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Roberto Giachetti, deputato di Italia viva
«Secondo me governo e maggioranza hanno un disegno ben preciso, che è quello di far esplodere la situazione nelle carceri per poi mettere in atto e giustificare un’opera di repressione molto appariscente». È molto duro nei confronti di governo e maggioranza il deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, che in questa intervista spiega bene perché ha deciso di denunciare insieme a Nessuno tocchi Caino il ministro Nordio e i sottosegretari Ostellari e Delmastro.
Che bilancio fa rispetto a tutto quanto accaduto rispetto alla sua proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale, in particolare in riferimento all’ennesimo rinvio?
Non faccio un bilancio per me, bensì per l’oggetto della questione, ossia la drammaticità che si sta vivendo nelle nostre carceri. Basti pensare agli ultimi suicidi di due ragazzi. Da un lato è del tutto evidente che si sono inventati un decreto finto e il fatto che fosse finto l’ha certificato ieri ( mercoledì, ndr) la presidente del Consiglio Meloni facendo una riunione a Palazzo Chigi per occuparsi dell’emergenza. Una emergenza niente affatto affrontata nel provvedimento appena approvato. Dall’altro lato hanno respinto e affossato la mia proposta nonostante fosse l’unica al momento in grado di affrontare la situazione ormai insostenibile negli istituti di pena, che riguarda detenuti e detenenti. Io non ho mai preteso che venisse approvata la pdl, elaborata insieme a Nessuno tocchi Caino: se mi avessero detto che avevano un altro progetto di legge utile lo avrei sostenuto e invece nulla.
Che idea si è fatto di questo modo di procedere?
Secondo me governo e maggioranza hanno un disegno ben preciso, che è quello di far esplodere la situazione nelle carceri per poi mettere in atto e giustificare un’opera di repressione molto appariscente. Vogliono dimostrare di essere securitari, di avere il pugno duro, tanto lo fanno a scapito degli ultimi, di delinquenti abbandonati a loro stessi nelle mani dello Stato. Se mettiamo in fila alcuni elementi, la conclusione non può che essere questa: hanno previsto nel ddl sicurezza il reato di resistenza passiva. Tale ultima, scellerata previsione traduce in condotta penalmente rilevante qualunque resistenza o contrapposizione a un ordine, neppure definito legittimo dal testo normativo, rendendo reato il comportamento negativo, omissivo, nonviolento, quale lo sciopero della fame, il rifiuto di rientrare in una cella bollente e sovraffollata o di assoggettarsi a una indebita perquisizione intima. E non si dimentichi che qualche settimana fa è arrivata la notizia che avevano costituito i reparti speciali della polizia penitenziaria, il cosiddetto Gio.
Lei in Aula mercoledì sera si è scontrato con la deputata di Fd’I Varchi che ha chiesto il ritorno in commissione della sua pdl.
Ho detto che si dovrebbe provare pudore, forse anche vergogna per come si è gestito il tutto. Il 24 luglio scorso, Varchi era intervenuta in Aula per chiedere l’ennesimo rinvio, spiegando che era legato al fatto che tutti potessero prendere visione del decreto che abbiamo appena approvato. Appena concluso, cosa fa? Chiede un nuovo rinvio! Intanto tra un rinvio e l’altro ci sono stati una cinquantina di suicidi. Ma si è approvato un decreto che è una buffonata e si è rinviata la mia pdl. Come ho detto a Varchi e a tutta la maggioranza, abbiate il coraggio di votare la pdl, bocciatela, almeno assumetevi la responsabilità, non solo dentro il Parlamento, ma anche di fronte a tutti quelli che ogni giorno, compresa la Polizia penitenziaria, sono in una condizione inaccettabile.
Lei ha criticato anche l’atteggiamento di Forza Italia.
Sono stato in maggioranza anch’io. Se mi avessero detto “non ce l’abbiamo fatta, purtroppo stiamo in maggioranza e non possiamo farla saltare su questo” io ovviamente non sarei stato d’accordo, ma quantomeno avrei apprezzato l’onestà. Invece in questo caso prima si sono schierati sulla mia proposta e poi hanno ingannato il mondo, dicendo che la mia proposta era stata superata dal decreto e dall’emendamento di FI. Ma sappiamo tutti in cosa consiste quell’emendamento che riguarda gli ultrasettantenni. Su oltre 61.000 reclusi, ne sono 1.244. Tra questi ci sono gli ergastolani, che non potranno mai usufruire della liberazione anticipata speciale, poi ci sono quelli che hanno la recidiva, esclusi anche loro. In pratica quella norma se va bene interessa massimo 300 persone. Ma è serietà questa? Non solo sono in mala fede sul piano politico, ma anche irriguardosi perché fuggono dalle loro responsabilità e fanno credere all’intero sistema penitenziario e a chi gravita intorno ad esso che hanno risolto il problema. Ingannare così le persone è gravissimo.
Dal punto di vista metodologico come giudica il fatto che due giorni fa mentre nell’Aula della Camera erano ancora in corso le dichiarazioni di voto sul dl carceri il ministro Nordio si riuniva a Palazzo Chigi per discutere dello stesso tema con la premier Meloni?
Mentre discutevamo sono mancati per diverso tempo anche i sottosegretari, anche loro a Palazzo Chigi, insieme a Meloni, Nordio e l’anima grigia dietro a tutto questo, il sottosegretario Mantovano. Bene ha fatto il presidente della Camera Fontana a ribadire la centralità del Parlamento come sede di discussione.
Invece, dal punto di vista del merito, come interpreta questa iniziativa del Guardasigilli che annuncia di volersi recare da Mattarella per discutere di altri provvedimenti in materia?
Vorrei ricordare a Nordio che il presidente Mattarella ha già parlato sul tema. Il giorno del suo insediamento, quando ha convocato il capo del Dap, quando ha ricordato la lettera dei detenuti di Brescia. Non occorre salire al Quirinale, basta ascoltare il Capo dello Stato. Quello del ministro è un semplice rilancio comunicativo per far vedere che si sta facendo qualcosa, quando in realtà non è così. E questo dovrebbe essere meglio evidenziato dalla stampa.
Per tutto questo lei insieme a Nessuno Tocchi Caino presenta un esposto contro Nordio, Ostellari, Delmastro? È una provocazione o crede davvero che ci possa essere un magistrato pronto a perseguirli?
Prima di arrivare a questo, io ho provato in tutti i modi sul piano politico e parlamentare a discutere con l’Esecutivo e la maggioranza parlamentare. Mi sono sempre reso disponibile ad incontri e rinvii, ho messo in campo tutto il possibile. Tuttavia hanno scelto un’altra strada. E gli aspetti peggiori sono che si rendono perfettamente conto di quello che sta succedendo negli istituti di pena e scientemente non fanno nulla per affrontare adeguatamente l’emergenza; anzi, come dicevo prima, stanno mettendo in atto una serie di azioni per inasprire la situazione. Non si tratta di una provocazione, la nostra. Come recita l’art. 40 cp, “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. E noi nell’esposto abbiamo appunto sottolineato che, a nostro parere, il ministro e i due sottosegretari, pur avendo specifici obblighi di custodia dei ristretti, non vi adempiono cagionando ai detenuti un danno verificabile alla salute, fisica o psichica, e alla vita. Poi sarà il Tribunale dei Ministri e i magistrati a giudicare.