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«Fratelli d’Italia cresce perché è sempre stata coerente, ma la Lega non ha nulla da temere da noi», spiega il capogruppo a Montecitorio, Francesco Lollobrigida, che allontana così qualsiasi ipotesi di un governo Renzi- Salvini.
Eppure il Conte 2 traballa, non c’è il rischio che cada?
Il Conte 2 è un governo che in teoria traballa molto sul piano dei contrasti politici, valoriali e delle proposte. In pratica, però, tutti i componenti dell’attuale maggioranza sono avvinghiati alle poltrone che occupano, ben sapendo che se le lasciassero, sottoponendosi al giudizio delle urne, difficilmente tornerebbero ad occuparle. Non stupisce, comunque, che l’Esecutivo sia arrivato a questo livello di tensione.
Per quale ragione?
Perché è composto da forze politiche che avevano fatto la campagna elettorale una contro l’altra, proprio come è stato per il Conte 1. Inoltre, i gruppi parlamentari hanno stratificato nel tempo rapporti di aula pessimi, oltre che proposte di legge in direzioni opposte. In questo senso, direi che il Conte 2 è stato peggiore del precedente, sia per il livello di tensioni che per le mediazioni a ribasso continue. Con due risultati: l’immobilismo sulle grandi strategie per il paese e il tentativo perenne di accelerare processi utili solo a conseguire bulimicamente spazi di potere per i componenti dell’attuale maggioranza.
E’ possibile che questo non sia l’ultimo governo della legislatura?
Io credo e spero che non ci sia alcuno spazio per immaginare di eludere ancora la strada maestra delle urne.
Si registrano contatti tra Italia Viva e la Lega e anche Renato Brunetta, di Forza Italia, ha più volte lanciato l’ipotesi di un governo di centrodestra insieme a Renzi.
Lascio al professor Brunetta la fantapolitica, da noi di Fratelli d’Italia un’iniziativa del genere non arriverà di certo.
Nessun dubbio sull’alleato leghista, quindi.
Guardi, io credo che Salvini non abbia fatto alcun passo nella direzione di un governo con Renzi. Anche lui è convinto come noi che l’unico modo per restituire un governo autorevole al Paese sia quello di farlo scegliere dal popolo.
Alcuni ritengono che le titubanze di Salvini siano dovute proprio al suo timore per la crescita esponenziale di Fratelli d’Italia.
Salvini non ha ragione di aver paura di noi, perché alla crescita di Fratelli d’Italia non corrisponde alcun decremento di consenso per la Lega. Noi lavoriamo in concorrenza con i nostri avversari e la Lega non è tra loro.
Però è oggettivo che voi voliate nei sondaggi. Cosa vi ha fatto crescere nel consenso?
Alcune parole chiave, che Giorgia Meloni incarna perfettamente e che corrispondono al comune agire di tutta la nostra classe dirigente. Coraggio nelle scelte che facciamo, anche quando sono impopolari sul breve periodo ma si dimostrano vincenti sul lungo, come per esempio l’ostilità al reddito di cittadinanza. Coerenza, perché noi rimaniamo e siamo sempre restati dove ci ha messo il popolo italiano, senza trasformismi e cambi di posizione repentini basati sul nulla. Capacità di interpretare i bisogni di chi si è sentito trascurato, come i professionisti e le piccole medie imprese, che vengono attenzionati dallo Stato solo come fonte di maggior gettito fiscale.
Avete condiviso la battaglia contro il blocca- prescrizione di Bonafede?
Bonafede sta condannando i cittadini al rischio di processo perpetuo, che è indice di inciviltà e barbarie. Noi condividiamo la posizione di avvocati, giuristi e magistrati: i criminali devono venire condannati e scontare la pena, ma il diritto dei cittadini a un giusto processo con ragionevole durata non può essere in alcun modo eluso. Immaginare che le inefficienze dello Stato o addirittura i comportamenti deviati di un pezzo dello stato debbano tradursi nel limbo processuale a vita per i cittadini è inaccettabile.
A breve ci sarà una nuova tornata di elezioni regionali. Nessun rischio di rottura nel centrodestra?
Noi diamo per scontata l’unità e non c’è alcun motivo per dividerci. I vertici dei nostri partiti si sono incontrati prima delle elezioni umbre e hanno concordato il quadro attuale, che ci ha permesso di vincere in Umbria e in Calabria e di essere competitivi in Emilia Romagna. L’obiettivo è che ogni partito possa valorizzare i suoi rappresentanti e fare il miglior risultato possibile e così continueremo a fare anche alle urne di primavera.
Lei è romano e a breve si voterà anche nella Capitale per le suppletive.
Questo voto peserà sul quadro nazionale perché il centrosinistra ha candidato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ed è un segnale: si candida per tenere una poltrona, nel caso in cui un futuro governo lo vedesse escluso dai ministeri. Quello di Roma centro è un collegio storicamente di sinistra, dunque se noi ci avvicinassimo alla vittoria con il nostro ottimo candidato, il professor Maurizio Leo, sarebbe già un emblema del fallimento di questo governo. Infine, il voto sarà un giudizio anche sull’operato della sindaca Raggi che, con la sua candidata grillina, misurerà il grado del proprio consenso.