuovo centrosinistra. Bisogna mettere anche in quel caso da parte veti e vecchie questioni, aprire una fase nuova dopo le vicende di Toti e Orlando è il candidato più autorevole. In Liguria così come in Umbria e in Emilia- Romagna ci sarà l’esperimento del nuovo centrosinistra che spesso nei territori vive attraverso il civismo. Dalla Liguria abbiamo chiesto coerenza perché se Iv, come spero, appoggerà Orlando è evidente che devono uscire dalla giunta Bucci a Genova. Non si può stare col centrosinistra in Regione e con il centrodestra in Comune. Abbiamo chiesto a Renzi di sciogliere alcune ambiguità del passato perché in Liguria così come in Basilicata e da altre parte hanno spesso appoggiato esponenti del centrodestra.

Su quali punti, da qui ai prossimi mesi, pensa che il centrosinistra possa trovare una convergenza nonostante le tante differenze ad esempio sulla politica estera, ma anche sul lavoro?

Intanto su una battaglia comune contro l’Autonomia differenziata. Una legge che divide l’Italia invece di ricucirla creando uno spezzatino dello Stato in 20 regioni e fortemente contrastata anche da esponenti del centrodestra. Nessuno a parte Zaia sta difendendo questa legge e quindi c’è l’opportunità, mettendo insieme opposizioni e forze economiche e sociali, di bocciarla attraverso il referendum. Questo potrebbe cambiare anche il clima politico e sicuramente fare opposizione insieme ci aiuterà. Penso poi alla transizione ecologica, al tema sociale della sanità pubblica, all’adeguamento degli stipendi alla media europea e alla modernizzazione del paese. Dobbiamo tamponare i rischi che l’intelligenza artificiale può creare sui temi della libertà e della democrazia e invece sfruttarla per trasformare lo Stato. E anche il tema dell’europeismo: abbiamo bisogno di un’Europa federale con un’unica politica estera, energetica, di difesa e migratoria. Siamo forze politiche diverse che però possono avere una base valoriale comune.