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La crisi è stata parlamentarizzata e l’unica strada da prendere, adesso, è quella del voto. Per Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, non ci sono alternative se non tornare alle urne il prima possibile e dare vita ad un nuovo governo di centrodestra, con una rinnovata alleanza tra Forza Italia e Lega.
«Berlusconi - spiega il parlamentare al Dubbio - è prontissimo a riaccogliere Matteo Salvini». Mentre per il Movimento 5 Stelle, afferma, la festa è finita: «questo governo è un ossimoro creato per saziare gli appetiti elettorali di entrambi i partiti. Ma gli elettori sono rimasti affamati e quello che resta è una farsa».
Il voto sulle mozioni sulla Tav ha segnato per l’ennesima volta la distanza tra M5s e Lega. Siamo arrivati alla resa dei conti?
Occorre aspettare che cali la sera per avere un quadro più chiaro. Ma quello che vediamo adesso è che la crisi è stata parlamentarizzata e sono stati i 5 Stelle a farlo, portando in Parlamento un atto di maggioranza che è contrario rispetto a ciò che pensa la stessa maggioranza parlamentare di cui fanno parte. Questo significa che la crisi è stata sancita con un voto in Aula. Dal punto di vista fattuale, è la certificazione di una situazione che esiste, in realtà, sin dal primo giorno di un governo nato col peccato originale di due forze che si illudevano, in nome di comuni appetiti elettorali, di saziare i propri elettori. Il risultato è che i 5 stelle li hanno lasciati affamati, la Lega, invece, ha dato loro le briciole. È un governo senza prospettiva.
Ma di crisi, appunto, se ne parla da mesi. Questa volta è vera?
È una farsa, una tragedia, un’opera buffa. Peccato, però, che in questa tragedia greca non ci sia mai l’atto finale, ovvero la catarsi politica, che obbligherebbe per dignità o lealtà nei confronti degli elettori di fare un passo indietro. Se i 5Stelle abdicano ai dogmi con cui si sono presentati agli elettori, come Tap, Ilva e Terzo valico, allora hanno già rinunciato alla loro ragion d’essere, abdicando ai loro principi in nome di un poltronismo degno della prima Repubblica.
Quindi tocca a Salvini mettere la parola fine?
Il passo spetta alla Lega. Dopo aver ascoltato in aula le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, che ha allargato lo spettro della incomunicabilità a temi come autonomia, giustizia, economia, ci troviamo di fronte a qualcosa che non è più una buca, ma una voragine.
E cosa vi aspettate?
Ci aspetteremmo un atto consequenziale, ovvero la messa in mora di un governo assolutamente fallimentare e quindi il ritorno alle urne. Attualmente in Parlamento non ci sono i numeri, aritmeticamente, per creare una nuova forza di maggioranza, ma se si analizza la situazione com’è attualmente, quindi in termini post elettorali, secondo i sondaggi avremmo praterie spianate. Se Salvini vuole cavalcare questa situazione bene, altrimenti tocca attendere che avvenga naturalmente. In ogni caso ne parleremo quando cascherà il governo. Ed io prego ogni mattina che questa esperienza finisca presto.
Lega e Forza Italia possono governare insieme?
La Lega, negli ultimi giorni, parla esattamente il nostro linguaggio e speriamo che facciano calare il sipario. Salvini, ogni giorno, sgrana il rosario che noi stessi sgraniamo quotidianamente, dicendo, ora, quello che noi andiamo dicendo da tempo, ovvero che il salario minimo è una fesseria, che il reddito di cittadinanza produce lavoro nero e non lavoro e dopo la battaglia sui voucher adesso ne stanno riscoprendo la validità. Non servivano i sindacati per accorgersene. Se riconosci come fondate le ragioni dell’opposizione e che queste non sono sfumature ma l’essenza del problema, allora dovresti alzarti e andartene, perché l’esperimento gialloverde è evidentemente fallito.
Ma Berlusconi è pronto ad accogliere nuovamente Salvini?
Berlusconi è prontissimo a farlo. Non c’è una maggioranza diversa per il Paese oltre quella del centrodestra, perché è l’unica rispettosa dell’esito delle elezioni intermedie.
Eppure durante il voto sulle mozioni il M5s ha parlato di un inciucio Lega- Pd...
Loro sanno parlare di inciuci solo quando conviene. In Europa hanno eletto un vicepresidente votando con le forze che avrebbero dovuto combattere e contro la Lega. Oltre le Alpi questa, per loro, è politica virtuosa, in Italia e quando non li riguarda, invece, diventa inciucio. Diciamo che i grillini hanno una geometria variabile dell’inciucio.
Però hanno votato insieme.
La Lega ha votato non la mozione del Pd, ma i principi che sottacevano a tutte le mozioni pro Tav. Non si tratta di una mano tesa ai dem, sono due forze dicotomiche, così come Lega e M5s.
Eppure c’è un contratto di governo che li accomuna. Era una bugia?
In teoria c’erano punti di contatto, ma in pratica hanno fatto un contratto pieno di avverbi, con concetti come quello di ridiscutere la Tav pur mantenendola. Questo accordo era un ossimoro e non a caso, alla prova dei fatti, sono caduti miseramente. E non parliamo della giustizia, perché mi cascano le braccia. Prima hanno costruito il patibolo da volenterosi carnefici del diritto, poi, quando hanno visto che la corda si stringeva sempre più attorno al loro collo hanno avuto un ravvedimento.
Salvini ha provato a lanciare una propria legge di Bilancio, proponendo l’abolizione del bonus Renzi. La strada è quella?
Se tu cominci a singhiozzare dopo aver mangiato una mollica di pane puoi morire e non saranno i ruttini a salvarti dall’asfissia. Si continua ad andare avanti non su progetti globali, ma su mezzi progetti. Non ha senso intervenire solo sugli 80 euro se non si interviene in maniera virtuosa con il tanto sbandierato shock fiscale, altrimenti si provocano danni immani rispetto ad alcune categorie. Questo governo, però, non ha un progetto univoco: c’è chi chiede di costruire grattacieli e chi palafitte, ma insieme queste due cose non possono stare. E il risultato finale è uno sgorbio.