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Si, lo so. Con i tempi che corrono, mentre in questa primavera inoltrata e alquanto capricciosa, in tutti i sensi, i presunti vincitori delle elezioni del 4 marzo scorso continuano a trattare più o meno dietro le quinte ma sono anche tentati dalle elezioni anticipate a luglio, può sembrare patetico il rimpianto delle vecchie estati quasi felici di un vecchio cronista politico. Patetico e un po’ anche da scansafatiche. Eppure le estati politiche che ho vissute e raccontate non sono state per niente da pelandrone.
Mi sono fatto i conti e ho scoperto che ben 22 dei 61 governi succedutisi nelle 18 legislature della Repubblica, cioè nei 70 anni trascorsi dalle storiche elezioni del 18 aprile 1948, sono nati d’estate, tutti a chiusura di lunghe e faticose crisi. Nacque il 26 luglio 1951 il settimo e penultimo governo di Alcide De Gasperi. L’ultimo invece nacque e morì fra il 16 e il 28 luglio del 1953, sostituito il 17 agosto da un governo del democristiano Giuseppe Pella improvvisato da uno spazientissimo presidente della Repubblica di nome Luigi Einaudi, fra lo stupore e le proteste della Dc. Che poi l’avrebbe fatta pagare cara a entrambi: all’” amico” Pella notabilizzandolo e a Einaudi negandogli la rielezione al Quirinale due anni dopo. Il governo centrista di Antonio Segni nacque il 6 luglio del 1955, il secondo governo di Amintore Fanfani il 1° luglio 1958, dopo il tonfo del primo, sfiduciato all’esordio parlamentare nel 1954.
Anche il terzo governo Fanfani, quello delle ' convergenze parallele' immaginate dall’allora segretario della Dc Aldo Moro per preparare la svolta del centrosinistra, nacque in estate, il 26 luglio 1960, dopo i tumulti provocati dal governo di Fernando Tambroni. Così anche il primo governo dichiaratamente ' balneare' di Giovanni Leone il 21 luglio 1963, e il secondo il 24 giugno 1968, entrambi per attendere il si dei socialisti, rispettivamente all’ingresso e al ritorno al governo con i democristiani.
Il secondo governo di centro sinistra di Moro nacque il 22 luglio 1964, a chiusura di una crisi in cui il vice presidente socialista del Consiglio Pietro Nenni annotò nei diari ' rumori di sciabole': quelle del generale dei Carabinieri Giovanni De Lorenzo, convocato al Quirinale dal presidente della Repubblica Segni per rassicurarlo della tenuta dell’ordine pubblico nel caso di un’interruzione del centrosinistra. Di quella convocazione, rinfacciatagli in un alterco da Giuseppe Saragat, destinato peraltro a succedergli, Segni sarebbe quasi morto a crisi conclusa, colto da un ictus invalidante.
D’estate, il 5 agosto, 1969, nacque anche il secondo governo di centro sinistra di Mariano Rumor dopo la tempestosa fine dell’unificazione socialista del 1966, e mentre nasceva la cosiddetta strategia della tensione. Che esplose il 12 dicembre 1969 con la bomba nella sede milanese della Banca Nazionale dell’Agricoltura.
D’estate, il 6 agosto 1970, nacque il governo di centrosinistra di Emilio Colombo, destinato a cadere nel 1972, dopo l’elezione di Leone al Quirinale con una maggioranza di centrodestra. Che sarebbe diventata maggioranza anche di governo nell’estate di quello stesso anno.
Nell’estate successiva, quella del 1973, dopo un accordo fra le correnti democristiane raggiunto nello studio del presidente del Senato Fanfani, a Palazzo Giustiniani, alle spalle di un congresso di partito non ancora aperto, si tornò al centro sinistra con Rumor a Palazzo Chigi e lo stesso Fanfani alla segreteria della Dc. Che era però destinata ad essere travolta, insieme col centrosinistra, dalla sconfitta referendaria sul divorzio nel 1974 e dai successivi ' equilibri più avanzati' reclamati dai socialisti di Francesco De Martino. E tradottisi, nell’estate del 1976, nella stagione della ' solidarietà nazionale' concordata fra la Dc di Moro e il Pci di Enrico Berlinguer.
Fu sempre d’estate, tre anni dopo, che fu concepita la stagione del ' pentapartito', esteso dai liberali ai socialisti, sia pure a fasi alterne, col primo governo di Francesco Cossiga. E dopo lo spavento procurato alla Dc dal presidente socialista della Repubblica Sandro Pertini conferendo l’incarico di presidente del Consiglio al segretario del Psi Bettno Craxi. Che sarebbe comunque arrivato a Palazzo Chigi, alla guida di un pentapartito completo, nell’estate del 1983: il 4 agosto.
Sempre d’estate, tre anni dopo, sarebbero cominciate le spallate del segretario della Dc Ciriaco De Mita alla presidenza socialista del Consiglio reclamando la famosa ' staffetta', deviata alla fine verso le elezioni anticipate del 1987. D’estate, il 22 luglio 1989, nacque il sesto e penultimo governo di Giulio Andreotti, destinato ad essere il penultimo anche della cosiddetta prima Repubblica, travolta nell’estate del 1992 dalla ghigliottina giudiziaria di ' Mani pulite' e dalle stragi di mafia. L’ultimo governo vero e proprio della prima Repubblica fu quello del socialista Giuliano Amato, nato il 28 giugno 1992 e sostituito nella primavera del 1993 dal governo di transizione alla seconda Repubblica affidato dal capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro all’allora governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi. Poi le estati divennero sostanzialmente piatte sul piano politico, salvo quella del 2011, quando una crisi economica e finanziaria spianò la strada in autunno al governo tecnico di Mario Monti. Ora, con un’estate alle porte sotto minaccia o rischio addirittura di elezioni anticipate, sia pure tra alti e bassi che hanno spiazzato lo stesso presidente della Repubblica, può risultare comprensibile - credo- il rimpianto delle vecchie e pur faticose estati politiche di un vecchio cronista. Che ricorda tra i momenti più duri d’estate quelli del 1968, quando si travestì da bagnante a Terracina per fare la posta a Moro, con la complicità del caposcorta Oreste Leonardi, per carpirne le riflessioni dopo l’allontanamento da Palazzo Chigi, e sulla strada dell’opposizione all’interno della pur sua Dc: un Moro tanto immerso nelle riflessioni e delusioni, quasi di esiliato, da conservare l’abito da passeggio sotto l’ombrellone. A 40 anni dalla morte lo ricordo ancora in modo struggente.