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«La mia premier ideale sarebbe Fabiola Gianotti, una scienziata contro la politica salviniana dell’ignoranza”. La situazione è ancora magmatica, ma Roberto Morassut, parlamentare dem e membro della segreteria di Nicola Zingaretti, riflette sulla possibilità di un governo politico di discontinuità. Ma, se così non sarà “Il Pd combatterà Salvini sul campo”.
Onorevole, si aspettava questa crisi?
Guardi, credo che sia il conto che presenta il populismo ai suoi campioni: salgono e crollano in fretta perchè poi arriva il tempo della verità e il populista resta nudo con le sue parole. La direzione del Pd ha aperto al dialogo coi grillini. Quante chance ha questo nuovo governo?
Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni, il sentiero è stretto: il Pd è sulle posizioni non negoziabili poste da Zingaretti.
Zingaretti ha posto 5 punti, Di Maio ha risposto con 10. In particolare c'è il nodo del taglio dei parlamentari: se ne può discutere?
Noi vogliamo che il taglio dei parlamentari si faccia dentro una riforma elettorale che restituisca potere di scelta ai cittadini, dia piena rappresentanza ai territori e garantisca stabilità attraverso un sistema di alternanze politiche. Vogliamo una riforma vera non una mutilazione del Parlamento.
Il Pd teme accuse di governismo, dopo aver fatto l’opposizione ai grillini per più di un anno?
Nessuno vuole un governo pur che sia: o c'è la possibilità di un esecutivo forte, di riforme, che cambia l’indirizzo fondamentale dell'Italia, oppure non abbiamo paura del voto. Le poltrone non ci interessano e Salvini lo combattiamo sul campo.
Cosa serve per far nascere un esecutivo del genere?
Serve una cesura. Nessuno pensi che il Pd sia un paio di scarpe nuove per proseguire un cammino: il trasformismo e il gattopradismo sono dei vecchi vizi di cui il Paese deve liberarsi.
In concreto?
Niente Conte bis.
Ha trovato tardive le sue accuse in aula a Salvini?
Le dico sinceramente che ho trovato interessante il discorso al Senato dell’ex premier e non escludo che, se continuerà su questa linea, potrà essere un interlocutore per un vasto campo civico, democratico ed europeista.
Ora è troppo presto?
Conte deve far passare un periodo di decantazione, perché un “embrassons nous”, un superamento dei dissidi, oggi non si capirebbe davvero. Se son rose fioriranno, ma a tempo debito.
Altre condizioni sui nomi? Di Maio è ancora il leader politico del Movimento…
Fatico a considerare Di Maio come un nostro interlocutore. E’ stato il fidanzato politico di Salvini e ha superato ogni limite con l'aggressività contro il Pd, in particolare sulla vicenda di Bibbiano. Secondo me, anche lui deve marcare una discontinuità. E poi vedo che continua a strizzare l’occhio a Salvini. Su quanti tavoli vuole ancora giocare?
Guardando al vostro interno, Renzi che ruolo avrà?
Mi ha colpito sentir dire che nessuno dei “suoi” entrerebbe in un governo. Se proponi un governo di responsabilità non puoi dire di rifiutare tale responsabilità. Comunque se ci sarà un governo dovrà avere un programma solido non solo per evitare l’aumento dell’Iva.
Se, come lei dice, non sarà Conte, chi potrebbe essere un premier papabile?
Per dirlo bisogna aspettare l’esito delle consultazioni, io posso esprimere un punto di vista solo personale.
E chi sarebbe il suo premier ideale?
La prego di sottolineare che lo dico in modo personale, non autorizzato e come puro contributo libero e indipendente. Mi piacerebbe vedere a palazzo Chigi una donna come Fabiola Gianotti, un genio della Fisica che fa onore all’Italia. E’ una scienziata straordinaria, che ha ben presente l’importanza della formazione pubblica per tutti, ha esperienza amministrativa in un istituto come il Cern e rappresenterebbe il netto contraltare ad una politica di volgarità, mojito, pregiudizio e ignoranza.
Non è una politica, però.
No, ma è una donna che ha studiato la materia e l'origine dell'Universo, che ci ha regalato la vita che oggi rischiamo di compromettere: formazione e clima.
E se dovesse indicare un politico?
Direi un governo guidato da Nicola Zingaretti: leader di un nuovo Pd che vuole aprirsi e dialogare. Dietro di lui al Governo, tutto il Pd avrebbe l'obbligo di restare unito e di accettare le scelte condivise di un Governo forte e non lottizzato per correnti. Con lui, le altre forze politiche avrebbero la certezza che non sarebbe un Governo stagionale ma di legislatura. Le ho fatto due nomi diversi: una di grande innovazione; l’altro di solidità politica.
Lei è uno dei pochi che fa nomi.
Ripeto: sono riflessioni libere ed espresse senza mandato, forse nemmeno condivise. Eppure le sento come le vere possibili carte forti per uscire dalla palude nella quale Salvini ha cacciato questo Paese.
Salvini vi ha accusati di essere terrorizzati dalle urne, lei cosa risponde?
Che, se non sarà possibile un Governo di svolta, il voto non sarebbe un dramma. Salvini e la destra sovranista stanno finendo il loro tempo, cresce invece la voglia di speranza. Sta a noi raccoglierla e, se serve, lo faremo in campo aperto e senza paura.