La presidente del Conseil national des Barreaux, Julie Couturier, sottolinea l’importanza anche sociale degli avvocati. «Senza avvocati è in pericolo la democrazia», dice. In questa intervista la rappresentante degli avvocati francesi presenta un quadro molto chiaro della professione forense d’oltralpe.

Presidente Couturier, com’è la situazione in Francia in materia di tutela dei diritti?

In generale, lo Stato di diritto in Francia rimane saldamente radicato. Il nostro Paese è firmatario di numerose convenzioni internazionali sui diritti umani, in particolare la Convenzione europea sui diritti umani (Cedu). I cittadini possono ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo se i loro diritti vengono violati. Ma queste garanzie non sono sempre sufficienti a proteggere il fragile equilibrio su cui poggia lo Stato di diritto, in particolare l’indipendenza della magistratura, che preoccupa particolarmente gli avvocati. Tanto più che l’integrità della nostra professione viene talvolta messa in discussione e che si tende sempre più spesso, soprattutto nei media, a equiparare gli avvocati ai loro clienti. Ci sono anche minacce alla libertà di stampa, poiché molti media sono controllati da un piccolo numero di milionari, alcuni dei quali hanno una visione altamente ideologica. Di fronte a queste minacce, la nostra vigilanza è costante: negli ultimi mesi abbiamo messo in guardia le autorità sui rischi legati al sovraffollamento delle carceri, all’uso poco controllato dell’Intelligenza artificiale per monitorare i Giochi Olimpici e alle misure eccezionali introdotte nell’ordinamento a seguito dello stato di emergenza decretato dopo gli attacchi terroristici del 2015.

In Francia la professione forense continua ad essere attrattiva per i giovani?

Si, assolutamente. Non ci sono mai stati così tanti studenti di giurisprudenza che hanno sostenuto l'esame di ammissione all'Ordine. Quest’anno 4233 hanno superato l'esame e sono entrati nelle scuole di diritto, con un aumento del 35% rispetto al 2023. Tuttavia l’entusiasmo deve essere mitigato: gli avvocati che abbandonano la professione prima dei 10 anni di attività sono tra il 25% e il 30%. Secondo una nostra indagine, emerge che il mercato del lavoro per gli avvocati rimane molto attivo e ristretto: quasi il 20% degli studi legali prevede di assumere almeno un partner o associato nell’anno in corso. Un altro dato che ci fa essere ottimisti per il futuro indica che il 53% degli avvocati è soddisfatto della propria retribuzione e il 60% è soddisfatto del proprio equilibrio tra lavoro e vita privata.

Neppure un mese fa alcuni avvocati sono stati minacciati da un gruppo di estrema destra per aver firmato un appello contro Rassemblement National. È stata espressa solidarietà ai colleghi francesi anche dal presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco. La libertà di opinione può correre dei rischi?

Quando gli avvocati vengono minacciati di morte, lo Stato di diritto e la democrazia sono in pericolo. I recenti attacchi contro i nostri colleghi sono inaccettabili e non possiamo permettere che continuino. Non ci faremo mai intimidire. Il Conseil national des Barreaux ha immediatamente deferito il caso alla Procura della Repubblica. Ringraziamo anche il Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, per il suo sostegno che ha voluto manifestare a nome dell’avvocatura italiana.

Una società senza avvocati è una società senza democrazia?

La presenza degli avvocati è fondamentale per garantire la tutela di ogni forma di diritto. La nostra professione svolge un ruolo cruciale nel consentire ai cittadini di accedere alla giustizia, di difendere i propri diritti, di garantire che le leggi siano applicate equamente e di aiutarle a interpretarle. Il Cnb ha riaffermato la sua fedeltà ai valori della Repubblica nella sua assemblea generale, dopo l’annuncio dello scioglimento dell’Assemblée nationale. L’attaccamento ai principi repubblicani di libertà, uguaglianza e fraternità e ai valori europei, al rispetto della dignità e dei diritti umani, alla visione di una società caratterizzata da pluralismo, non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e uguaglianza tra donne e uomini.

La professione forense va inserita nel contesto comunitario. Gli avvocati sono ancorati alla legislazione nazionale ma devono volgere sempre di più lo sguardo all’Europa con un confronto costruttivo con i colleghi dell’Ue. Cosa ne pensa?

L’Ue è dotata di numerosi strumenti giuridici per garantire l’applicazione dello Stato di diritto e i giuristi europei sanno come ricorrere alle diverse giurisdizioni. Negli ultimi anni la Polonia è stata oggetto di molte critiche, soprattutto perché l'aborto è consentito solo in caso di stupro, incesto o quando la vita della madre è in pericolo. La Cedu ha condannato Varsavia per “violazione del diritto al rispetto della vita privata”, dopo che a una giovane donna è stato negato l'accesso all'aborto sulla base “dell'esistenza di anomalie fetali”. I colleghi polacchi stanno conducendo una campagna per allentare questa legislazione sotto l’egida dell’associazione “Prawniczki Pro Abo” e sostengono il nuovo governo di Donald Tusk, che vuole liberalizzare il diritto all’aborto,

Prego, dica pure…

Vorrei dedicare un pensiero a molti dei nostri colleghi ungheresi che lottano per difendere lo Stato di diritto di fronte a un governo che lo indebolisce regolarmente e che è il bersaglio di numerose procedure avviate dalla Commissione europea.