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«Siamo davanti ad una vera “barbarie giuridica”: la riforma della prescrizione rappresenta la fine dello Stato di diritto», afferma Stefano Parisi, già candidato sindaco al Comune di Milano, attuale consigliere della Regione Lazio e leader di Energie per l’Italia.
Consigliere Parisi, qual è la sua opinione sulla riforma della giustizia voluta da Alfonso Bonafede?
Bonafede è persona priva di cultura giuridica. Il mio giudizio è totalmente negativo.
Possibile che non si riesca a trovare una mediazione? La prescrizione, ad esempio, era stata già modificata nel 2017 dall’allora ministro Guardasigilli Andrea Orlando. Da questo mese è in vigore la nuova disciplina, con lo stop dopo la sentenza di primo grado, senza neppure aver verificato gli effetti concreti sui processi della precedente riforma...
Il tema è molto semplice. I grillini sono ormai in caduta verticale. Sono circa al dieci percento, un tracollo rispetto ai fasti del 2018. Per cercare di ricompattare quello che è rimasto, si stanno arroccando su queste battaglie puramente ideologiche ed identitarie.
I Radicali italiani hanno chiesto al ministro della Giustizia quante condanne di primo grado vengono ribaltate in appello.
E’ una richiesta condivisibile per capire quanti innocenti sono potenzialmente esposti al rischio del processo infinito con lo stop della prescrizione. Mi auguro che il ministro fornisca questi numeri.
Il presidente del Consiglio sta, comunque, lavorando ad una soluzione condivisa. Lo ha dichiarato anche l’altro giorno.
Chi? Giuseppe Conte? L’auto proclamato “avvocato del popolo”? Conte ha la medesima cultura giuridica di Bonafede. Sono uguali.
E’ pessimista?
Si, sono molto pessimista che si possa arrivare ad una riforma della giustizia che non ci allontani ulteriormente della Stato di diritto.
Ma come si è giunti a questa situazione? Da dove partire?
Grande responsabilità è della Lega e di Matteo Salvini. Hanno creato dei “mostri” come Bonafede e Conte.
Per aver dato nel 2018 il via libera al governo giallo- verde?
Vorrei ricordare che la Lega ha votato questa riforma sciagurata ed oggi si dichiara contraria, facendo le barricate in Parlamento…
E l’attuale alleato?
Il Pd è subalterno ai grillini e al loro giustizialismo. Completamente.
Matteo Renzi, invece?
Italia Viva fino ad adesso ha avuto un atteggiamento molto ambiguo e non vuole prendere le distanze dal Pd e dai Cinque stelle fino in fondo.
Chi è rimasto allora?
Solo Fratelli d’Italia, Forza Italia e Più Europa stanno conducendo una seria battaglia in Parlamento sui temi della giustizia giusta.
Non crede, però, che dopo il recente risultato delle elezioni in Emilia- Romagna il Pd abbia un sussulto al riguardo? O, almeno, la componente più sensibile ai temi del garantismo.
A parole il Pd ha dichiarato di volere capovolgere i rapporti di forza nella coalizione e di voler ridefinire gli accordi di governo. Io, però, sono alquanto scettico. Nessuno oggi vuole far cadere l’esecutivo.
Per Bonafede lo stop della prescrizione è una riforma che renderà giustizia alle vittime dei reati.
L’istituto della prescrizione è una garanzia democratica.
E prevedere lo stop solo per chi ha riportato una condanna in primo grado?
Rischia di condizionare fortemente il giudicante. Pensiamo ai processi con forte impatto mediatico: quale giudice assolverà, sapendo che poi la prescrizione riprenderà a correre, esponendosi alle critiche dell’opinione pubblica? La pressione esterna può giocare un ruolo decisivo. Non è da escludere, quindi, che per evitare strumentalizzazioni o polemiche il giudice preferisca condannare piuttosto che assolvere.
Insomma, la prescrizione del reato deve essere mantenuta?
La riforma attuale sarà una sanzione cautelare per gli innocenti.