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Pierfrancesco Majorino, candidato presidente della Regione Lombardia per il Pd
Pierfrancesco Majorino, candidato di centrosinistra e Movimento 5 Stelle alla Regione Lombardia, torna sulla gaffe che lo ha coinvolto negli scorsi giorni, spiega che «siamo arrivati all’assurdità per cui ricevo lezioni da coloro i quali vogliono un’autonomia che massacra la Calabria» e corteggia gli elettori del terzo polo. «Sanno benissimo che la corsa ormai è tra me e Fontana, c’è un solo turno e vince chi arriva primo - dice - È chiaro che in questo scenario Moratti non ha alcuna possibilità di andare oltre il terzo posto».
Majorino le polemiche sulla sua uscita sulla Lombardia «che non è la Calabria» non accennano a placarsi, nonostante le sue scuse. Pensa che questa polemica possa influenzare il voto a due giorni dall’apertura dei seggi?
È stata una gaffe che ho riconosciuto e per cui ho chiesto scusa. Non c’è mai stato né in me né nella mia vita politica alcun comportamento anti meridionalista o contro il popolo calabrese, anzi. Sono arrivati degli inviti di Pippo Callipo e altri a visitare la Calabria e ovviamente mi farebbe pacere. Per il resto mi pare una polemica assurda, siamo arrivati all’assurdità per cui ricevo lezioni da coloro i quali vogliono un’autonomia che massacra la Calabria. Quindi sinceramente anche basta. E lo dico senza fare alcun passo indietro rispetto alle scuse seguite a una frase infelice.
A proposito di Autonomia, uno dei temi che riguarda il disegno di legge è la sanità, e la Lombardia ne sa qualcosa visto quanto è stata colpita dalla pandemia. Che progetti ha per staccarsi dalla gestione di Attilio Fontana?
Dobbiamo ricostruire il servizio sociosanitario in regione Lombardia in nome dell’interesse pubblico. E lo dobbiamo fare con perseveranza, perché le liste d’attesa sono una vergogna, come è una vergogna aver mandato i positivi nelle Rsa durante la pandemia. Chi ha lasciato che le liste d’attesa crescessero a dismisura e che i positivi venissero mandati nelle Rsa deve spiegare una volta per tutte queste scelte assurde. Ora c’è bisogno di spostare risorse verso la sanità pubblica.
In materia di giustizia, come pensa di far andare d’accordo le idee del Pd e quelle di un ex magistrato come Gherardo Colombo, che lo sostiene, con quelle giustizialiste del Movimento 5 Stelle, vostro alleato?
Innanzitutto occorre una politica gestita nel nome della trasparenza e della legalità e questo vuol dire avere molta più attenzione al tema della lotta alle organizzazioni mafiose presenti sui nostri territori, intervenendo con molta nettezza. Per quel che riguarda alcuni nomi che sono stati fatti e che saranno in giunta in caso di vittoria, posso dire che è un grande onore avere al mio fianco per il futuro della Regione una figura autorevole come quella di Gherardo Colombo. Che è un paladino della cultura della legalità e del rispetto delle regole e che figura che unisce tutta la coalizione.
Come pensa di strutturare il rapporto con il Movimento 5 Stelle nei prossimi mesi e forse anni?
Il M5S è dentro l’alleanza con grande correttezza, concretezza e attenzione alle cose da fare per il futuro della Lombardia. Per questo sono molto fiducioso per il futuro e sono contento di quello che abbiamo fatto finora. Cioè mettere in piedi un’alleanza molto concreta, che mettiamo a disposizione del futuro della Lombardia. Senza dimenticare che la nostra è una coalizione che ha la spinta di tanti sindaci e figure della società civile che ci danno un mano, sia in quanto candidati come Emilio Del Bono, sia sostenendo la coalizione nei territori.
Pensa che sarebbe stato opportuno fare di più per evitare che il terzo polo corresse in solitaria sostenendo Letizia Moratti?
Mettiamo in fila le cose. Quel che è accaduto è che Calenda ha rotto l’alleanza con noi per sostenere Letizia Moratti. C’è un’alleanza in via di costruzione sul nome di Carlo Cottarelli e che quindi avrebbe coinvolto in primis Pd e terzo polo. Per questo sono convinto che tanti elettori del terzo polo voteranno per noi. Anche perché sanno benissimo che la corsa ormai è tra me e Fontana, c’è un solo turno e vince chi arriva primo. È chiaro che in questo scenario Moratti non ha alcuna possibilità di andare oltre il terzo posto.
Al tempo stesso però perdere il terzo polo significherà probabilmente perdere la Regione, visto che se nelle grandi città godete di un certo favore, nei piccoli centri non siete riusciti a smontare il dominio del centrodestra. Quanto è possibilista che ci riusciate questa volta?
Come si vedrà tra pochi giorni, l’ipotesi Letizia Moratti ci avrebbe portato allo sbaraglio. Avremmo perso pesantemente da Fontana e quindi il tema oggi non è più Letizia Moratti. La nostra coalizione è in campo in modo significativo e penso che dobbiamo batterci con decisione fino all’ultimo. Sappiamo che la sfida è molto difficile, visto che alle scorse altiche il centrodestra ha vinto con forza in molti centri. Ma noi andremo avanti e faremo le analisi del voto il giorno dopo, non due giorni prima. È evidente che c’è una difficoltà storica in alcune comunità piccole ma molto presenti dal pinto di vista quantitativo e proveremo a invertire la tendenza.
Questa sarà la legislatura delle Olimpiadi di Milano- Cortina 2026: quali progetti ha in caso di vittoria ed è disposto a fornire sostegno anche dall’opposizione?
Quell’evento è stato ottenuto da Milano e dalla Regione, è un patrimonio di tutti e tale deve restare. Sia se divento presidente che se non lo divento sarò sostenitore della necessità di arrivare preparati, mentre oggi siamo in grande ritorno. Bisogna prendere in mano il dossier e dare uno scroccone alla realizzazione delle opere e delle infrastrutture. Al momento siamo immobili.
Pensa che il voto di domenica sarà un laboratorio politico nazionale di alleanza tra Pd e M5S, escludendo il terzo polo?
Io non ho condiviso la scelta di Calenda di rompere con noi per sostenere Moratti, ma mi auguro comunque che da dopo il voto riparta il dialogo tra tutte le opposizioni al governo Meloni.