L’istituto della prescrizione ha una sua ragion d’essere che non è difficile da capire: quanto più ci allontaniamo nel tempo da un evento criminoso tanto più difficile diventa ricostruire esattamente come sono andate le cose. I testimoni non si ricordano più esattamente questo o quel dettaglio decisivo, alcuni magari sono morti o se ne sono perse le tracce, documenti rilevanti sono andati smarriti e non si ritrovano più.Immaginate di essere arrestati con l’accusa di aver commesso un reato e che vi si domandi dove eravate e cosa facevate il 16 maggio 2016. È probabile che consultando la vostra agenda e con l’aiuto dei familiari e degli amici siate in grado di ricostruire i vostri movimenti nel corso delle ultime settimane. Siete in grado di farlo anche per gli ultimi mesi? E per gli ultimi anni? E per quanti anni? Alzi la mano chi ha ancora le sue agende di cinque anni fa’. E quelle di dieci anno fa’? E come faccio a difendermi se mi accusano di un reato commesso quindici anni fa’? La prescrizione è un istituto posto a difesa della persona che non è in grado di difendersi se accusata di reati commessi molto tempo fa’. È posto anche a difesa della giustizia. Processi su eventi accaduti molto tempo fa’ possono troppo facilmente condurre a sentenze sbagliate. Gli uomini, inoltre, cambiano nel tempo. È giusto processare una persona per una colpa commessa venti anni fa’? C’è tempo per cambiare molte volte in venti anni, per comprendere ed espiare i propri errori, per diventare un’altra persona.Ogni regola, naturalmente, conosce le sue eccezioni. Un colpevole di genocidio viene giustamente perseguito anche a distanza di cento anni dal fatto (sempre che sia sopravvissuto per tanto tempo). L’eccesso dell’orrore prevale in questo caso sulle buone ragioni della prescrizione.Per le ragioni che abbiamo detto in quasi tutti i paesi europei si hanno termini di prescrizione ragionevolmente brevi, inferiori a quelli italiani.I sostenitori della prescrizione lunga fanno valere due ragioni.La prima è che in Italia abbiamo però una anomalia. Negli altri paesi la prescrizione si sospende quando inizia il procedimento penale o almeno con la condanna di primo grado. La condanna di primo grado, certo, non è definitiva. Essa non ci da una presunzione di colpevolezza ma sì la presunzione che valga la pena di condurre a termine il processo. Se il processo si è instaurato ed ha condotto ad una prima condanna vuol dire che probabilmente, nonostante il decorso del tempo, si sono trovati elementi di prova che meritano di essere valutati.La seconda obiezione dei sostenitori della prescrizione lunga è che alcuni reati (i reati di corruzione) sono particolarmente difficili da scoprire perché si reggono su di un patto fra corruttore e corrotto che ambedue hanno interesse a tenere nascosto.Vediamo di esaminare le due obiezioni. Cominciamo dalla seconda.È vero che il patto di corruzione può ritardare lo scoprimento del reato. È però anche vero che in genere la corruzione è un reato continuativo. C’è un sistema della corruzione per cui il corrotto continua nel tempo con la sua azione criminale e in continuazione di reato la prescrizione non scatta. Più credibile è un argomento a partire dal rilevante allarme sociale che desta oggi il reato di corruzione a causa della convinzione diffusa che esso inquini buona parte della pubblica amministrazione e della politica. Questo può giustificare una certa (non illimitata) estensione dei termini di prescrizione per questi reati.Più giustificata è la prima obiezione: il processo, una volta iniziato, va finito. È giusto ma... Il processo appunto va finito e non trascinato per un tempo indefinito. In Italia, purtroppo, i processi tendono a non finire mai e l’estendere i termini di prescrizione oltre l’inizio dell’azione penale ed anche oltre la condanna di primo grado è l’unico rimedio che il sistema offre contro il rischio del processo infinito.Se si potesse ricominciare oggi la discussione sulla prescrizione sarebbe ragionevole distinguere due cose che adesso vengono confuse fra loro: la prescrizione e la ragionevole durata del processo. Potremmo adottare una prescrizione che si interrompe con il rinvio a giudizio (o con la condanna di primo grado). Sarebbe però necessario stabilire il principio della ragionevole durata del processo. Il processo è infatti in se stesso una pena. La onorabilità dell’accusato è messa pubblicamente in discussione. La sua carriera può essere interrotta, i suoi conti bancari congelati, la sua azienda spinta verso il fallimento... Tutto questo non può durare il tempo di una vita. La Pubblica Accusa deve avere un tempo definito entro il quale deve dare le prove a sostegno della sua pretesa punitiva ed il giudice a quel punto deve decidere.Al momento in cui si instaura il processo dovrebbe essere sospesa la prescrizione del reato ma dovrebbero scattare i termini della ragionevole durata del processo.Purtroppo la discussione si è a tal punto incancrenita che è assai difficile che questa ragionevole ipotesi di soluzione possa essere presa seriamente in considerazione.