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Nell’Unione europea sono attive circa quattromila organizzazioni criminali di stampo mafioso. Le più potenti militarmente ed economicamente sono quelle italiane poiché collegate tra di loro e unite da obiettivi comuni quali i profitti di natura economica. Queste organizzazioni sono attive in Europa soprattutto nel campo del commercio internazionale, del trasporto globale, nella comunicazione mobile e nei settori dei media, internet compreso, generando una vera e propria rete criminale organizzata. Le nuove mafie hanno compreso che cooperare tra di loro conviene.
Le autorità di contrasto al crimine organizzato dell'Unione europea, di contro, non sono preparate per affrontare questa nuova emergenza. Europol, descrive la presenza della criminalità organizzata italiana in Europa come in crescente aumento e più potente rispetto all’ultimo quinquennio. La pervasività delle nostre mafie sta crescendo vertiginosamente in Spagna, in Bulgaria, in Gran Bretagna, in Germania, in Austria, in Svizzera e in Portogallo. I nuovi gruppi criminali sono particolarmente attivi in molteplici attività delittuose: droga ( cocaina, cannabis, droghe sintetiche ed eroina), traffico di esseri umani, traffico di organi e di armi nonché in una serie di operazioni di natura economica che hanno a che fare con le sovvenzioni e gli aiuti comunitari ai vari Stati membri dell’Unione europea.
Nell’ultimo decennio le nostra mafie si sono specializzate proprio in frodi comunitarie, reati finanziari e commerciali e spesso utilizzano tecniche talmente sofisticate, come la contraffazione di beni e prodotti di tutti tipi, da essere difficilmente scoperte. Chi studia i fenomeni mafiosi sa che le mafie hanno la tendenza ad ampliare il loro raggio di azione verso nuovi settori economici con attività sempre più redditizie. La ndrangheta, che è oggi una delle mafie più potenti d’Europa, può contare su un’ampia rete ramificata con protezioni e complicità anche a livello internazionale.
La globalizzazione dei mercati finanziari, la crescente deregolamentazione dei capitali, le nuove tecnologie e l’informatizzazione dei sistemi finanziari hanno agevolato la crescita dell'economia legale, ovviamente, tale incremento si è verificato anche nel campo dell’economia illegale. Le mafie sono sempre state in grado di sfruttare i cambiamenti geopolitici nel contesto europeo e ne hanno tratto vantaggi soprattutto economici e finanziari. Alcuni Stati membri, in effetti, svolgono il ruolo di una zona franca per molti guadagni illegali delle nostra mafie e ne consentono spesso il reinserimento nell'economia legale europea.
Per comprendere la forza economica e criminale delle nostre mafie in Europa è sufficiente guardare la crescente presenza della ndrangheta in Germania. In Spagna, invece, ci sono basi logistiche di Cosa Nostra, Camorra e Ndrangheta che gestiscono il traffico di droga, di armi, di esseri umani in Sud America e Nord Africa e investono il denaro sporco, in attività commerciali, immobiliari, catene di ristoranti e altre attività connesse al riciclaggio di capitali. Le nostra mafie sono presenti anche in Svizzera, Austria e in altri paesi dell’Europa centrale. In Inghilterra, invece, controllano il mercato delle droghe provenienti da Turchia, Afghanistan e Pakistan.
Le mafie hanno stabilito le loro attività criminali anche nei Paesi Bassi, dove vi sono basi logistiche della camorra, della ndrangheta e recentemente sono presenti anche clan provenienti dalla Puglia tra Amsterdam e Rotterdam. Il porto di Rotterdam, che è il più grande in Europa, è stato spesso teatro di operazioni anti- droga che testimoniano come gli stupefacenti dal Sud America arrivano in questo porto per essere smistati in tutta Europa. Nel vicino Belgio, e in particolare a Bruxelles, ci sono famiglie appartenenti a Cosa Nostra, alcuni clan della Camorra, originari di Napoli.
Nella zona tra Anversa, ci sono molti clan della ndrangheta. Cosa Nostra e ndrangheta sono presenti anche in Lussemburgo e nel Principato di Monaco. In Bulgaria, Slovenia, Croazia e sono attivi molti clan di camorra, ndrangheta e clan criminali pugliesi che sono tutti in contatto con i clan dell'Europa orientale, coinvolti, in particolare nel contrabbando di merci, nella gestione del traffico di droga e del commercio illegale di armi, nel traffico di rifiuti tossici.
La situazione è drammatica ma a quanto pare l’Europa non vuole dare battaglia alle mafie poiché sono cadute nel nulla le leggi sull’introduzione del delitto di associazione mafiosa europeo e quelle sulle confische e gli organismi specifici di lotta al crimine organizzato. All’Unione europea serve una Procura antimafia europea, l’estensione del delitto di associazione criminale di stampo mafioso a tutti gli Stati membri, l’implementazione del reciproco riconoscimento dei provvedimenti di sequestro e confisca dei beni. Questo sarebbe un buon inizio e uno stimolo fondamentale per la lotta all’attuale predominio delle mafie in Europa.