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Rampelli
Il vicepresidente della Camera ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, spiega che la corsa in solitaria di Fratelli d’Italia rispetto al centrodestra «converrebbe al partito ma non alla nazione» e sulla richiesta di fine del green pass è netto: «Il certificato verde toglie libertà e non risolve la pandemia».
Onorevole Rampelli, sono passate ormai due settimane dal giuramento di Mattarella ma gli attriti tra Lega e Fratelli d’Italia non si placano: Salvini dice che non parla con chi fa polemiche, cosa risponde?
Non ci sono polemiche da parte nostra, ma solo il trasferimento sui partiti della coalizione delle frustrazioni degli elettori di centrodestra, esasperati. Sono la maggioranza e vorrebbero contare qualcosa. Dal 2018 hanno visto la Lega governare coi 5 Stelle, senza che il centrodestra riuscisse a farsi dare l’incarico di formare un governo dal momento che aveva vinto le elezioni politiche. Poi hanno subito il Pd che entrava nel governo e il centrodestra andare all’opposizione. Quindi ha visto tornare Lega e Fi al fianco del Pd con Draghi presidente del Consiglio. Infine, pur avendo la maggioranza relativa dei grandi elettori per l’elezione del capo dello Stato, ci siamo trovati lo strappo costituzionale e la conferma del dem Mattarella al Quirinale. Non sono polemiche, è una realtà dei fatti che non siamo più disponibili ad avallare.
Il centrodestra unito secondo i sondaggi è maggioranza nel paese, ma al suo interno ci sono compagini, da Forza Italia ai centristi, che nella corsa al Colle hanno giocato una partita diversa dalla vostra: non è che a Fd’I conviene correre da sola e far fruttare il 20 per cento che vi attribuiscono?
Notoriamente siamo un movimento al servizio dell’Italia e non di noi stessi. Ci converrebbe, probabilmente, ma non converrebbe alla nazione e per questo prediligiamo un sistema elettorale dove il cittadino possa decidere da chi essere governato e non limitarsi a dare la sua preferenza a un partito che poi può rinnegare tutte le posizioni prese in campagna elettorale.
Sulle concessioni balneari il governo ha raggiunto un accordo che non vi convince, eppure dopo decenni di proroghe qualcosa si doveva pur fare: cosa cambierà nei prossimi mesi in vista della fine delle attuali concessioni?
La libera concorrenza deve garantire equità e reciprocità altrimenti si trasfigura nella legge primitiva del più forte. Ma in questo caso l’equità non è garantita e le imprese italiane non possono competere con quelle del nord Europa, perché alcune di queste sono chiaramente favorite da una tassazione dieci volte inferiore e da un’economia interna più solida, quindi sono destinate a presentare progetti, nei futuri bandi, sempre più competitivi. Né è garantita la reciprocità visto che Spagna, Portogallo e Croazia si sono chiamate fuori ed è nota la non balneabilità del Mare del Nord. Anche le piazze storiche italiane che ospitano mercati, fiere e vendite su suolo pubblico non sono replicate in Svezia, Olanda e Danimarca, per condizioni climatiche proibitive. Né si può dire che le altre nazioni abbiano monumenti, siti archeologici e patrimonio culturale equivalenti a quello italiano da mettere a disposizione delle guide italiane. La direttiva europea va rinegoziata e ciò che si deciderà dovrà valere per tutti gli stati membri.
Sul caro bollette il governo prepara un provvedimento per andare incontro a famiglie e imprese. Cosa pensate sia necessario per far fronte al rincaro sui costi dell’energia?
Bisogna aumentare l’estrazione di gas o le forniture da Libia e Azerbaigian, raddoppiare l’estrazione di petrolio in Basilicata rimettendo a bando la concessione che è stata incredibilmente vinta dalla francese Total, sviluppare il fotovoltaico unicamente sulle aree urbanisticamente compromesse, città e aree industriali e fermare i pannelli che stanno incestando le nostre campagne, passare dall’eolico verticale ( anch’esso contrasta con l’art. 9 della Costituzione) a quello orizzontale. Infine realizzare e attuate in 30 giorni un piano per l’efficienza e il risparmio energetico che ci porterebbe il 25 per cento di energia in più.
Chiedete da tempo la fine del green pass: con il termine dello stato d'emergenza al 31 marzo, credete sia possibile che il governo valuti anche la possibilità di togliere il certificato o credete sarà necessario andare avanti con questa battaglia fino a giugno?
Noi siamo sempre stati a favore dei vaccini, ma il cittadino deve essere persuaso e non costretto all’inoculazione. Il certificato verde toglie libertà e non risolve la pandemia. Lo Stato d’emergenza è un provvedimento autoritario che ci saremmo potuti risparmiare agendo con leggi ordinarie e campagne di prevenzione.
A proposito di autoritarismi, la Corte di Giustizia dell’ Ue ha respinto il ricorso di Ungheria e Polonia dando così via libera al meccanismo che lega il bilancio allo stato di diritto: qual è la reazione di Fd’I?
La direzione intrapresa dall’Ue la vede incapace dal punto di vista politico di avere una solidità e un peso specifico tale da risolvere i conflitti prima che deflagrino, basti vedere all’Ucraina, e ora si permette anche di entrare nelle dinamiche degli stati nazionali con una procedura inaccettabile. La definizione di “stato di diritto” è abbastanza soggettiva e quindi questa decisione costituisce un precedente abbastanza inquietante. Gli stati nazionali devono essere liberi di potersi determinare secondo i trattati fondativi dell’Ue che mai hanno messo in discussione la loro autodeterminazione. Altro conto, ovviamente, sarebbe ospitare in Ue una nazione non democratica che utilizza la forza per governare i cittadini, ma non mi pare questo il caso di Ungheria e Polonia.