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«Il problema non è se il governo sopravviverà a questa manovra economica, ma se sopravviverà l’Italia», avverte Beatrice Lorenzin. La leader di Alternativa Popolare parla dall’Islanda, dove sta partecipando al The Women Leaders Global Forum ( «Ma sarò in Parlamento a per i lavori d’Aula sulla manovra bilancio già domani», precisa), e ne è convinta - «il nostro Paese recupererà la spinta grazie alle donne, lo abbiamo visto nelle piazze di queste settimane».
Anche lei è scesa in piazza, onorevole?
Certo, ero in piazza a Roma, a manifestare davanti al Campidoglio. Ci sono andata da privata cittadina, pensi che ho saputo dell’evento da un’amica di mia madre, a riprova di quanto spontanea sia stata una manifestazione pur così massiccia.
Che parte di paese c’era, secondo lei, in quelle piazze?
Io ho visto e incontrato tante persone normali, radunate lì spontaneamente per manifestare tutta la loro esasperazione. Ecco, se dovessi dare una cifra alle piazze, a Roma c’era esasperazione; a Torino c’era paura.
La scintilla di una nuova opposizione?
Guardi, in quelle bellissime piazze piene di persone c’era anche chi ha votato Lega e 5 Stelle e che oggi si sta ricredendo. Io ho visto tanto bisogno di rappresentanza e di espressione della propria opinione. Il bisogno, insomma, della gente vera, che non può farsi più bastare i Social Network, ma ha un riscoperto bisogno di luoghi fisici di incontro per esternare le proprie idee. Noi che siamo all’opposizione dobbiamo capire e dare spazio alle loro istanze.
Le organizzatrici di Roma e Torino sono tutte donne, la convince l’idea di un nuovo femminismo?
Mi convince moltissimo. E’ così bello vedere quanta forza queste donne abbiano messo in campo. Questo ci pone davanti un grande tema: le donne devono fare un passo avanti, scendendo in campo in prima persona e proponendosi come leader del futuro.
E intanto il Pd va a congresso. Da osservatrice esterna, cosa pensa?
Non mi piace commentare le fasi politiche altrui, ma penso che il congresso del Pd segni tutti noi: sia chi sta dentro che chi sta fuori da quel partito. Io vedo molto fermento, dopo una lunga fase di elaborazione dello shock elettorale. Sinceramente, spero che il Pd sappia cogliere l’occasione che la storia gli sta mettendo davanti.
Ovvero?
Quella di sviluppare una nuova piattaforma programmatica e culturale per l’Italia e per l’Europa, che sappia coinvolgere e convincere i cittadini, come quelli che erano in piazza. Con questo in mente, spero che non vivano il congresso come una mera sfida tra personalità.
A proposito di opposizione, è difficile farla contro questo governo?
Le dico che è molto semplice, purtroppo. Il governo ci sta offrendo moltissimo materiale, di cui evidenziare le enormi criticità.
Perchè dice purtroppo, allora?
Perchè speravo di cominciare la legislatura con la possibilità, anche dall’opposizione, di dare un contributo costruttivo. Da rappresentante di una forza moderata, la mia cifra nel fare opposizione è quella di segnalare le criticità ma anche avanzare proposte. Invece ho trovato un governo chiuso al confronto, che ci sta portando drammaticamente a sbattere. Non le nascondo che sto vivendo questa fase con molta angoscia.
Teme gli effetti della manovra?
Sì e le spiego perchè: le forze di governo hanno fatto una scommessa sulla pelle degli italiani, non rendendosi conto di quanto alta fosse la posta in gioco, e ora non riescono più a gestirla. Il punto è che, se non faranno un passo indietro cambiando radicamente la manovra, il Paese rischia di venire travolto.
Quanto pesano in questa fase le elezioni Europee?
Molto. Lega e 5 Stelle stanno tentando di alzare l’asticella in vista delle Europee, ma non capiscono che, di questo passo, alle Europee non arriveranno. Per allora, la realtà avrà già preso il sopravvento sulla tattica.
Il governo teme che ogni passo indietro si traduca in una perdita di consenso.
E’ una lettura miope, perchè si fonda sull’assunto populista della massima capitalizzazione del presente. Il governo non ha compreso un dato fondamentale: gli errori commessi nella manovra economica non hanno creato un problema solo con le istituzioni europee, ma soprattutto con i mercati. Il problema dell’Italia, oggi, non è con l’Europa ma coi i mercati, dove non si comprano più i nostri titoli.
Con quali possibili conseguenze?
Tanto per cominciare, che nemmeno i fondi vicini al governo possano più acquistare i Btp. Poi, che gli italiani del nord non riescano più ad accedere ai prestiti bancari, perchè costano troppo o perchè non vengono più accordati. Gli italiani al sud, invece, vedranno perdere di valore i loro risparmi in Btp. Non è un caso la manifestazione convocata per il 13 dicembre da Confartigianato: è il calcio a questo governo da parte dell’elettorato di centrodestra, preoccupato perchè già ora i conti non tornano più.
Pensa che questo penalizzi di più la Lega?
No, è un problema sia per la Letga che per i 5 Stelle: il pericolo è tanto grande per il nord come per il sud. Un segnale inequivocabile è il comportamento del ministro Paolo Savona. Addirittura lui sta dicendo al governo di fermarsi, perchè sa benissimo che il sistema non reggerà. Siamo di fronte a un caso di eterogenesi dei fini.
In che senso?
Il governo voleva varare una manovra di Bilancio che nasceva con la volontà di essere espansiva, ma che invece sarà la causa di una nuova fase di austerity, come ha detto in queste ore anche Mario Draghi. Il tutto ha dell’incredibile, dopo i tanti sacrifici fatti.
Teme che si torni al 2012?
Temo che possa essere anche peggio. Con una aggravante: nel 2012 la crisi era globale, quella di oggi è tutta politica e interna.
Secondo il governo, i nemici sono i commissari europei.
Figuriamoci, non c’è nessun nemico all’esterno. L’Europa non vuole certo rompere con noi, soprattutto ora che deve gestire la Brexit. Dobbiamo fermarci, finchè siamo in tempo. Per il bene dell’Italia.
Si aspetta una crisi di governo?
Io penso che il governo supererà indenne la manovra solo se la cambierà. Altrimenti, il problema non sarà se il governo supererà la manovra, ma se la supererà l’Italia.