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Prosegue tra l’indifferenza dell’opinione pubblica e, ancor peggio, degli addetti ai lavori, lo smontaggio dell’impianto costituzionale del Paese. Al meccanismo illegittimo dei DPCM incidenti sulle libertà costituzionali senza coinvolgere il Parlamento, si aggiunge il metodo del “governo per comitati”. Si istituiscono cioè “comitati di esperti” politicamente e culturalmente omogenei al Governo, dalle cui conclusioni “scientifiche” ( sempre manipolabili) far discendere una copertura razionale e indiscutibile a misure altrimenti inaccettabili.
Sono tre le c. d. task force create dal Governo Conte, cui si aggiunge il comitato tecnico scientifico nominato dal Capo della Protezione Civile. Il “gruppo di lavoro data- driven per l’emergenza Covid- 19” incaricato di scegliere l’app che dovrebbe permettere il tracciamento di tutti gli spostamenti di una persona. La seconda per il contrasto alle notizie false ( fake news) istituita presso la PCM. La terza, il Comitato economico sociale, istituito presso la PCM «con il compito di elaborare e proporre al Presidente del Consiglio misure necessarie per fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid- 19, nonché per la ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza».
Il gruppo di lavoro data- driven sta studiando la migliore app per seguire e registrare gli spostamenti dei cittadini sul territorio. Vale a dire il tracciamento alla coreana, che distrugge completamente la riservatezza, la quale è il presupposto stesso della libertà, cioè l'impermeabilità all'ingerenza e controllo altrui. Il diritto a essere “lasciato in pace” come lo definiva il suo “inventore”. E’ la realizzazione del primo elemento della c. d. democrazia autoritaria: il controllo fisico dei cittadini. La task force per il contrasto alle notizie false è la versione aggiornata ai social del Minculpop di buona memoria. Il suo compito dovrebbe essere quello di individuare e contrastare ( non è detto come: con la censura?) le notizie false. Il comitato di fatto introduce istituzionalmente il concetto della “verità di Stato” verificata da un organo governativo, in dispregio dell’art. 21 della Cost e della libertà di stampa. E’ il secondo elemento della democrazia autoritaria: il controllo intellettuale dei cittadini.
Infine, il Comitato economico sociale ha l’incarico, chiaramente espresso nel DPCM istitutivo, di ridefinire tutta la politica della Nazione. Sempre con la copertura della emergenza pandemica, i 17 supereroi hanno il compito di elaborare le misure per la ripresa graduale delle attività economiche, produttive, culturali e sociali, nonché di individuare nuovi modelli organizzativi, relazionali e personali non solo nelle attività produttive ( quindi nuove forme di lavoro etc.) ma anche in quelle sociali e culturali, vale a dire in tutte le manifestazioni della società aperta. Sempre in funzione della prevenzione, cioè, in sostanza, adottando ulteriori misure limitative delle libertà costituzionali in nome della salute pubblica.
Si tratta di uno strumento invasivo di vera pianificazione della economia italiana, in contrasto con l’art. 41 Cost, ma anche di ridisegno della società in tutti i suoi aspetti, sociali, culturali. Un vero e proprio programma di governo che tocca tutti gli aspetti della società italiana. Operazione verticistica e autoritaria affidata a 17 sconosciuti che nessuno ha mai votato e che sono noti solo agli addetti ai lavori. L’amministrare per comitati è la violazione più patente dell’impianto costituzionale, ove il Presidente del Consiglio dirige la politica nazionale ( art. 95, anche nel senso di darle una direzione politica definita) e se ne assume la responsabilità, in quanto ha avuto la fiducia dal Parlamento, cioè dal popolo. Chi ha dato fiducia ai 17? Traendo le fila, la pandemia è stata la manna dal cielo per quella parte di politica e dottrina economica che teorizzano la crisi irreversibile del modello di democrazia occidentale, e spingono verso una nuova organizzazione sociale, nella quale le libertà e i diritti fondamentali sono funzionali agli interessi dello Stato, spesso etero governato. Lo Stato, in questa visione, persegue l’omologazione dei comportamenti anche sociali in vista di una società principalmente di produttori e consumatori, non di liberi cittadini.
E’ un modello dove è il potere a garantire la libertà e non, come invece dovrebbe, la “libertà a garantire il potere” ( Madison, 1792). Il modello è ancora in fieri, ma è oggi che concretamente in Italia, e soprattutto nella UE, lo si sta costruendo. E motus in fine velocior.
* Pres. di Sezione del Consiglio di Stato a. r.