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«Per fortuna c’è l’Europa». Per il fondatore del Fatto quotidiano, Antonio Padellaro, ci penserà Bruxelles ad arginare potenziali derive sovraniste di un governo giallo- verde.
Direttore, si aspettava l’accelerazione improvvisa tra Lega e 5 Stelle quando ormai sembrava tutto pronto per il governo del Presidente?
Sì che me l’aspettavo, perché tutto andava in quella direzione e bisogna dare atto al Presidente Mattarella di avere avuto un’idea geniale e decisiva. Perché nel momento in cui ha posto un ultimatum ai vari leader ha fatto in modo che arrivasse la soluzione.
Lei dice che tutto andava in quella direzione. Ma cosa hanno in comune 5 Stelle e Lega?
Se ci basiamo sulla campagna elettorale è difficile dare una risposta perché in campagna elettorale si dicono tante cose. Diciamo che hanno in comune una diffidenza nei confronti degli organismi sovranazionali: l’Europa, l’Euro e così via. Nel caso di Salvini c’è anche una propensione maggiore a prendere le distanze dall’alleanza atlantica, in quanto filoputiniano. Ma al di là delle cose in comune credo che dobbiamo tenere d’occhio il contratto di governo, la famosa idea di Di Maio, sul quale verranno scritte nero su bianco le cose che costoro intendono fare.
Cosa pensa sia indispensabile scriverci per non deludere le aspettative degli elettori?
Il M5S ha fatto una campagna elettorale tutta puntata, oltre che sul reddito di cittadinanza, sui temi della legalità: nuova legge sul conflitto di interessi, provvedimenti contro la corruzione - tra cui il famoso agente provocatore revisione dei limiti della prescrizione, lotta all’evasione fiscale. Se è vero che sono così determinati a cambiare l’Italia proveranno davvero a realizzare questi programmi. Ma come può il Movimento 5 Stelle evitare di chiedere che vengano realizzati i punti programmatici su cui ha preso la maggioranza relativa dei voti?
I grillini avranno la forza per imporsi?
Non lo so, penso solo che non possono non inserirli. Se non lo facessero perderebbero la faccia di fronte ai propri militanti che credo siano molto attenti su certi temi. Altrimenti quale sarebbe il cambio di marcia di cui si parla da mesi? Dovranno spiegarlo. Ma Come potrebbe il Movimento 5 Stelle rinnegare tutte le sue battaglie sulla legalità senza perdere la faccia? E Salvini può accetta- re questi vincoli, visto che un legame con Berlusconi a livello di coalizione lo conserva?
Appunto, come potrebbe Di Maio rispettare le promesse elettorali se il governo che sta nascendo prende corpo grazie all’assenso non belligerante di Forza Italia?
Io questo non lo so. Ma senza richiamare il solito Deng Xiao Ping, agli elettori non interessa se il governo è giallo o verde, l’importante è che acchiappi i topi. Perché se deve essere solo un esecutivo delle belle sfilate che danno soddisfazione e poltrone a chi ha vinto le elezioni, è un’altro discorso. Ma qui si sta giocando una partita un po’ diversa, o almeno così ci hanno raccontato.
È sicuro che per chi ha votato M5S sia così centrale il tema della legalità?
Sì, perché al di là di tutto, la legalità è stato il tema centrale, e non da oggi, del Movimento 5 Stelle. Non possano fare finta che questo tema non esista più.
E cosa ne sarà del reddito di cittadinanza e della flat tax, i due cavalli di battaglia, in contraddizione tra loro, con cui M5S e Lega hanno stravinto?
È evidente i provvedimenti che presentano un’alta componente economica saranno in qualche modo sacrificati. Ci sono dei vincoli di spesa insuperabili per come è stato presentato il progetto del reddito di cittadinanza, invece le riforme di legalità sono a costo zero. Certo, non potranno dire “abbiamo scherzato” ma potranno trovare un modo mediare e rinviare il discorso.
Cosa ha capito in più del Movimento 5 Stelle in questi due mesi di doppi forni?
Ho capito che si sono mossi con una certa disinvoltura che però comprendo. Quando bisogna trovare una soluzione a un problema difficile non possiamo pretendere un rigore di tipo fondamentalista. È naturale quando si gioca una partita per arrivare a un risultato: la formazione di una maggioranza di governo.
È naturale per chi non disprezza la politica. Il problema è che il fondamentalismo apparteneva al vocabolario grillino...
Giusto. Da domani devono dirci se quel fondamentalismo, almeno sulle questioni importanti, era strumentale a prendere voti o se serviva invece ad andare al governo per realizzare le cose che hanno detto. Se era solo propaganda, peggio per loro. Nel caso in cui si impuntino e pretendano che alcuni dei punti che ho elencato, magari non tutti e non subito, finiscano sul contratto significa che non era solo una strategia.
Al governo con Salvini i grillini rischiano di perdere la propria connotazione post ideologica. Il Movimento è destinato a diventare un partito di destra?
Destra e sinistra esistono, secondo me. Ma esistono sui contenuti, non sulle dichiarazioni di principio. Una legge seria contro gli infortuni sul lavoro è una legge di sinistra. Un provvedimento che aumenti i posti di lavoro non in maniera precaria è un provvedimento di sinistra. Ampliare invece il perimetro della legittima difesa, magari incitando gli italiani ad armarsi, è una legge non di destra, è una legge fascista.
E voler chiudere le frontiere atteggiandosi a costruttori di muri anti invasione che cos’è?
Roba da Orban, altro che destra. Ma fortunatamente siamo in Europa e fortunatamente certi lampi di ingegno non ci saranno consentiti. È una grande garanzia che abbiamo: l’Europa. Sarà l’argine al sovranismo e ad alcune fughe in avanti che spero non ci siano.