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Rampelli (Fratelli d'Italia)
FdI difende i provvedimenti approvati durante l’ultima seduta del Consiglio dei ministri ed in particolare la norma che riguarda la norma sulla tassazione dei cosiddetti extraprofitti delle banche. Una norma, arrivata un po’ di sorpresa, che ha provocato accese discussioni e soprattutto ha avuto un immediato contraccolpo sull’andamento dei mercati con i titoli del settore che hanno visto pericolosissimi ribassi. La stessa premier Giorgia Meloni, durante il consueto appuntamento “Gli appunti di Giorgia”, ha sottolineato l'importanza delle nuove disposizioni sulla «tassazione dei margini ingiusti della banche», evidenziando ancora una volta le risorse ottenute tramite le modifiche normative andranno «a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese» che stanno vivendo «un momento di difficoltà per l'alto costo del denaro».
Il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, raggiunto dal Dubbio, sottolinea l’importanza della misura adottata dal governo in una congiuntura molto complicata e con le famiglie italiane in grave difficoltà.
Vicepresidente Rampelli, qual è il senso autentico della norma sugli extraprofitti delle banche che avete fortemente voluto approvare prima della pausa estiva?
La Banca Centrale europea ha deciso di ricorrere all’aumento dei tassi d’interesse per contrastare l’inflazione. Una decisione discutibile anche perché crea effetti diversi a seconda delle nazioni dove impatta e l’inflazione oltretutto è stata generata da fattori extranazionali. Le conseguenze sono state aumento dei prezzi, aumento del costo del denaro e quindi dei mutui a tasso variabile, dei nuovi mutui e dei prestiti esistenti. Questo ha comportato una contrazione dell’economia che paghiamo tutti. In questo quadro si inserisce la norma che abbiamo approvato.
Da più parti si evidenza che è però mancata una concertazione preventiva e approfondita con gli Istituti di credito. Come mai?
In realtà gli appelli del governo a tutti i principali attori che hanno creato questi squilibri sono stati quotidiani e reiterati.
Sta dicendo quindi che c'è una responsabilità da parte delle banche?
In questa situazione difficile è necessario che il sistema bancario si comporti in modo il più possibile corretto. C’è stato un aumento dei tassi passivi, che le banche hanno applicato ai propri clienti, al pari del quale però dovrebbero aumentare anche i tassi attivi riconosciuti dalle banche a chi deposita i propri risparmi, cioè quanto la banca riconosce per i soldi che gli vengono affidati. Questo quasi mai è accaduto. Noi stiamo registrando utili record per alcuni istituti di credito. Per questo il governo è intervenuto con l’unico strumento a sua disposizione, la tassazione, introducendone una del 40 per cento sulla differenza ingiusta del margine di interesse, che è la differenza tra l’ammontare degli interessi passivi e di quelli attivi. È quindi una tassa non su un margine legittimo, ma su un margine ingiusto.
Avete quantificato le risorse che si potranno ottenere dalla misura e come avete intenzione di investirle?
Penso che dagli extraprofitti ricaveremo intorno ai 4 miliardi, che destineremo a famiglie e imprese, a fronte delle difficoltà legate all’alto costo del denaro che non permette spesso neanche di affrontare le spese di un mutuo.
Vi aspettate contraccolpi ulteriori dal mondo dell’economia?
In questi anni di extraprofitti ne abbiamo avuti fin troppi, a fronte di una situazione economica drammatica generata dal Covid e dalla guerra: farmaceutica, energia, assicurazioni, giganti del web e rete digitale. È impensabile che in una crisi drammatica come questa con intere sacche del ceto medio scivolate sotto la soglia di povertà ci siano comparti industriali che non vengano chiamati a contribuire a un riequilibrio del sistema economico finanziario. Ci hanno provato, con risultati parziali, sua Conte che Draghi, anonimato da filosofie antitetiche eppure convergenti nello stesso obiettivo. Ci saranno assestamenti fisiologici, ma certo nessun istituto di credito andrà sul lastrico e spero nessuno responsabilmente impugni questo giusto provvedimento del governo.
In qualche modo questa norma salva dal punto di vista sociale l’immagine del governo dopo il taglio al reddito di cittadinanza?
Non c’è nesso, questa norma rappresenta uno degli strumenti messi in campo per contrastare il carovita, per il reddito di cittadinanza il nostro obiettivo resta quello di sostituirlo con il reddito di occupazione. Eliminare vitalizi di stato e produrre lavoro, mantenendo il sostegno alle persone fragili e inoccupabili.