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GIUSEPPE SANTALUCIA PRESIDENTE ANM
Giuseppe Santalucia da meno di una settimana ha lasciato il posto della presidenza dell’Anm a Cesare Parodi, travolto da polemiche soprattutto interne alla magistratura per il suo atteggiamento considerato troppo moderato nei confronti del Governo. Ma l’ex vertice del “sindacato” delle toghe conferma piena fiducia al suo successore. Tuttavia ribadisce: «Non siamo una associazione leaderistica, la linea politica dell’Anm è stata dettata dal Congresso di Palermo e dall’assemblea del 15 dicembre. Il presidente non potrà che seguirla».
Parodi sembra aver messo in crisi l'immagine fortemente contraria dell’Anm alla riforma della separazione delle carriere.
Credo che ci sia stato un fraintendimento sulle sue parole. La linea di una giunta unitaria - e questo è il dato particolarmente positivo che mi sembra opportuno evidenziare - non può che muoversi su quella già tracciata dal congresso di Palermo e dall'assemblea straordinaria di dicembre 2024. La direzione politica dell’Anm è stata già elaborata democraticamente nelle sue più alte sedi, che sono appunto quella congressuale e quella assembleare. Il nuovo presidente non potrà che seguirle.
Lui comunque continua a non smentire che ci sia un processo alle intenzioni nel lanciare l’allarme di un pm assoggettato all’Esecutivo. Questo non depotenzia comunque una campagna che fino adesso avete fatto?
Tutti noi siamo consapevoli del rischio che potrà comportare la riforma: quella di depotenziare l’autonomia del pm. Si dirà che l'autonomia del Pubblico Ministero è cosa ben diversa dall'autonomia del giudice e quindi sarà depotenziata e ridimensionata.
Comunque è innegabile che soprattutto da parte di Area e Md siano arrivate critiche a Parodi proprio per esprimersi su questo come Nordio. Parodi è stato un po’ sprovveduto? Ha ammesso infatti di essersi espresso male proprio nell’intervista a questo giornale.
Non credo sia il caso di enfatizzare qualche sbavatura espressiva. Il dato principale dal punto di vista dell'azione associativa è l'aver costituito in un solo giorno una giunta unitaria senza necessità di grandi elaborazioni programmatiche, perché il programma c'è già, come detto all’inizio di questa intervista.
Diciamo che è la prima volta che un neo presidente dell'Anm si sente in dovere di mandare un messaggio accorato nelle chat specificando la sua posizione e ammettendo che non ci sta dormendo la notte per quanto sta accadendo. Un'iniziativa dietro la quale sembra ci sia una paura di sfaldamento dell’unità e una sorte di mea culpa.
A me è sembrata sul piano umano una lettera apprezzabilissima, utile proprio perché si erano creati dei fraintendimenti. Certo, chi è dentro la vita associativa potrebbe non averne avuto bisogno, in quanto chi conosce tutti i passaggi sa che la linea dell'Anm non la fa il Presidente. Il Presidente la interpreta, la linea è già stata tracciata in maniera unanime, questo è il dato significativo.
Lui ha chiesto subito un incontro al Governo senza consultare la giunta: altro errore che gli è stato imputato. In passato com’erano stati i rapporti tra la sua giunta e l’Esecutivo?
Noi abbiamo incontrato più volte il ministro della Giustizia: ogni volta che ci ha riservato un appuntamento noi non l'abbiamo mancato. Ricordo che al congresso di Palermo abbiamo invitato tutti gli esponenti politici nel loro massimo livello e saremmo stati felici di averli tutti: alcuni hanno risposto, compreso Nordio, altri no. Questo non è dipeso da noi, però l’ apertura è stata massima. Poi quello che diciamo tutti è che per una riforma costituzionale non si può usare la parola trattativa, non è questione sindacale.
Se a questo futuro incontro fosse dovuto andare lei, avrebbe ribadito che nessun punto della riforma è modificabile al ribasso?
Noi nelle assemblee e con i documenti abbiamo assunto una posizione chiara. Dopodiché ciò non significa chiudersi ad eventuali mutamenti. Da parte nostra c’è disponibilità all’ascolto.
Facciamo un'ipotesi: se Nordio concedesse il sorteggio temperato per i membri dei due Csm quale sarebbe la giusta reazione?
Non vorrei rispondere portandomi dietro una carica che ho dismesso troppo di recente. Affido alla nuova dirigenza associativa ogni tipo di valutazione, il disegno ha una sua complessità e va esaminato compiutamente.
Però poniamo il caso che in questo spirito la nuova giunta accettasse questo compromesso. Non sarebbe perso in partenza il referendum dal punto di vista comunicativo?
Il pericolo esiste. Vediamo cosa emergerà da questo incontro che la nuova giunta avrà. Ogni aspetto verrà riversata negli organi deliberanti, quindi nel Comitato Direttivo Centrale. E se fosse necessario anche in una assemblea. L'Associazione non ha una struttura lideristica in cui decidono in pochi. Un deliberato assembleare ha un peso importante.
Qualcuno sostiene che Magistratura Indipendente potrebbe sabotare lo sciopero del 27 febbraio. Solo speculazioni di corridoio?
Lo sciopero l'abbiamo sempre inteso come un fattore di moltiplicazione della nostra capacità di comunicare all'esterno, uno sciopero che non riesce è una mortificazione della capacità comunicativa. Credo che non convenga a nessuno una astensione che fallisce: metterebbe in crisi l'azione associativa espressa oggi da una giunta unitaria, quindi credo che tutti le componenti dell’Anm lavoreranno affinché riesca al meglio.
Un'ultima domanda: condivide il fatto che i vertici degli uffici giudiziari milanesi non abbiano partecipato all’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Ucpi?
Intanto erano dei saluti introduttivi, quindi non era un momento di confronto, come hanno sostenuto gli avvocati al quale si sarebbero sottratti i magistrati. Dopodiché l’atteggiamento dei colleghi milanesi è stato anche un modo per dire ai penalisti di prestare maggiore attenzione a ciò che si scrive nei comunicati, dove ad esempio siamo stati accusati di essere eversivi. Quindi, in sintesi, non ho ravvisato in quel diniego uno sgarbo o una voglia di non considerare l'avvocatura, ma un leale richiamo ad un linguaggio più consapevole, oltre che rispettoso della storia e dell’impegno democratico di tutta la magistratura italiana.