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La Lega vola, ma Fratelli d’Italia le sta dietro. Nel feudo rosso umbro, il partito di ultradestra vola dal 6% delle precedenti regionali al 10,4% e, con la doppia cifra, si attesta saldamente secondo partito della coalizione di centro destra. «Siamo l’unico partito a crescere ancora dopo le Europee di maggio, nonostante la forte attrattiva che esercita il partito di Salvini», esulta il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.
Dica la verità, vi aspettavate di volare sulla doppia cifra?
Abbiamo sempre avuto la consapevolezza di rappresentare una fetta di consenso ampia. La destra ha un peso specifico importante, dunque il risultato non è del tutto inaspettato. Anzi, ci aspettavamo di essere in crescita e speravamo di arrivare alle due cifre: i segnali positivi li abbiamo avuti. Bastava guardare le piazze stracolme in campagna elettorale, ovunque fosse presente Giorgia Meloni.
In una regione storicamente di sinistra, per di più...
Guardi, se questo voto avesse un titolo da film, sarebbe “sprofondo rosso”. Al di là delle battute, noi abbiamo messo in campo un lavoro metodico e puntale che ha pagato, inoltre è facile constatare che siamo in una fase post ideologica, dunque i cittadini votano per la chiarezza, non per vecchie categorie. La sinistra questo non lo vuole capire, non si sintonizza con il popolo e reitera le solite litanie distanti dagli umori degli italiani. Noi vinciamo perchè siamo chiari in ciò che vogliamo per la sicurezza, la legittima difesa, il rapporti con l’Unione europea, le politiche fiscali e l’immigrazione clandestina. La sinistra, invece, continua a mettere in campo ricette astratte.
E’ un centrodestra ha meno bisogno del centro, questo?
Io penso che in Italia il centro politico si sia prosciugato nel 1993 e non si sia più rianimato. Prendiamo Forza Italia: ha avuto i suoi risultati più importanti tra il 1994 e il 2000, ma Silvio Berlusconi tutto era tranne che un leader moderato. Per citare un aneddoto, ricordo che, da ex socialista, ha potuto permettersi anche una lettura critica del Ventennio e una sorta di riabilitazione della figura di Mussolini. Dalla seconda repubblica in poi, la tendenza dell’elettorato è sempre stata quella di premiare la chiarezza. Nel centrosinistra la chiamano estremismo, ma è solo capacità di farsi capire dall’elettorato, senza creare pastrocchi incomprensibili.
A proposito di Forza Italia, ormai il partito è ridotto al lumicino. Ha ancora spazio in una coalizione con Fdi e Lega?
Il mio pensiero su Forza Italia viene da lontano, quando era un partito dai numeri elettorali importanti, e non cambia oggi. Per me Fi ha un valore politico straordinario, perchè è stato il partito capace di creare una alleanza tra popolarismo e populismo. Questo elemento rivoluzionario, introdotto da Berlusconi nel 1994, ha trasformato l’Italia in una eccezione nel panorama europeo, perchè è stata l’unico paese in cui il centrodestra ha conosciuto una stagione di governo senza la necessità di “grosse koalition” alla tedesca tra moderati e socialisti. Per questo Forza Italia ha un valore politico importante e strategico nella coalizione, a prescindere dal suo potenizale numerico.
Però è un centrodestra a forte trazione salviniana, come ha dimostrato l’Umbria...
Anche per questa ragione Fratelli d’Italia è molto soddisfatta: siamo l’unico partito che cresce dopo le europee, nonostante la fortissima attrazione della figura di Salvini sull’elettorato di riferimento. Dunque il nostro crescere vale doppio. In questo quadro, il centrodestra continua a essere vincente, perchè ha minimo comune denominatore di contenuti e valori. I cittadini lo capiscono e ci vogliono uniti.
E se si andasse al voto domani?
La Lega è il partito trainante e Salvini sarebbe il portavoce del centrodestra e il candidato premier. Però restiamo coalizione poliedrica, l’elettorato può scegliere nei confronti di quale dei tre partiti esprimere il proprio apprezzamento, ma sa che siamo solidi. Del resto è così che abbiamo vinto tutte le ultime regionali e ovunque governiamo senza strappi e ostilità interne.
L’Umbria è il primo passo della spallata al governo?
L’Umbria non dovrebbe essere il primo passo, ma il punto di arrivo per la fine di questo governo. Abbiamo vinto già in tutte le regionali precedenti e alle Europee abbiamo toccato il 50% dei consensi. Cosa serve ancora per far capire che questo è un governo che non ha il sostegno del popolo italiano, ma solo del Parlamento?
Conte dovrebbe dimettersi?
Dopo un risultato come quello umbro, se fossi stato in lui avrei dato subito le dimissioni. Anche perchè è stato proprio lui, con la foto di gruppo a Narni, a rendere politica una elezione regionale. Il premier dovrebbe farsi da aprte e permettere che gli italiani tornino alle urne, anche perchè se si votasse domani i numeri umbri sarebbero anche quelli nazionali.
Non sembrano queste le intenzioni, però.
Per questo trovo particolarmente poco credibili i 5 Stelle. Si sono fatti i gargarismi con la democrazia diretta fino a ieri, mentre oggi si trincerano dietro la rappresentanza parlamentare che per loro era il male assoluto.